Oggi in Radio: Radio3 Mondo – La morte di Nizar Banat scatena le proteste in Cisgiordania
In questi giorni nelle città palestinesi, da Ramallah a Hebron, si percepisce un odore di intifada. A differenza delle rivolte precedenti, però, l’obiettivo non sono l’esercito o i coloni israeliani, ma l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp). Tutto è cominciato con la morte di Nizar Banat, attivista di 43 anni originario di Hebron, deceduto il 24 giugno poche ore dopo che la polizia palestinese l’aveva arrestato a casa sua. La famiglia di Banat parla di “omicidio” e afferma che il corpo dell’uomo mostrava i segni delle percosse. Le autorità, invece, hanno dichiarato che le condizioni di salute di Banat sono “rapidamente peggiorate”.
Banat era conosciuto per le critiche spietate rivolte sui social network contro l’Anp, guidata da Abu Mazen: l’uomo aveva chiesto alle nazioni occidentali di tagliarle gli aiuti a causa del crescente autoritarismo e delle violazioni dei diritti umani. Migliaia di persone hanno partecipato ai suoi funerali a Hebron, nel sud della Cisgiordania, e da allora sono state organizzate manifestazioni ogni giorno a Ramallah, sede dell’Anp, con scontri tra manifestanti e polizia. La morte di Banat è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in un contesto segnato dal risentimento crescente nei confronti dell’Anp. All’origine della protesta c’è la decisione di Abu Mazen di annullare le elezioni presidenziali e legislative previste per il mese scorso nei territori palestinesi. In seguito all’offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza, decine di attivisti palestinesi sono stati arrestati. Perché l’Autorità Palestinese arresta gli attivisti della Cisgiordania? Martedì 29 giugno alle 11 Luigi Spinola ne parlerà con Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto da Gerusalemme.