Memorie silane anni Sessanta con il raro film “Strada senza uscita”
Si conclude ”Estate silana 23″ promossa dalla Cineteca della Calabria con Unpli e Pro loco Taverna con la proiezione del film “Strada senza Uscita”, di Gaetano Palmieri, con un giovanissimo Andrea Giordana, Lunedi 21 agosto, a Monaco di Villaggio Mancuso, ore 21,30. Ingresso gratuito.
Dopo le partecipate iniziative dei giorni scorsi, dal libro di Aldo Ventrice su Roberto Elia a quello di Eugenio Attanasio su Francesco Misiano, autore anche del film Figli del Minotauro l’ultimo appuntamento vede la proiezione di una pellicola d’annata. Dal “Lupo della Sila” a “La ballata dei mariti”, per un periodo abbastanza lungo, la Sila ha rappresentato l’immagine cinematografica della Calabria, una regione ricca di coste e di spiagge, che si è fatta conoscere invece per la sua montagna e i suoi splendidi boschi. Dagli anni ’30 con la costruzione delle dighe artificiali, i laghi silani sono diventati i nuovi protagonisti del paesaggio contribuendo all’elettrificazione e allo sviluppo agricolo regionale, ma portando elementi di innovazione nell’ambiente, ora purtroppo a rischio per l’uso arbitrario delle acque in esse contenuti, che non vengono considerate un bene comune. Sono nati insediamenti umani, non sempre in armonia con un contesto ricco di straordinarie bellezze paesaggistiche . Ci pensa il cinema a cristallizzare l’immagine della Sila delle baracche di legno, tanto caratteristiche quanto facili da spazzare via con l’avvento della cemetificazione. Il film in oggetto è una rarità proposta dalla Cineteca della Calabria, che da anni recupera e ristampa pellicole girate in Calabria salvandole dall’oblio. Girato nel 1969, anno di contestazione studentesca, proprio sulle rive del Lago Ampollino, protagonista è un giovanissimo Andrea Giordana che si rifugia in una casa sul lago, in fuga dalla società. Nel cast anche il padre , Claudio Gora, mentre la regia è curata da Gaetano Palmieri.
Senza entrare nella descrizione della trama, il film racconta le tensioni sociali del momento di grande rivolta giovanile. Con ben altra riuscita ci prova nello stesso periodo Andrea Frezza con il suo “Il Gatto selvaggio”, film considerato oggi di culto, ma l’opera di Palmieri si lascia apprezzare per gli scorci rappresentativi di un’epoca e di un paesaggio che i più maturi ricorderanno. Anni di grande sviluppo per la Sila, con il “Premio dei Due Mari” che vide a Villaggio Mancuso presso l’albergo delle Fate la presenza dei più grandi attori, da Gassmann a Vallone, dalla Loren a Nazzari, lanciando definitivamente la montagna calabrese nelle destinazioni turistiche d’elite. A noi, oggi, conservare quella memoria.