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Nel borgo rurale di origine arbereshe di Marcedusa/Marcidhuza, numero importante di presenze parlando di… Marcatori identitari distintivi, cultura, transumanza, specificità territoriali dell’entroterra, con parola chiave #identità da difendere, valorizzare ed enfatizzare. Questo, in sintesi, il senso profondo emerso in occasione della serie di eventi che si sono susseguiti nel centro collinare. Ieri, la proiezione del film “Figli del Minotauro, Storie di Uomini e Animali” di Eugenio Attanasio. Il film pluripremiato in Italia e In Europa narra la transumanza attraverso la storia della famiglia Mancuso, allevatori di Marcedusa da diverse generazioni, pratica riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
La proiezione è stata preceduta dai saluti del regista Eugenio Attanasio, della Professoressa Aurora Skrame, del Sindaco di Marcedusa Arch. Domenico Garofalo e delle diverse generazioni della famiglia Mancuso; la serata è stata moderata dal giornalista Luigi Stanizzi. Il film è già stato premiato nell’anno corrente al Catania Film Fest, selezionato al Festival sul Pastoralismo e grandi spazi di Grenoble in Francia e presentato in luoghi prestigiosi tra cui l’Università La Sapienza di Roma. Nel corso della serata, molto partecipata, è stato riconsegnato alla famiglia Mancuso, nel paese d’origine, il Premio “Mar Jonio Estate” dal giornalista Luigi Stanizzi e dal regista Attanasio. Un riconoscimento speciale è stato assegnato da parte del Sindaco di Marcedusa, Domenico Garofalo, alla famiglia Mancuso come “Testimonial nel Mondo della pratica millenaria della transumanza praticata a Marcedusa”. Il sindaco Garofalo ha dichiarato: <<Dopo l’inaugurazione della installazione artistica “u Strittu” in relazione al concetto arbereshe di “Gjitonia”, curata dall’associazione culturale l’Abbrazzu, la tradizionale “iamu i Rughi Rughi accompagnati”, “la sagra rurale dell’entroterra” sul piatto specifico tradizionale “i ‘mparrettati” dei giorni scorsi, ieri la proiezione del l’importante film sulla pratica identitaria della Transumanza: quella culturale (specifica territoriale identitaria) è la strada più difficile da seguire ma anche quella più stimolante e per questo continueremo a farlo con passione, dedizione e un po’ di sana follia>>.