Oggi in tv appuntamento con Dorian. L’arte non invecchia
Medardo Rosso e Ardengo Soffici
Soffici nel 1900 decise di abbandonare l’ambiente ristretto in cui viveva e, imitando alcuni amici artisti, tra cui Giuseppe Graziosi, si recò a Parigi. A Parigi Soffici lavora come illustratore su riviste importanti come L’Assiette au Beurre; è malpagato e conduce una vita di stenti e rinunce. Qui però ha la possibilità di incontrare artisti emergenti e già affermati come Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso e Max Jacob, e frequentare il mondo vivace che si era formato intorno alla rivista La plume.
Per quest’ultima e per L’Europe artiste scrive numerosi articoli. Importanti anche gli incontri con artisti e scrittori italiani, come Giovanni Vailati, Emilio Notte, Mario Calderoni, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, con il quale, nonostante la diversità di carattere, al ritorno in Italia stringerà una forte amicizia. È in questo periodo che si formano le radici di Soffici scrittore. Egli infatti inizia a scrivere articoli di critica d’arte, che invia al Papini. Gli articoli saranno pubblicati sul Leonardo con lo pseudonimo di Stefan Cloud (“nuvola di corone”, ma forse solo “Stefano Nuvola”). Rientrato a Firenze nel 1907, Soffici consolida la sua bella amicizia con Papini.