Oggi Il primo Sanremo, a “Cento , un secolo di radio”
Alle origini della kermesse musicale più famosa
In occasione dell’anniversario della prima edizione del Festival di Sanremo, Umberto Broccoli, in “Cento, un secolo di radio“, in onda lunedì 29 gennaio 2024 alle 17.05 su Rai Radio1, ricorderà l’origine della kermesse musicale che nei primi quattro anni di vita è stata patrimonio esclusivo della programmazione radiofonica. Per la manifestazione la Rai riprese un vecchio progetto di Amilcare Rambaldi e, d’accordo con Pier Busseti, in collaborazione con il maestro Giulio Razzi, diede inizio al Festival nazionale della canzone italiana. Scopo era valorizzare e promuovere la canzone italiana, “compatibilmente con i presupposti popolari propri del genere”. Da quella prima serata trasmessa sulla Rete Rossa, sarà proposta la voce del conduttore Nunzio Filogamo.
Seguirà il ricordo di Ruggero Orlando, primo corrispondente della Rai da New York (dove rimase fino al 1970), uno dei protagonisti della storica notte dello sbarco sulla Luna. Se ne potrà ascoltare la voce da un estratto di ‘Serio ma non troppo’, Secondo programma, 26 aprile 1969. Per la rubrica dedicata ai grandi scrittori della radio si chiuderà invece con la voce di Carlo Cassola.
Carlo Cassola, pur vivendo nel periodo del neorealismo, non ne accettava completamente la poetica, giacché riteneva che l’uso del linguaggio popolare, vale a dire del dialetto, fosse da condannare in ambito letterario; lo scrittore si considera un realista, ma rifiutava l’approccio del naturalismo e la ricerca degli “spaccati sociali” tipici del neorealismo. Si affaccia alla letteratura all’incirca all’inizio della seconda guerra mondiale, dopo la prosa d’arte, esperienza a lui estranea, accanto all’ermetismo. Dell’ermetismo accoglieva il gusto dell’essenzialità, della poesia come assoluto, anche nella prosa (al di fuori dunque del «resoconto», della psicologia, delle determinazioni ideologiche e culturali sentite come ingombranti rispetto alla pura intelligenza spirituale del vivere), che egli interpretava, nel campo narrativo suo proprio, come attenzione esclusiva all’esistenziale.
Appuntamento assolutamente imperdibile.