Oggi in tv a “Geo” lo scioglimento dei ghiacciai
Ospite la geologa Marta Chiarle
Il 3 luglio 2022 una massa di 64mila tonnellate di ghiaccio, acqua e detriti si è staccata dalla parte sommitale del ghiacciaio della Marmolada, attorno a quota 3200, e si è schiantata verso valle in un canalone per 2,3 km. Nel crollo hanno perso la vita 11 persone e 7 sono rimaste ferite. Uno studio pubblicato ad aprile ha stabilito che la causa dell’evento è il cambiamento climatico. Il crollo è stato innescato dall’accumulo eccezionale di acqua di fusione in un crepaccio, a sua volta dovuto alle alte temperature della primavera e dell’estate. Al momento del crollo, a quella quota c’erano quasi 11°C mentre a maggio e a giugno le temperature medie erano state 2,9 e 4,1°C sopra la media degli ultimi 30 anni, con giugno ampiamente sopra lo zero (4,2°C). È un segnale molto chiaro (e inquietante) dello stato di salute dei ghiacciai in Italia. D’improvviso, il crollo del ghiacciaio della Marmolada ha riportato l’attenzione sulla fusione dei ghiacciai alpini. Un fenomeno di cui è difficile rendersi conto appieno e comprenderne le conseguenze perché di solito avviene su tempi lunghi. È vero l’opposto: la velocità con cui si stanno ritirando i ghiacciai italiani è molto rapida e sconvolge l’intero ecosistema alpino.