Il celeberrimo violinista Paganini aveva affidato la voce della sua anima al suo strumento, che chiamava “il mio Cannone”. Dal paradosso che uno strumento musicale abbia il nome di un’arma, nascono le riflessioni sulla capacità della musica di abbracciare tutto, comprese le contraddizioni umane, rigenerarle ed esprimerle nell’armonia assoluta delle note. “Il cannone della pace”, in onda venerdì 20 settembre alle 16.00 su Rai 3, è un documentario prodotto da Alveare Cinema in collaborazione con Rai Documentari, che intreccia diverse storie legate alla musica e alla pace. Il lavoro di un liutaio che inizia la costruzione di una copia del violino di Paganini, utilizzando gli stessi strumenti che i liutai usavano nel 1700. Mondadori che ha istituito un laboratorio di liuteria in una prigione per creare violini dal legno delle barche di migranti naufragate al largo di Lampedusa. Il filosofo Vito Mancuso che esplora il vasto universo delle emozioni umane che ci elevano verso il mistero dell’universo attraverso la musica. Il violoncellista Mario Brunello che offre un messaggio di armonia universale accompagnato dal suono del suo strumento. Renzo Arbore, che dopo aver passato una vita portando la sua arte in giro per il mondo spiega come la musica sia, o dovrebbe essere, sinonimo di fratellanza. Poi, la testimonianza di una scuola di musica fondata al Teatro Massimo di Palermo per educare i giovani della città alla musica.
La musica nasce insieme all’uomo che da sempre ha manifestato il bisogno di esprimersi attraverso di essa, inizialmente quando la comunicazione verbale non era ancora sviluppata e, in seguito, affiancando queste due forme di linguaggio, quasi a voler integrare il linguaggio verbale.Il documentario si conclude con l’esecuzione del quarto movimento del 2° concerto di Paganini per violino e orchestra in un flash mob nella piazza del Teatro palermitano, coinvolgendo tutti i passanti.