Mahler 9 - Col “testamento” di Mahler, Claus Peter Flor torna all’Auditorium con la capienza al 100% Mahler 9 - Col “testamento” di Mahler, Claus Peter Flor torna all’Auditorium con la capienza al 100%
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Mahler 9 – Col “testamento” di Mahler, Claus Peter Flor torna all’Auditorium con la capienza al 100%

Mahler 9 - Col “testamento” di Mahler, Claus Peter Flor torna all’Auditorium con la capienza al 100% Mahler 9 - Col “testamento” di Mahler, Claus Peter Flor torna all’Auditorium con la capienza al 100%Con grande entusiasmo l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ha recepito la decisione di consentire fino al 100% il riempimento della capienza di teatri, sale da concerto, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo. C’è aria di normalità, e questo, all’Auditorium di Milano, è più che rincuorante. Sulla falsariga di questo spirito, torna in Largo Mahler il padrone di casa, il Direttore Musicale Claus Peter Flor, alla sua prima apparizione nell’ambito di questa Stagione. Torna all’Auditorium di Milano per dirigere laVerdi in un caposaldo del repertorio d’elezione di questa compagine: la Sinfonia n. 9 in Re maggiore di Gustav Mahler (nella versione per orchestra da camera di Klaus Simon).

Ascoltare Mahler all’Auditorium di Milano pieno al 100% è un meraviglioso deja-vù. Un ricorso storico ai tempi in cui il teatro poteva essere riempito, esattamente come oggi.

La Nona di Mahler, in scena giovedì 28 (ore 20.30), venerdì 29 (ore 20.00) e domenica 31 ottobre (ore 16.00) vede Claus Peter Flor e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi finalmente di nuovo insieme, in compagnia del pubblico di un Auditorium che torna finalmente a riempirsi. La Nona di Mahler sarà una festa musicale, una celebrazione di una delle pagine più grandiose del repertorio sinfonico di tutti i tempi insieme alla famiglia musicale che abita nella piazza milanese dedicata appunto al grande compositore.

Un monumento sinfonico che rappresenta l’opera più matura del compositore boemo, datata 1910 e composta nella baita di Alt-Schluderbach, nei pressi di Dobbiaco. Cresciuta in simbiosi con il ciclo vocale Das Lied von der Erde, fu completata il 1° aprile del 1910, secondo quanto scrisse l’autore a Bruno Walter. Mahler non potè ascoltare le sue ultime opere, che furono eseguite postume. Walter diresse la Nona a Monaco il 21 novembre del 1911 e Das Lied von der Erde a Vienna il 26 giugno 1912. Si tratta di una sinfonia che poco o nulla ha a che spartire con l’organico mastodontico che Mahler impiegò nella precedente Sinfonia, l’Ottava. Tutt’altro. Qui Mahler cerca anzi di valorizzare i singoli timbri degli strumenti dell’orchestra, virando in una ricerca di sonorità più spesso cameristiche, prediligendo un’espressività talvolta più intimistica. E laVerdi fa di necessità virtù, andando a caccia di questo carattere affrontando la versione per orchestra da camera firmata da Klaus Simon, a questo punto estremamente interessante in quest’ottica, anche se, senza ombra di dubbio, questo lavoro orchestrale non manca certo del respiro sinfonico mahleriano.

E’ nelle prime battute che sentiamo il richiamo tematico al Canto della Terra, quasi l’alter ego per voce e orchestra di questo splendido lavoro, nato negli stessi boschi e tra le medesime cime montane in cui nacque la Nona. Trattasi di due lavori accomunati in primis dal tipo di intenzionalità, il tipo di messaggio che informa entrambe le partiture. Messaggio riassumibile nella parola Abschied, ovvero “Addio”. Un fatto curioso ci aiuta a comprendere questo carattere comune: il direttore d’orchestra olandese Willem Mengelberg, per anni a stretto contatto con Mahler, annotò nel 1918 sulla sua partitura che il significato del Lied fosse un Addio all’ “amico”, ovvero all’umanità. Mentre la Nona rappresentava “l’Addio a tutto ciò che ama – e al mondo – e alla sua arte, alla sua vita, alla sua musica”. Insomma, l’addio a tutto. E il tema che accomuna questi due lavori è un tema che sembra uscire a poco a poco dall’ombra, e che sfocia in un grande episodio che mette in moto uno sviluppo denso e contrappuntisticamente assai complesso.

Dopo il secondo tempo, un Ländler “Un po’ goffo e molto rude”, come recita l’indicazione agogica dall’autore stesso (anche se in Mahler, di rude, c’è ben poco, ndr), e il Rondò-Burleske, che, sempre secondo Mengelberg, vuole parodisticamente rappresentare attraverso un contrappunto “molto cocciuto” (sehr trotzig, come indicato in partitura) gli inutili sforzi dell’uomo di fronte all’eternità della morte, il culmine della Nona sta senz’altro nell’Adagio finale. Un testamento, un vero e proprio addio di Mahler al mondo. Sempre più lontano, in un pianissimo irreale scandito dai suoni esitanti degli archi con sordina, che portano la Sinfonia a terminare in Re bemolle maggiore, una tonalità lontanissima dal Re maggiore d’impianto.

Una vetta spirituale ancora forse non ancora raggiunta, che richiama a gran voce il pubblico a riempire i sedili dell’Auditorium di Milano per tornare a vivere insieme della bellezza della musica dal vivo, e ricominciare a emozionarci profondamente in un rito collettivo di grandiosa meraviglia.

In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana del 23 luglio 2021, a partire dal 6 agosto 2021 per accedere in Auditorium è necessario presentare la propria Certificazione verde Covid-19 (green pass) associata a un documento di identità.

Per ottenerla, oltre alla vaccinazione, è possibile sottoporsi a un tampone antigenico o molecolare secondo le modalità e tempistiche di legge.

In mancanza della documentazione necessaria non sarà consentito l’accesso.

Biglietti

Intero: 36 € in platea, 27 € in galleria. Over 60 e Convenzioni: 27 € (platea), 21 € (galleria). Under 30 e Sostenitori: 19 € (platea), 17 € (galleria).

Orari biglietteria: Lunedì – Sabato, 10 – 19;

Recapiti: T. 02 83389.401, e-mail: [email protected]

Claus Peter Flor, direttore

Rispettato in tutto il mondo come direttore d’orchestra con una musicalità istintiva e incisiva, Claus Peter Flor mantiene una prestigiosa carriera internazionale, rinomata in particolare per la sua competenza e per l’interpretazione del repertorio austro-germanico, tra cui Bruckner, Mahler, Strauss, Brahms e Schumann. Il Maestro Flor ha anche una grande affinità con le opere di Shostakovich, così come con il repertorio ceco di Dvorak e Suk, avendo registrato molti dei loro lavori durante il suo mandato come direttore principale della Malaysian Philharmonic. Nato a Lipsia nel 1953, il Maestro Flor ha iniziato la sua carriera musicale studiando violino a Weimar e Lipsia, prima di dedicarsi alla direzione d’orchestra con Rolf Reuter e successivamente con Rafael Kubelik e Kurt Sanderling. Nel 1984 è stato nominato General Music Director della Konzerthausorchester di Berlino, attivando allo stesso tempo regolari collaborazioni con le altre principali orchestre tedesche: la Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Nel 1988 ha debuttato con la Filarmonica di Berlino, dove è poi tornato in altre due occasioni. Nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi presso un gran numero di importanti orchestre, tra cui la Philharmonia Orchestra di Londra, la Dallas Symphony Orchestra, la Tonhalle Orchester Zürich e la Malaysian Philharmonic Orchestra. Prima di ricoprire la carica di Direttore Musicale della Malaysian Philharmonica dal 2008 al 2014, il Maestro Flor ha ricoperto la carica di Direttore Ospite Principale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi (2003-08) su invito personale del loro Direttore Musicale Riccardo Chailly, dove è stato successivamente nominato Direttore Musicale dalla stagione 2017/2018, con il compito di sviluppare il lavoro dell’orchestra nel repertorio mitteleuropeo. Nella stagione 2018/2019, il Maestro Flor è nominato Direttore Ospite dell’Het Gelders Orkest. Nelle ultime stagioni, ha diretto con successo di pubblico e di critica concerti con la London Symphony Orchestra (la Sinfonia n. 3 di Bruckner) e l’Orchestra Santa Cecilia di Roma in un programma interamente dedicato a Mozart. Tra i recenti e i prossimi impegni di rilievo la collaborazione con la Het Gelders Orkest così come il ritorno alla South Netherlands Philharmonic, alla Dallas Symphony Orchestra, allo Hyogo Performing Arts Centre Orchestra in Giappone e il debutto con la Philharmonic Orchestra di Sofia. La sua grande esperienza in ambito lirico lo ha portato a instaurare una lunga collaborazione con il Théâtre du Capitôle di Tolosa, dirigendo celebri produzioni di Le Prophète di Meyerbeer, Tiefland di d’Albert e Die Walküre di Wagner. Tra le produzioni passate si ricordano Faust di Gounod, Tristan und Isolde di Wagner, Madama Butterfly di Puccini, Die Zauberflöte di Mozart, Hänsel und Gretel di Humperdinck. Per queste produzioni il Maestro Flor ha collaborato con diversi registi, fra i quali Götz Friedrich, Joachim Herz, Harry Kupfer, Nicolas Joël, Mariame Clément e Walter Suttcliffe. Altri impegni lirici includono una produzione di Siegfried di Wagner, diretto da David McVicar, con l’Opéra National du Rhin a Strasburgo, Le Nozze di Figaro e Die Meistersinger alla Monnaie di Bruxelles, quest’ultimo anche in tournée a Tokyo, Die Zauberflöte di Mozart per la Houston Grand Opera, Euryanthe di Weber per la Netherlands Opera con la Royal Concertgebouw Orchestra, e La Bohème per la Dallas Opera. Ha anche diretto una pletora di altri titoli con la Staatsoper di Berlino, la Deutsche Oper e i teatri lirici di Monaco, Dresda, Amburgo e Colonia. Il Maestro Flor ha una discografia ampia e diversificata, che include una serie di registrazioni di Mendelssohn con la Bamberg Symphony, recentemente ristampata dalla Sony/BMG. Il suo rapporto di lunga data con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi ha anche portato l’orchestra a diventare la prima orchestra italiana a registrare tutte le Sinfonie di Mahler come produzioni concertistiche dal vivo per Idagio. Il Maestro Flor ha registrato anche l’Asrael Symphony di Suk (2009) e le Sinfonie n.7 e 8 di Dvorak (2012) con la Malaysian Philharmonic per l’etichetta BIS.

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