Oggi in tv appuntamento con "Wild Italy. L'antropocene"
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Oggi in tv appuntamento con “Wild Italy. L’antropocene”

Il richiamo della foresta

Oggi in tv appuntamento con "Wild Italy. L'antropocene"

Le foreste italiane sono al centro della quarta puntata della serie “Wild Italy. L’antropocene”, in onda venerdì 16 febbraio alle 14.55 su Rai 5. Negli ultimi cinquanta anni la superficie forestale dell’Italia è aumentata di un buon dieci per cento: in pratica, è come se una regione intera delle dimensioni della Valle d’Aosta fatta di boschi di querce e di faggi, di pini e di lecci, si fosse aggiunta a quelle già esistenti. Una “creazione arborea” pari, per dimensioni, a quella che accompagnò nel Medioevo il crollo dell’Impero romano e delle sue urbanizzazioni. Annidate nelle parti più inaccessibili del nostro territorio, alcune foreste relitte delle epoche glaciali, conservano il fascino dei boschi primigeni, con piante e di animali messi in pericolo, però, dai cambiamenti climatici.

Nella bella regione dei Carpazi, che dalla Polonia orientale arriva fino alla Romania, si estendono le foreste primordiali di faggi più antiche d’Europa. Inalterate per migliaia di anni, sono una riserva di biodiversità di animali – come orsi, lupi, linci e le più grandi mandrie del quasi estinto bisonte europeo – ma anche di piante del sottobosco, funghi e insetti. Si tratta di un polmone verde di fondamentale importanza in un continente industrializzato e colpito dalla crisi climatica come quello europeo. Dopo aver vissuto indisturbate con i propri equilibri per migliaia di anni, oggi le foreste europee vergini sono solo il 4% sul totale dei boschi del continente e sono in pericolo. Se circa il 90% di questa copertura boschiva è collocata in aree protette, secondo la mappatura svolta dall’Università Humboldt di Berlino solo il 46% di queste sarebbe effettivamente sotto una stretta protezione. Oggi a vedere minacciata la propria sopravvivenza non sono solo gli alberi – materia prima per ricchi commerci legali e non – e le specie animali di cui sono l’habitat, ma anche le persone che li difendono.

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