Oggi in radio: L’Etiopia tra crisi interna e dramma dei migranti, a “Radio 3 Mondo”. La strage al confine tra Yemen e Arabia Saudita
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed si potrebbe trovare al centro di un nuovo conflitto, questa volta nell’importante regione di Amhara, che ha schierato le sue truppe per aiutarlo a contrastare un tentativo delle forze rivali del Tigray di rovesciarlo. Abiy sta affrontando una forte sfida al suo potere da parte delle milizie conosciute come Fano – una parola amarica liberamente tradotta come “combattenti volontari”. L’espressione divenne popolare negli anni ’30, quando i “combattenti volontari” si unirono all’esercito dell’imperatore Haile Selassie per combattere gli invasori italiani. Ed è utilizzata ancora oggi dai contadini e dai giovani che hanno formato milizie per difendere il popolo Amhara il cui futuro, secondo loro, è minacciato dal governo e da altri gruppi etnici. Il PM Abiy aveva in passato utilizzato l’argomento dell’unità per cercare di gestire il Paese, però sembra non funzionare e l’Etiopia potrebbe avere presto bisogno di rimettere in discussione la sua base costituzionale.
Sarà l’argomento di apertuta della puntata di “Radio 3 Mondo” di giovedì 24 agosto, in onda alle 11 su Radio 3: Giulia De Luca ne parlerà con Irene Panozzo, ex consigliere politico della UE sul Corno d’Africa e tra i soci di Lettera 22.
Le guardie di frontiera saudite hanno ucciso centinaia di migranti etiopi, e richiedenti asilo, che hanno cercato di attraversare il confine tra Yemen e Arabia Saudita tra marzo 2022 e giugno 2023: hanno usato armi esplosive e sparato a distanza ravvicinata, anche a donne e bambini, in uno schema diffuso e sistematico. Queste uccisioni, documentate da un report di Human Rights Watch, costituirebbero un crimine contro l’umanità. In alcuni casi, le guardie saudite hanno chiesto ai sopravvissuti in quale arto del corpo preferissero essere colpiti, prima di sparare loro a distanza ravvicinata e hanno anche sparato con armi esplosive contro i migranti che erano appena stati rilasciati dalla detenzione temporanea saudita e stavano cercando di fuggire di nuovo verso lo Yemen. Le ricerche di Human Rights Watch indicano che le uccisioni continuano.