Oggi in Radio: “Radio3Mondo” – Un subcontinente in subbuglio
Centinaia di migliaia di contadini indiani e i loro sostenitori occupano da novembre le principali strade che circondano la capitale, Nuova Delhi, per protestare contro le leggi di riforma agricola. Il governo indiano ha dato il via a una escalation di repressione contro i manifestanti, i leader agricoli e i giornalisti. Le autorità hanno anche sospeso internet, e impedito l’accesso ai siti di protesta.
Grandi problemi anche con i cinesi al confine himalayano, dove l’ India intanto ha ritirato le sue truppe, insieme alle controparti cinesi, dopo che mesi di tensioni hanno sollevato lo spettro di una guerra vera e propria tra i due rivali asiatici con armi nucleari.
Delhi ha anche recentemente invitato un gruppo internazionale di 24 inviati in Jammu e Kashmir per mostrare la “normalità”. Un anno dopo che la regione è stata privata del suo speciale status semiautonomo. Guardie armate e funzionari del ministero degli Esteri questa settimana hanno accompagnato i diplomatici di Europa, Africa e nazioni dell’Asia centrale e meridionale in un tour di Srinagar, la più grande città del Kashmir.
Laura Silvia Battaglia ne parlerà nella puntata di “Radio3Mondo” con Elisa Giunchi, professore associato di Storia dell’Asia all’Università degli Studi di Milano. Autrice di diversi libri, l’ultimo in uscita a marzo 2021 “Il pashtun armato” e con Rita Cenni, corrispondente ANSA da Nuova Delhi. In onda mercoledì 24 febbraio alle 11 su Rai Radio3.
In Nepal inoltre a cavallo di fine anno ci sono state accese proteste: il paese, che confina con India e Tibet e si è ritrovato al centro della disputa tra India e Cina, è stato per giorni impegnato in proteste di piazza contro il governo e la decisione del primo ministro Oli di sciogliere il Parlamento e chiamare a elezioni anticipate. Oli, 68 anni, è diventato primo ministro dopo che il suo partito, il partito comunista del Nepal, ha vinto le elezioni 3 anni fa. Il partito di Oli e il partito degli ex ribelli maoisti si erano uniti in un unico partito comunista. Nel tempo però sono aumentate le tensioni tra il primo ministro e il leader degli ex ribelli, Pushpa Kamal Dahal, che è anche co-presidente del partito. I due avevano deciso di comune accordo di dividersi i 5 anni del primo mandato ma al momento di cedere il comando, Oli ha rifiutato di lasciare il posto a Dahal.