Nel decennale della sua scomparsa, Roma omaggia il grande pianista, compositore e direttore d’orchestra con la mostra “ARMANDO TROVAJOLI. Una leggenda in musica”
Lo straordinario viaggio nel mondo di Armando Trovajoli arriva nella Capitale, nel decennale della sua scomparsa, con la grande mostra “Armando Trovajoli. Una leggenda in musica” dedicata al grande pianista, compositore e direttore d’orchestra che sarà realizzata a Roma dall’11 marzo al 14 maggio 2023 al Museo di Roma in Trastevere. Musicista eclettico e dalla versatilità ineguagliabile, ha raccontato in musica quasi ottant’anni di vita e di costume, le sue melodie sono state la colonna sonora della generazione del dopoguerra, regalando sogni e segnando una pagina fondamentale della cultura italiana.
La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale, è organizzata e realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare. L’esposizione è a cura di Mariapaola Trovajoli, Alessandro Nicosia e Federica Nicosia. Collaboratore ufficiale Rai Teche, sponsor tecnico European Broker, supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. Catalogo Gangemi editore.
Inventore di un nuovo metodo musicale, nelle sue composizioni tratta il materiale sonoro con semplicità e autenticità, celando tra le righe la sua grande sapienza. Autore di brani indimenticabili, le sue partiture, dal linguaggio immediato ed universale, permeano la storia, pietre miliari che hanno contribuito alla rinascita della commedia musicale italiana, reinventandone il suono.
Fu accademico di Santa Cecilia e Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana, appassionato di pianoforte e jazz, è passato dalla commedia musicale al cinema, alla radio, alla tv. Tappa fondamentale della sua lunga e prestigiosa carriera fu la direzione per conto della RAI, agli inizi degli anni ’50, della prima orchestra stabile di musica leggera. Con il suo stile pianistico armonioso ed elegante, venne riconosciuto come una delle personalità più rilevanti della musica internazionale, tanto da rappresentare l’Italia nel 1949 al Festival Internazionale del Jazz, a Parigi, esibendosi nella celebre Salle Pleyel. In quel periodo, e successivamente, suonò con i più prestigiosi jazzisti del mondo Duke Ellington, Miles Davis, Chet Baker, Stéphane Grappelli, Django Reinhardt.
Ha scritto commedie memorabili, una su tutte “Rugantino”, opera di Garinei e Giovannini che ha debuttato al Teatro Sistina di Roma nel 1962 e ancora oggi si consacra come uno dei classici del teatro musicale italiano. Con una forte connotazione di romanità, tutti desiderano recitare in questa storia – che trasporta nella Roma papalina ottocentesca – e fra tradizione e modernità ancora fa riflettere e incanta per ambientazione, costumi e musica. Autore di uno dei brani più belli dedicati alla città eterna, diventato un vero inno dell’Urbe: l’immortale “Roma nun fa la stupida stasera”. Ottenne poi altrettanti successi con “Ciao Rudy” e “Aggiungi un posto a tavola”, sempre degli stessi autori.
Il suo rapporto con il cinema fu ricco di collaborazioni e la sua produzione cinematografica ha pochi eguali nel panorama italiano. Ha infatti firmato più di 300 colonne sonore e collaborato con i più grandi registi del nostro cinema: Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Luigi Magni, Dino Risi, Antonio Pietrangeli, Marco Vicario, Alberto Lattuada ed Ettore Scola, del quale ha musicato praticamente l’intera filmografia.
É stato autore di colonne sonore di film straordinari, tra cui Riso amaro, La Ciociara, Ieri, oggi domani, Una giornata particolare, catturandone l’essenza. Ha raggiunto riconoscimenti internazionali, con “Che m’è mparato a ffà”, lanciata e incisa in disco da Sofia Loren.
Una carriera costellata da premi tra cui Nastri d’Argento e David di Donatello. Un vero artista e un grande autore che, giocando con le parole, spiegava così la sua filosofia nel rapporto con la musica per il cinema: “Ci sono due tipi di sottofondi, quello fatto al computer che è di uno squallore insopportabile e c’è il commento musicale fatto ad arte, che richiede perizia ma che, soprattutto, deve saper trovare l’equilibrio tra importanza della sonorità della musica e della parola”. Dice Trovajoli: “È valido anche il silenzio, ma dove ci dev’essere una sottolineatura, una sensazione, un pathos…. un qualcosa che faccia vibrare lo spettatore bisogna farlo con l’orchestra…”.
Cantore di Roma, protagonista di una storia d’amore infinita con la sua città durata tutta la vita, eterna e perenne senza enfasi, romanticamente sconfinata. Ha reso onore a Roma con la sua arte e sostenuto, nel corso della sua carriera, numerose iniziative per la città. Il 30 maggio 2013, tre mesi dopo la sua scomparsa avvenuta il 1° marzo 2013, Roma Capitale gli ha reso omaggio intitolandogli il Ponte della Musica Armando Trovajoli.
Nella mostra al Museo di Roma in Trastevere sarà possibile ripercorrere, attraverso una ricca collezione di documenti, foto, video, musiche, oggetti personali, come i suoi inconfondibili occhiali, l’itinerario di una vita e una carriera eccezionale che tocca la memoria collettiva.
In mostra anche il copione e la partitura cui stava lavorando nei suoi ultimi giorni: sognava di fare una versione teatrale del film Tosca. Non è stata un’impresa facile raccontare la sua grande avventura in un’esposizione: l’idea nasce da Mariapaola Trovajoli per recuperare uno spazio dove stimolare l’interesse del pubblico e rivivere ricordi ed emozioni, con la musica e oltre. Dietro una lunga ricerca di materiali, esposti per la prima volta, si documenta l’immenso patrimonio artistico e la vita di un uomo prodigioso.
Nove le sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: Gli inizi, Il Jazz, Il Pianoforte, La Radio, Il Cinema, Le Commedie musicali, La Televisione, Le Passioni, Il Maestro e Roma.
La mostra sarà arricchita anche da un catalogo edito per i tipi di Gangemi Editore che contiene storia, immagini e anche un lungo elenco di straordinarie testimonianze, da Sophia Loren, Pippo Baudo, Renato Zero, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea e tanti ancora.