Oggi in radio: Speciale Mario Scaccia. “Vieni avanti cretino” tra varietà e tragedia
Un attore poliedrico, capace di giostrarsi tra diversissimi ruoli e registri. Lo spazio teatrale di Radio Techetè dal 31 gennaio al 13 febbraio, alle 17.00, dedicherà uno Speciale a Mario Scaccia, uno dei protagonisti della storia dello spettacolo italiano del Novecento. Scaccia, scomparso a Roma, sua città natale, nel 2011 poco dopo aver compiuto 91 anni, si è diviso tra il teatro, sua grande passione, il cinema, la televisione e la radio, alternando queste varie forme espressive grazie a una duttilità interpretativa e a una padronanza dei mezzi mimici e gestuali che gli consentivano di passare dal registro comico a quello drammatico con disinvoltura. Lo Speciale dei Teatri alla radio sull’artista romano, curato da Silvana Matarazzo, comprende l’ascolto delle commedie realizzate dai tre canali radiofonici della Rai con Scaccia protagonista, alcune interviste da lui rilasciate e brani di un celebre programma che ha condotto su Radiouno nel 1979, “Vieni avanti, cretino!”, nato con l’idea di rivalutare il ruolo della spalla negli spettacoli di varietà e al cinema. A questi contributi sonori si aggiungono le interviste, realizzate dalla curatrice per l’occasione, con Italo Moscati, scrittore e critico teatrale e cinematografico, che ha frequentato a lungo Scaccia, e con Michela Zaccaria, ricercatrice universitaria, regista, autrice del libro “Mario Scaccia”. L’attore romano ha interpretato sulla scena sia i classici, come Machiavelli, Shakespeare e Molière, che gli autori contemporanei, italiani ed europei, con una predilezione per il comico-grottesco di Ionesco, di Durrenmatt e l’assurdo di Beckett, senza dimenticare che ha riportato per primo al successo le commedie di Ettore Petrolini, con il quale Scaccia condivideva lo spirito beffardo, lo sguardo acuto e il piacere del gioco e dell’esibizione, mai non disgiunto dalla ricerca di una propria verità. Mario Scaccia, infatti, considerava il teatro un’esigenza di vita e si sentiva qualcuno solo nella dimensione di attore. “Il teatro è un contatto carnale, un atto d’amore verso noi stessi e gli altri” amava ripetere e vedeva nella rappresentazione una ricerca di verità, un disvelamento delle proprie emozioni di cui il pubblico era il destinatario.