"Lorenzo Lotto. Viaggio nella crisi del Rinascimento"
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“Lorenzo Lotto. Viaggio nella crisi del Rinascimento”

Tra successo e sconfitta

"Lorenzo Lotto. Viaggio nella crisi del Rinascimento"

Il volto “buono” del Cinquecento italiano: così è stato definito Lorenzo Lotto, un pittore dalla vita singolare e da un’arte altrettanto singolare. “Lorenzo Lotto. Viaggio nella crisi del Rinascimento” di Enrico Maria Dal Pozzolo con la regia di Luca Criscenti – in onda mercoledì 3 luglio alle 19.25 su Rai 5 – le narra in maniera intrecciata e lo fa partendo dalla conclusione della vita dell’artista, dal suo rifugio, nel Santuario di Loreto, dove Lotto morì silenziosamente, a 76 anni, nel 1556.
Veneziano, ma attivo a Roma, a Bergamo e soprattutto nelle Marche, Lotto ebbe una produzione intensissima, caratterizzata sempre da una creatività sorprendente e arguta. Nel film si presentano molte sue opere, tra tele, ritratti e pale d’altare: circa un terzo dei suoi lavori giunti fino a oggi. E si mostrano nel loro contesto, nei luoghi dove si conservano e per i quali, molto spesso, sono state realizzate. Lavori che documentano i voli pindarici di un uomo che ha gustato il successo e la sconfitta, e che ha accompagnato e ha assistito alla crisi dei valori dell’Italia del Rinascimento.

Lorenzo Lotto fu un grandissimo ritrattista perché considerò sempre ogni individuo non il protagonista di una storia, ma una persona qualunque, fra le tante:

«una persona che si incontra e con cui si parla e ci si intende. All’opposto di quelli di Tiziano, i ritratti del Lotto sono i primi ritratti psicologici: e non sono, naturalmente, ritratti di imperatori e di papi, ma di gente della piccola nobiltà o della buona borghesia, o di artisti, letterati, ecclesiastici.

La grande scoperta, è quella del ritratto come dialogo, scambio di confidenza, di simpatia, tra un e un altro: per questo i ritratti lotteschi sono testimonianze autentiche e attendibili, anche se la descrizione fisionomica non è più minuziosa e precisa che nei ritratti di Tiziano.

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