Oggi in tv a "Geo" l'uso eccessivo dello smartphone
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Oggi in tv a “Geo” l’uso eccessivo dello smartphone

I rischi per i più giovani

Oggi in tv a "Geo" l'uso eccessivo dello smartphone

Quante ore al giorno si passano allo smartphone? L’utilizzo quotidiano di questo strumento influenza lo sviluppo dei più piccoli? E come? A “Geo”, il programma sulla natura, l’ambiente e le culture del mondo prodotto da Rai Cultura, in onda mercoledì 10 aprile dalle 16.00 su Rai 3, Sveva Sagramola ne parla con la professoressa Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello Sviluppo, Università di Padova.
Sempre più diffusi, sempre più presenti nelle case degli italiani, cellulari, tablet e computer nel corso degli anni si sono evoluti in funzionalità e design, diventando gli oggetti del desiderio di grandi e piccini. Eppure, proprio la massiccia diffusione di questi strumenti tecnologici, sta determinando una seria di problematiche visive legate all’uso e all’abuso degli schermi luminosi: in primis bruciore agli occhi, affaticamento della vista,visione offuscata e mal di testa.
Alle otto ore che molti passano davanti al PC al lavoro, infatti, sempre più spesso se ne aggiungono altre due o tre trascorse a casa a guardare il cellulare per non perdersi gli ultimi aggiornamenti sui social o un video su YouTube. Il che può portare alla cosiddetta “sindrome da visione al computer” (Computer Vision Syndrome o CVS), causata dalla luce blu dei dispositivi elettronici: una condizione molto diffusa che, con intensità diverse, riguarda tra il 70% e il 90% delle persone che passano molto tempo davanti ad uno schermo, spesso inconsapevoli di soffrirne. Non solo, ma i sintomi della CVS, oltre ad essere di tipo visivo, sono anche neurologici e muscolo-scheletrici.
“Per prevenirli – spiega la dott.ssa Gliceri, oculista del Gruppo Monti Salute Più – la prima regola da seguire è regolare in modo corretto la posizione dello schermo del terminale che va posizionato in modo che la luce del sole non lo colpisca direttamente e sempre ad una altezza inferiore a quella delle spalle.

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