MIDDLE EAST NOW - VISUAL VOICES - A Firenze la cultura mediorentale più contemporanea: cinema, arte, musica, incontri, teatro MIDDLE EAST NOW - VISUAL VOICES - A Firenze la cultura mediorentale più contemporanea: cinema, arte, musica, incontri, teatro
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MIDDLE EAST NOW – VISUAL VOICES – A Firenze la cultura mediorentale più contemporanea: cinema, arte, musica, incontri, teatro

MIDDLE EAST NOW - VISUAL VOICES - A Firenze la cultura mediorentale più contemporanea: cinema, arte, musica, incontri, teatro MIDDLE EAST NOW - VISUAL VOICES -  A Firenze la cultura mediorentale più contemporanea: cinema, arte, musica, incontri, teatroLa 11ª edizione di Middle East Now, inizialmente prevista ad aprile scorso, torna a svolgersi dal 6 al 11 ottobre 2020 a FirenzeIl festival, ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation, si terrà tra Cinema La Compagnia, Cinema Stensen, MAD Murate Art District e altri spazi cittadini.

Il festival torna a rendere protagonista il Medio Oriente contemporaneo con un programma sfaccettato di cinema, documentari, arte, mostre, musica, teatro, incontri progetti culturali in senso più ampio. Middle East Now da sempre si caratterizza per una forte attenzione alla attualità, al racconto dei fenomeni più nuovi e vibranti delle culture e delle società del Medio Oriente, che oggi più che mai hanno bisogno di essere approfonditi.

In programma l’anteprima di oltre 40 film premiati nei migliori festival internazionali: un viaggio cinematografico che tocca i paesi dell’area mediorientale, sempre di più al centro dell’attenzione della politica e dei media internazionali. Storie forti, personaggi, temi d’attualità nei titoli più recenti da Iran, Iraq, Kurdistan, Israele, Palestina, Egitto, Emirati Arabi, Kuwait, Afghanistan, Siria, Algeria, MaroccoTunisia, Algeria, faranno conoscere al pubblico le culture e le società di questi paesi, con una prospettiva che cerca di andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni con cui spesso vengono rappresentati. E naturalmente il Libano Beirut, a cui dedicheremo una serie di sguardi e prospettive.

Sarà un’edizione sia di proiezioni fisiche – tornando in sala, con tutte le precauzioni e garantendo al pubblico tutta la sicurezza necessaria – sia con proiezioni online, su una speciale piattaforma in collaborazione con MyMovies, che darà la possibilità a un numero ancora più alto di spettatori di vedere i film in anteprima.

E ci saranno ospiti – sia fisicamente a Firenze, sia sullo schermo – a presentare i film e ad approfondirli con il pubblico.

Il tema di questa edizione si focalizza su come la cultura, il cinema, l’arte e le espressioni visive siano strumenti e forum attivi per l’impegno sociale in Medio Oriente. Artisti, registi, fotografi, ma anche musicisti, performer e food activist della regione esprimono il loro punto di vista su questioni socio-politiche e culturali, e fanno sentire la loro voce attraverso il cinema, la poesia, la musica, le arti visive. Il festival approfondirà questo tema in modo trasversale: offrendo una panoramica potente della forza comunicativa delle immagini e dei messaggi culturali a esse collegati, dell’originalità e dell’aspirazione al cambiamento di cui sono intrise le opere visive e l’estetica prodotte dagli artisti mediorientali di oggi.

Altra novità assoluta di questa edizione è “MUSIC FOR FILMS”, programma dedicato alle colonne sonore di film mediorientali: un nuovo focus sul contributo creativo che la musica dà alla pratica del fare film, vista nello specifico del cinema mediorientale, presentato da un ospite speciale come il talentuoso musicista Omar Fadel, compositore pluripremiato di film, serie tv e video games (dal videogioco “Assassin’s Creed” al film satira “The Dictator” di Sacha Baron Cohen, fino al corto candidato all’Oscar “Day One”). Omar presenterà al festival 3 film diretti e prodotti in Medioriente da lui musicati: “The United” (2012) di Amin Matalqa, primo film prodotto dalla Disney e mai uscito nelle sale, storia di un allenatore di calcio outsider che cerca di mettere assieme una squadra di giovani promesse da tutto il mondo arabo; il documentario “In search of oil and sand” (Emirati Arabi, 2012, 58′) di Wael Omar and Philippe Dib, sguardo divertente e affascinante – tra detective story e analisi politica – sulla vita della ricca élite sociale del Cairo poco prima del colpo di stato del 1952; e “Yomeddine” (Egitto, 2018, 97′) Abu Bakr Shawky, un viaggio iniziatico, un road movie nell’Egitto profondo, che con tono leggero ci parla di miseria, tabù religiosi ed esclusione. Omar Fadel sarà a Firenze assieme ai registi dei film per discutere del loro lavoro creativo e aprire chiavi di lettura inaspettate.

Nel programma di questa edizione un’ampia selezione di titoli dall’Iran tra documentari, cortometraggi e fiction, che racconteranno le storie e l’attualità di un paese dalla grande cultura e da sempre al centro della scena geopolitica mediorientale. Un focus che vuole ricordare Felicetta Ferraro, collaboratrice appassionata del festival, grande esperta di Iran e Afghanistan, di cui ha curato i programmi fin dalle prime edizioni. A Felicetta Ferraro sarà dedicato il “Premio Cinema Iran 2020”, per la miglior opera dall’Iran.

Continua il viaggio dedicato al cinema emergente dai paesi del Golfo a questa edizione con “Whispered voices”, una selezione di titoli dall’Arabia Saudita, che si ricollega al tema portante del festival e lo adatta a questo paese, in cui i messaggi sociali che passano attraverso cinema e cultura sono più sussurrati che urlati, ma altrettanto potenti. La sezione è curata come sempre da Laura Aimone, collaboratrice di diversi festival internazionali e responsabile del programma di cinema dei Paesi del Golfo di Middle East Now.

Dall’Iran arriva il film d’apertura “Sunless Shadows” di Mehrdad Oskouei (Iran, Norvegia 2019), intimo e al tempo stesso potente ritratto della vita quotidiana in un centro di detenzione minorile iraniano, in cui un gruppo di ragazze adolescenti sconta la pena per aver ucciso il marito, il padre o un altro membro maschile della famiglia: da sole davanti alla macchina da presa, rivelano i loro pensieri, i sentimenti e i dubbi.

Il film ha aperto l’ultima edizione del festival IDFA di Amsterdam e vinto il premio “Miglior Regia”.

Sempre dall’Iran anche “Shouting at the Wind” (64’, Iran, 2019) di Siavash Jamali, protagonista Meysam, un adolescente che vive in uno dei sobborghi più difficili di Tehran, che sogna di cambiare il suo destino attraverso la musica, contro il volere della sua famiglia.

E ancora il bellissimo e delicato documentario “Formerly Youth Square” (Iran, 2019), in cui la regista-giornalista Mina Akbari parte da una fotografia di gruppo di venti anni prima che ritrae i 70 giornalisti che lavoravano al quotidiano Jame, oggi chiuso, per raccontare cosa ne è stato delle loro vite e dei loro percorsi professionali, per comporre un racconto delle difficoiltà e delle insidie dell’essere giornalista in Iran.

Dalla Palestina l’anteprima italiana di “Between Heaven and Hearth” (Palestina, 2019), l’ultimo film dell’acclamata regista Najwa Najjar, commedia che ruota attorno alla vicenda di Salma, palestinese di Nazareth, che vuole divorziare da suo marito Tamer, figlio di un famoso intellettuale rivoluzionario ucciso a Beirut, e alle complicazioni che derivano dal fatto che provengono da due fronti opposti della Green Line.
Sempre dalla Palestina il pluripremiato cortometraggio 
“Maradona’s Legs” di Firas Khoury (Germania, Palestina, 2019), ambientato durante i Mondiali del 1990, protagonisti due ragazzini palestinesi alla ricerca disperata delle “gambe di Maradona”, l’ultimo figurina mancante per completare l’album dei mondiali e vincere un computer Atari.

Dalla Giordania il pluripremiato documentario “Tiny Souls” di Dina Naser (2019, Giordania, Qatar, Francia, Libano, 85′), che racconta la vita quotidiana della piccola Marwa, che vive in un campo profughi in Giordania da quando è fuggita dalla Siria con la sua famiglia, del suo spirito vivace e aperto, e delle sfide per sopravvivere in un ambiente dove, nonostante tutto, la vita continua.

Dal Libano  “Beirut: la vie en rose” (Spagna, Libano, 2019) di Èric Motjer, sorprendente documentario che segue le vite di quattro membri dell’élite cristiana libanese, ultimi rappresentanti di un’età dell’oro a cui sono riluttanti a rinunciare.

Dall’Algeria arriva “143 Rue du Desert” (Algeria, Francia, Qatar, 2019), bellissimo doc d’autore di Hassen Ferhani che ha debuttato a Locarno, interamente girato in una locanda nel deserto algerino, in cui per una sigaretta o un caffè, una donna – Malika – accoglie camionisti, vagabondi e sogni…

Dall’Afghanistan, l’intenso e poetico film d’animazione della regista Zabou Breitman ”Les Hirondelles de Kaboul (Le Rondini di Kabul) (Francia, Afghanistan 2019), ambientata in una Kabul in rovina e occupata dai Talebani, in cui i due giovani Mohsen e Zunaira “Beirut: la vie en rose” (Spagna, Libano, 2019) di Èric Motjer, sorprendente documentario che segue le vite di quattro membri dell’élite cristiana libanese, ultimi rappresentanti di un’età dell’oro a cui sono riluttanti a rinunciare. si amano profondamente, e nonostante la violenza e la miseria del loro quotidiano vogliono credere in un futuro migliore…

Focus sul documentario creativo con Close-up

Close Up è un’istituzione di recente costituzione, nata dall’incredibile esperienza di Greenhouse Film Center, uno dei più importanti programmi di sviluppo di film documentari nell’area del Mediterraneo. Nell’ambito della collaborazione col festival Close up offrirà a una selezione di giovani documentaristi mediorientali l’opportunità di far debuttare i loro film al festival, e di discutere col pubblico il loro lavoro creativo, anche grazie all’anteprima di un film work-in-progress, di cui saranno per la prima volta mostrate una serie di sequenze.

Torna il “Competition Award”

Oltre ai premi che il festival assegna già – il “Middle East Now Audience Award”, al miglior film votato dal pubblico, il “Best OFF”, riconoscimento al miglior cortometraggio d’autore conferito da OFF Cinema – a questa edizione torna anche il premio “Middle East Now Award – Best Film”: una giuria ancora in via di definizione, composta da produttori, registi, editor sceglierà il titolo al quale assegnare il premio monetario.

Evento speciale di punta di questa edizione del festival è la mostra di arti visive “7X7 Middle East”curata dall’artista e designer libanese Roï Saade e co-prodotta assieme a MAD Murate Art District.
Protagonisti 7 giovani talentuosi fotografi mediorientali – Myriam Boulos, SinaShiri, Abdo Shanan, Ameer Al-Shaeli, Reem Falaknaz, Erdem Carol, Mouad Abillat – riuniti per fornire una personale prospettiva visiva della loro città – Baghdad, Beirut, Marrakesh, Tehran, Dubai, Istanbul e Algieri – raccontata in un giorno specifico della settimana. Il risultato sarà una voce e una visione collettiva, e al tempo stesso un insieme di punti di vista personali e fortemente originali, sulla vita delle persone in Medioriente, una narrazione visiva alternativa alla rappresentazione mediatica di queste città, molto spesso negativa e legata ai fatti della cronaca e della geopolitica. Le immagini realizzate dai 7 artisti coinvolti andranno in mostra negli spazi di MAD Murate Art District (inaugurazione giovedì 8 ottobre – fino al 31 ottobre 2020) e il progetto prevede anche la realizzazione di uno speciale “newspaper”: un quotidiano nelle cui pagine si svilupperà il racconto per immagini di ogni giorno di una ipotetica settimana in Medio Oriente.

il “Medio Oriente a Fumetti”, in una mostra e una serie di talk alla Compagnia

Un nuovo progetto dedicato al fumetto e alla graphic novel, che si propone di osservare il Medio Oriente da un punto di vista diverso dal solito: storie a colori o in bianco e nero si inoltrano nella complessità di questa regione, per cercare di spiegarla a giovani e meno giovani. Punti di vista alternativi, diversi dalla versione saggistica o televisiva, spesso mettono in luce ombre inquietanti o fatti ignoti, ma si propongono anche di scardinare pregiudizi e stereotipi ormai consolidati. Accanto agli ormai celebri Satrapi e Zerocalcare, ogni anno diventa sempre più fitta la schiera di disegnatori e sceneggiatori che si incaricano di dare voce e corpo alla Storia con la “S” maiuscola e alle storie più piccole di chi, come noi, è bagnato dallo stesso mare. Un progetto a cura di Anna Di Giusto, ricercatrice ed esperta di fumetti, che sarà una mostra di tavole e racconti sonori in scena nel foyer del Cinema La Compagnia, nei giorni del festival, e una serie di talk con gli autori protagonisti. Tra i titoli a cui sarà dedicato un focus: “Se chiudo gli occhi… La guerra in Siria nella voce dei bambini” (2018) di Francesca Mannocchi e Brisly Diala, “La rivoluzione dei gelsomini” di Takoua Ben Mohamed, il silent book “Mediterraneo” di Sergio Nazzaro e Luca Ferrara.
La sposa yemenita” 
(2017) di Laura Silvia Battaglia e Paola Cannatella, “La primavera araba” di Jean-Pierre Filiu e Cyrille Pomes (2014) e altri ancora…

VISUAL VOICES e MIDDLE EAST TALKS 2020

Ci sarà anche il Bookshop tematico “Visual Voices” e il programma di Middle East Talks 2020. Il festival presenterà una nuova edizione della sua libreria-installazione, progettata dal gruppo di architetti Archivio Personale, e che si ispirerà al tema “Visual Voices”, proponendo un viaggio letterario tra i romanzi e saggi che maggiormente esprimono il concetto di originalità di racconto di storie e prospettive di vita in medioriente. La selezione sarà a cura di Chiara Comito, fondatrice di Editoria Araba, blog di riferimento per la narrativa dal mondo arabo.

Il programma del festival sarà arricchito anche dal programma dei FESTIVAL TALKS: conversazioni, dibattiti, presentazioni di libri, approfondimenti su temi forti e di attualità, invitando sul palco del Cinema La Compagnia esperti, giornalisti, saggisti, scrittori e registi, per disegnare una mappa della nuova comunicazione e dell’informazione sul Medio Oriente.

Presto sarà annunciato il programma completo, inclusi gli eventi speciali legati al teatro contemporaneo, alla musica e al food.

Middle East Now è organizzato dall’associazione culturale Map of Creation, con la direzione artistica di Lisa Chiari e Roberto Ruta, il contributo di Regione Toscana nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Gruppo Why the Best Hotels Firenze, Fondazione Niels Stensen, con il supporto di MAD Murate Art District, Ponte 33, Murmuris Teatro, Azalai Travel Design, in partnership con Meltin’Concept, e altre istituzioni e partner locali e internazionali.

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