“Music, Money, Madness: Jimi Hendrix Live In Maui”
Un artista allo sbaraglio
Nell’estate del 1970 Michael Jeffery, il manager che aveva sostituito Chas Chandler alla guida della carriera di Jimi Hendrix aveva seri problemi di liquidità e quindi contattò la Reprise Records del gruppo Warner, con l’idea di un film “giovanile”, offrendo come contropartita la colonna sonora di quel film, con musica di Jimi Hendrix. Ma “Rainbow Bridge” il disco, uscito postumo dopo la morte di Jimi nel 1971, avrebbe contenuto materiale raffazzonato, preso da registrazioni di studio del 1968/69 e ‘70, con un solo brano dal vivo. E si dice, tra l’altro, che Jeffery avesse fatto sparire grandi quantità di denaro, per farle confluire sui propri conti correnti, e – ma non è mai stato provato – fosse coinvolto anche nella morte di Hendrix. L’argomento è stato dibattuto in vari libri e mai risolto, anche perché Jeffery morì anche lui in un disastro aereo in Francia nel 1973.
Il film racconta tutto il caos di un management e di un artista allo sbaraglio, a pochi mesi dalla morte di uno dei musicisti più influenti del XIX secolo.
L’esibizione a Maui fu la penultima del trio negli Stati Uniti, durante il finale The Cry of Love Tour. Nel corso del primo concerto, suonarono principalmente brani tratti dall’album Band of Gypsys. Il secondo concerto incluse invece nuove canzoni che Hendrix stava elaborando per l’inclusione nel progettato quarto album in studio.
Anche se Rainbow Bridge del 1971 e l’omonimo album erano attribuiti al solo “Jimi Hendrix”, Live in Maui indica Mitch Mitchell alla batteria e Billy Cox al basso.