Oggi in Radio: Su Radio Techetè la scena italiana nei racconti di Carbonoli – Una conversazione con l’artista teatrale che ha segnato il ‘900
Le voci di alcuni dei più importanti protagonisti delle scene italiane, da Renzo Ricci a Vittorio Gassman, da Memo Benassi a Ugo Tognazzi, le dichiarazioni di intenti di registi celebri come Strehler e Squarzina, i ricordi di attrici indimenticabili tra cui Anna Proclemer e Rossella Falk. Questi personaggi, che hanno reso grande il teatro italiano, grazie a testimonianze e frammenti di brani tratti da opere custodite negli archivi dell’Audioteca Rai, torneranno ad essere protagonisti in uno Speciale di Radio Techetè, in onda dal 14 al 23 dicembre, alle 9.00 e poi alle 17.00. L’occasione è stata offerta dal libro “Anche a dispetto di Amleto. Cinquant’anni di teatro e altro” di Mauro Carbonoli, uscito di recente per le edizioni Aracne, che ripercorre, per l’appunto, una lunga stagione del teatro italiano a partire dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Carbonoli, figura centrale della scena italiana del secondo Novecento, nato a Milano nel 1929, è stato attore di prosa, cinema e televisione, prima di indirizzare la sua carriera verso l’organizzazione teatrale – ruolo nato in Italia con Paolo Grassi, fondatore insieme a Giorgio Strehler del Piccolo di Milano – ricoprendo incarichi prestigiosi, tra cui ricordiamo le direzioni del Teatro di Roma, del Piccolo, del Teatro Eliseo e dell’Eti, Ente teatrale italiano.
Nel corso dello Speciale curato da Silvana Matarazzo, grazie alle conversazioni avute con Mauro Carbonoli che, a dispetto dei suoi novant’anni possiede una memoria e vitalità invidiabili, intersecate ai numerosi materiali sonori selezionati dagli archivi radiofonici, si attraverseranno le fasi più interessanti della scena italiana, che vanno dall’avvento del teatro di regia, alla nascita dei teatri stabili, dalla fondazione delle cooperative teatrali all’esplosione di una nuova drammaturgia in grado di fondere la parola alla messa in scena servendosi di una lingua forte ed evocativa, che spesso non disdegna l’utilizzo del dialetto.