Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi: Stagione Sinfonica 2019/20 – “Stingeranno nei pugni una cometa”. Un dittico di Requiem tra tradizione e innovazione
Giovedì 13 febbraio (ore 20.30), venerdì 14 febbraio (ore 20.00) e domenica 16 febbraio (ore 16.00) l’Auditorium di Milano (Largo Mahler) vedrà l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi sotto la direzione di Maxime Pascal e il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi guidato da Jose Antonio Sainz Alfaro in un dittico di Requiem, tra passato e presente: il Requiem in re minore K.626 di Wolfgang Amadeus Mozart (Sequenza Eybler), con i solisti Minji Kim (soprano), Solderg Isalv (contralto), Stefano Ferrari (tenore) e Daniele Caputo (basso), e Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa, oratorio per soli, coro e orchestra di Silvia Colasanti, con Mariangela Gualtieri (voce recitante), Monica Bacelli (mezzosoprano) e Davide Vendramin (bandoneon).
“Il sacro è qualcosa di trascendente, fa parte di un mondo che non muta, dunque non è soggetto all’evoluzione del linguaggio. In questo senso ho voluto utilizzare vocaboli musicali arcaici, risalenti agli inizi della polifonia e inserirli in un contesto funzionale, formale e timbrico del presente”. Così Silvia Colasanti, autrice di Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa, in programma giovedì 13 febbraio (ore 20.30), venerdì 14 febbraio (ore 20.00) e domenica 16 febbraio (ore 16.00) all’Auditorium di Milano, parla del sacro in musica, sicuramente un tema centrale del programma che l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretta per l’occasione da Maxime Pascal. Il sedicesimo programma della stagione sinfonica 2019/2020 prevede infatti, oltre alla già citata composizione di Silvia Colasanti, il Requiem in re minore K.626 di Wolfgang Amadeus Mozart (sequenza Eybler), in cui i solisti saranno Minji Kim (soprano), Solderg Isalv (contralto), Stefano Ferrari (tenore) e Daniele Caputo (basso). Una vera e propria sfida, quella lanciata da laVerdi, nel mettere a confronto una forma storica come il Requiem in due diverse declinazioni: da una parte la tradizione, la Messa da Requiem per eccellenza, le cui pagine (in particolare quelle del Confutatis e del Lacrymosa) sono ricordate dal grande pubblico anche per essere la colonna sonora di Amadeus di Miloš Forman; dall’altro la contemporaneità, una compositrice di oggi che pensa ad una forma così importante per ricordare un evento tragico dei giorni nostri. Questa composizione di Silvia Colasanti è stata infatti commissionata dal Festival di Spoleto all’indomani dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia nel 2016. Per ricordare le vittime di questo evento catastrofico, la compositrice ha trovato il coraggio di confrontarsi con rispetto e intelligenza ad una forma verso cui non è affatto scontato che un autore contemporaneo non nutra una qualche forma di timore reverenziale. Afferma la Colasanti: “Negli ultimi mille anni sono stati scritti più di 5000 requiem! Quando un compositore nel 2016 si confronta con una forma così antica e anche così esplorata deve fare i conti con la storia, avendo rispetto del patrimonio, che non può di certo ignorare. Questa problematizzazione diventa negativa quando ci schiaccia, quando blocca il processo creativo.” E qui il patrimonio del passato diventa risorsa per il presente e per l’avvenire. Attualizzare una forma considerata storica per far riflettere e suscitare un’emozione nuova nella contemporaneità, grazie anche all’apporto della poetessa Mariangela Gualtieri (voce recitante), di Monica Bacelli (Mezzosoprano) e di Davide Vendramin (bandoneon), che, insieme all’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, verranno diretti dal giovane e talentuoso Maxime Pascal, bacchetta connotata da “una sensibilità matura, originale e intrigante, in grado di magnetizzare l’attenzione della sala”, come affermato dalla critica. Ancora una volta l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi mostra tutta la sua intenzione e il suo interesse a valorizzare il repertorio contemporaneo, alla ricerca di modalità sempre più efficaci affinché venga recepito e compreso con entusiasmo da un pubblico sempre più ampio.
Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari d’apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2.
on line: www.laverdi.org / www.vivaticket.it .
Programma
Silvia Colasanti
Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa
Nato da una commissione di Giorgio Ferrara per il Festival di Spoleto all’indomani del terremoto del centroitalia del 2016, questo lavoro di Silvia Colasanti è stato il protagonista dell’edizione del Festival del 2017. Il Requiem ha come sottotitolo “Oratorio per soli, coro e orchestra”, ed è proprio nel fatto di chiamarlo Oratorio che Silvia Colasanti nasconde il suo intento di porre l’accento su una componente drammaturgica e teatrale non affatto propria della Messa da Requiem di per sé: il coro si volta, bisbiglia, tiene in mano delle pietre, interagisce con la voce recitante e con il mezzosoprano. Si tratta di un gioco delle parti in cui il Coro (chiamato infatti “coro di chi non dubita”) incarna la concezione canonica e tradizionale della morte mentre la voce recitante (incarnata da Mariangela Gualtieri, peraltro autrice del testo recitato) declama un testo in italiano, e propone una visione più laica, indubbiamente meno lugubre e più luminosa. “Stringeranno nei pugni una cometa”, è del resto un verso di Dylan Thomas, un poeta che si è dedicato ampiamente al tema della morte, proponendone talvolta una lettura più positiva e piena di speranza. Si crea dunque una sorta di dialettica tra “la dubitante” e il “coro di chi non dubita”, e si dipana così un intreccio tra il la struttura del Requiem così come la conosciamo da secoli e qualcosa di completamente nuovo. A completare la rosa dei protagonisti di quest’oratorio ci sono altri due personaggi: il mezzosoprano, chiamato “Cuore ridotto in cenere”, riprendendo il verso del Cor contritum quasi cinis, presente nel Dies Irae; e infine un ultimo personaggio rappresentato dal Bandoneon, chiamato “il respiro della terra”, che compare nell’ultima parte del Requiem e va a personificare il desiderio di rinascita e di speranza con cui termina la composizione.
Wolfgang Amadeus Mozart
Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K.626 (Sequenza Eybler)
Da sempre esiste una mitologia legata alla corrispondenza tra la prematura morte di Wolfgang Amadeus Mozart e la composizione del suo Requiem. Si tratta di un lavoro infatti incompiuto, che, secondo Stendhal, fu commissionato da un lugubre e misterioso uomo dal mantello nero che si presentò mascherato alla porta di Mozart richiedendogli la composizione di questa messa in quattro settimane per cinquanta ducati. Altra storia vuole che nel luglio 1791 Mozart riceva la commissione da parte di un intermediario del conte Walsegg, un nobile vedovo che intendeva eseguire l’opera nell’anniversario della morte della moglie. Pare che l’intermediario non rivelò a Mozart l’identità del committente, invitando anzi il musicista a non ricercarla; vero o non vero, questo presunto anonimato del committente contribuì indubbiamente all’alone di mistero che avvolge quest’opera. Vera o falsa che sia questa storia, il Requiem fu scritto da Mozart in condizioni di salute molto precarie. Ad occuparsi del completamento del Requiem furono alcuni suoi allievi, Franz Xaver Süssmayr in primis, ma prima di lui erano stati coinvolti Franz Jakob Freystädtler e Joseph Eybler. Tutti costoro furono legati da un vincolo di segretezza; nessuno doveva sospettare che Mozart non fosse l’unico autore del Requiem. Eybler fu il primo a cui la moglie di Mozart chiese di completare il Requiem di suo marito. Ci provò ma non completò la commissione: il Requiem che l’Orchestra Verdi propone termina infatti con le prime otto battute del Lacrimosa, le ultime che il compositore ha scritto, ed è costituito dall’Introitus (Requiem aeternam e Kyrie) e la Sequentia (Dies irae, Tuba mirum, Rex tremendae, Recordare, Confutatis, Lacrimosa).
Biografie
Silvia Colasanti Compositrice
Silvia Colasanti (1975) si è formata al Conservatorio Santa Cecilia di Roma con Luciano Pelosi e Gian Paolo Chiti. Si è poi perfezionata con Fabio Vacchi, Wolfgang Rihm, Pascal Dusapin e Azio Corghi all’Accademia Musicale Chigiana e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, ricevendo dal Presidente della Repubblica il Premio Goffredo Petrassi quale migliore diplomata in composizione. Di fondamentale importanza per la costruzione della sua poetica personale e del suo universo sonoro, tra gusto “materico” del suono e ricchezza di registri e livelli compositivi, la collaborazione con solisti italiani e stranieri di fama internazionale. Tra questi Yuri Bashmet e I Solisti di Mosca, per cui ha scritto nel 2014 Preludio, Presto e Lamento, Rachel Andueza, cui ha dedicato Frammenti di lettere amorose nel 2015, Salvatore Accardo, Laura Gorna e l’OCI per cui ha composto nel 2013 Capriccio a due, e inoltre i violoncellisti Enrico Bronzi per cui ha scritto le Variazioni sull’Inquietudine e David Geringas cui ha dedicato il Concerto per violoncello e orchestra (2011), Adagio per violoncello e archi (2013), Tango for David (2018), su commissione del Teatro Comunale di Bologna; il violinista Massimo Quarta, per cui ha scritto Il Canto di Atropo contenuto nel cd monografico In-Canto, e ancora Vladimir Yurovski ,Jacques Zoon, Arturo Tamayo, Vladimir Mendelssohn, Daniel Kawka, Lior Shambadal, Nathalie Dessay, il Quartetto di Cremona, il Quartetto Arditti. Ha scritto per il teatro il melologo Orfeo.Flebile queritur lyra interpretato da Maddalena Crippa, L’angelo del Liponard. Un delirio amoroso interpretato da Sandro Lombardi, Faust. Tragedia soggettiva in musica su testo di F. Pessoa, commissionato e rappresentato all’Accademia Chigiana da Ferdinando Bruni per la regia di Francesco Frongia, La Metamorfosi, su libretto tratto dall’omonimo racconto di Franz Kafka e regia di Pier Luigi Pier’Alli, commissionata nel 2012 e rappresentata nel 2012 e 2014 al Maggio Musicale Fiorentino. Dalla collaborazione con Mariangela Gualtieri della Compagnia Teatro Valdoca nasce il lavoro per voce e orchestra Dal paese dei rami. Il 27 gennaio 2017, nella Giornata della memoria, è stato eseguito un suo nuovo lavoro, Le imperdonabili, ispirato alla figura di Etty Hillesum su testo di Guido Barbieri e regia di Alessio Pizzech. Nel 2018 firma le musiche di scena per Otello di Elio De Capitani.
Nel 2016 debutta in prima assoluta al Festival dei 2Mondi di Spoleto Tre Risvegli un nuovo lavoro di teatro musicale, su testo di Patrizia Cavalli, per la regia di Mario Martone, protagonista Alba Rohrwacher. Nel 2017 in Piazza Duomo a Spoleto è stato eseguito Requiem. Stringeranno nei pugni una cometa. Oratorio per Soli, Coro e Orchestra, in memoria delle vittime del terremoto del Centro Italia, commissionato dal Festival di Spoleto, su testi di Mariangela Gualtieri,con la stessa Mariangela Gualtieri come voce recitante, la cantante Monica Bacelli, Richard Galliano al bandoneon, l’International Opera Choir diretto da Gea Garatti e l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Maxime Pascal. Questo lavoro è stato già ripreso a Bolzano nel Festival Transart e sarà rieseguito nel 2020 a Milano con l’Orchestra Verdi e Maxime Pascal e a Roma sotto la direzione di Oleg Caetani. Sempre nel 2017, la composizione Ciò che resta, per organico sinfonico è stata presentata in prima esecuzione assoluta al Teatro La fenice Venezia. La Fenice (al Teatro Malibran) ospiterà anche la prima di una nuova composizione in fase di stesura, Eccessivo è il dolor quand’egli è muto dal Lamento di Procrii di F. Cavalli. Il suo Orfeo, già presentato nella versione per trio il 4 dicembre 2016 nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice, da parte dell’Ex Novo Ensemble con la voce recitante di Sandro Cappelletto è stato ripreso nella versione per ensemble il 12 maggio 2017 al Cremona Festival Monteverdi, con la voce recitante di Valter Malosti e in Francia dalla Paris Mozart Orchestra diretta da Claire Gibault, con la voce recitante di Natalie Dessay al Festival Présences Feminines di Toulon, in marzo, mentre l’Orchestra Verdi di Milano ne ha presentato una nuova versione per orchestra sinfonica all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, in settembre, con la voce recitante di Maddalena Crippa, per la direzione musicale di Patrick Fourniller.
Dal 2018 inaugura il Festival di Spoleto con una Trilogia di opere sul Mito. Finora ha realizzato: Minotauro, opera lirica in 10 quadri su testo di Réné de Ceccatty e Giorgio Ferrara tratto dal racconto di Durrenmatt, per la regia di Giorgio Ferrara, sotto la direzione di Jonathan Webb; Proserpine, opera lirica in 2 parti su testo Mary Shelley, con adattamento di Réné de Ceccatty e Giorgio Ferrara, per la regia di Giorgio Ferrara, sotto la direzione di Pierre-André Valade.
Il suo primo cd monografico s’intitola In-Canto, cui segue la pubblicazione di Requiem, sempre per Dynamic. Nel 2020 è prevista l’uscita di un nuovo CD di Quartetti d’archi, interpretati dal Quartetto Nous. Nel 2013 ha vinto lo European Composer Award (Berlino), è diventata membro del Comitato d’Onore Internazionale Viva Toscanini, della Società del Kalevala ed è stata nominata dal Presidente della Repubblica Napolitano Cavaliere della Repubblica, nel 2017 il Presidente della Repubblica Mattarella gli ha conferito il riconoscimento di Ufficiale della Repubblica.
Insegna Composizione al Conservatorio di Benevento.
Le sue opere sono pubblicate da Casa Ricordi.
Mariangela Gualtieri Scrittrice e poetessa
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Si è laureata in architettura allo IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.
Fra i testi pubblicati: Antenata (ed. Crocetti, 1992), Fuoco Centrale (Einaudi, 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Sermone ai cuccioli della mia specie (L’arboreto Editore, 2006), Paesaggio con fratello rotto (libro e DVD, Luca Sossella Editore, 2007), Bestia di gioia (Einaudi, 2010), Caino, (Einaudi, 2011), Sermone ai cuccioli della mia specie con CD audio (Valdoca ed., 2012), A Seneghe. Mariangela Gualtieri/Guido Guidi (Perda Sonadora Imprentas, 2012), Le giovani parole (Einaudi, 2015), Voci di tenebra azzurra (Stampa 2009 ed., 2016), Beast of Joy. Selected poems (Chelsea Editions, New York, 2018), coautrice dell’Album dei Giuramenti/Tavole dei Giuramenti di Teatro Valdoca (Quodlibet, 2019), Quando non morivo (Einaudi, 2019).
Monica Bacelli Mezzosoprano
Si diploma con Maria Vittoria Romano e Donato Martorella presso il Conservatorio di Pescara, vince il Concorso Belli di Spoleto che la porta a debuttare al Teatro Sperimentale come Cherubino ne Le nozze di Figaro e Dorabella in Così fan tutte. Da questo momento in poi la sua carriera si è sviluppata nei principali teatri italiani ed internazionali (Scala, Staatsoper di Vienna, Covent Garden, San Francisco Opera) e presso le principali istituzioni concertistiche (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Philarmonie di Berlino, Concertgebouw), collaborando con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Myung-Whun Chung, Zubin Metha, Riccardo Muti, Seiji Ozawa, Antonio Pappano e Simon Rattle.
Vincitrice del premio Abbiati, il suo ampio repertorio comprende ruoli mozartiani (Idamante nell’ Idomeneo, Cherubino ne’ Le nozze di Figaro, Donna Elvira nel Don Giovanni, Dorabella nel Così fan tutte, Sesto ne’ La clemenza di Tito) e rossiniani, ma si estende dall’opera barocca (la trilogia monteverdiana Orfeo, Il ritorno di Ulisse in patria e L’incoronazione di Poppea, La Calisto di Cavalli, Tamerlano, Alcina e Giulio Cesare di Haendel) all’opera francese dell’Otto-Novecento (Les Contes d’Hoffmann, Werther, Don Quichotte, L’Enfant et les sortilèges).
Riconosciuta interprete del teatro musicale contemporaneo, le sono state affidate numerose prime esecuzioni, tra cui il monologo lirico di Marco Tutino Le bel indifférent e il ruolo protagonista nell’ Antigone di Ivan Fedele che ha inaugurato la settantesima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.
Particolarmente stretta è stata la sua collaborazione con Luciano Berio, che ha scritto per lei i ruoli di Marina in Outis (Teatro alla Scala, 1996) e di Orvid in Cronaca del luogo e il brano Altra voce, presentato al Festival di Salisburgo nel 1999 ed eseguito poi a New York, Tokyo, Parigi e Roma. Dello stesso Berio ha inoltre interpretato i Folksongs con la Filarmonica della Scala, con l’Ensemble Intercontemporain, con i Berliner Philarmoniker e ai Proms di Londra.
Monica Bacelli è particolarmente attenta alla musica sacra e da camera, che negli ultimi anni ha gradualmente affiancato all’attività operistica, esibendosi sia con pianoforte che in formazioni cameristiche in numerosi recital dai programmi che presentano una ricca gamma di filoni tematici.
Tra i suoi impegni recenti: la protagonista femminile in Pélleas e Mélisande alla Monnaye di Bruxelles, Donna Elvira in Don Giovanni al Municipal di Sao Paulo, Sesto ne La clemenza di Tito a Venezia, Mère Marie ne Les dialogues des Carmélites all’Accademia di Santa Cecilia, Ottavia ne L’incoronazione di Poppea a Palais Garnier e alla Scala, Sesto in Giulio Cesare a Toulon, Melisande nel Pélleas e Mélisande al Maggio Musicale Fiorentino con Daniele Gatti, Idamante nell’ Idomeneo inaugurale della Fenice e a Valencia, Roggero in Alcina a Ginevra, una serie di concerti dall’eclettico repertorio e un Recital al ROF, ancora Ottavia ne L’incoronazione di Poppea alla Scala, Stabat Mater di Rossini a Trieste diretta da Gianluigi Gelmetti.
Progetti futuri includono: Sesto ne La clemenza di Tito a Madrid; Despina in Così fan tutte all’Opera di Roma e a Ginevra; Meg in Falstaff al Regio di Torino; Il Matrimonio Segreto al Filarmonico di Verona; Pelléas e Melisande a Parma , Modena e Piacenza; Requiem di Verdi a Roma e Milano; Le Nozze di Figaro a Madrid.
Davide Vendramin Percussioni
fisarmonicista e bandoneonista, ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio di Pesaro, all’Università di Torino e all’ Hochschule der Künste di Berna (Svizzera). Si è esibito nell’ambito di importanti festival e in collaborazione con istituzioni culturali quali Stadt Tehater di Berna, UFA Filmnächte di Berlino, Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, Ferrara Musica, Festival di Lucerna, HEMU di Losanna, Milano Musica, Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera, Teatro Regio di Parma, Amici della Musica di Modena, Pistoia e Trapani, Associazione Filarmonica di Rovereto, Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, MiTo/Settembre Musica e Rai NuovaMusica di Torino, Théâtre du Capitole de Toulouse, Biennale Musica di Venezia, Wettinger Kammerkonzerte, FBW di Vienna, Accademia di Musica e Teatro di Vilnius.Come solista ha suonato con l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestre de Chambre de Toulouse e la Berner Symphonie Orchestre. Ha collaborato, tra le altre, con l’Orchestra del Teatro alla Scala, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra della Svizzera italiana di Lugano, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, e direttori quali: Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Stanislav Kochanovsky, Michele Mariotti, Wayne Marshall, Juraj Valcuha solo per citarne alcuni.
Insegna fisarmonica al conservatorio di Vicenza.
Maxime Pascal Direttore
Nato in una famiglia di musicisti, ha iniziato gli studi di pianoforte e poi di violino nella sua città natale, Carcassonne. Nel 2005 è stato ammesso al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi, dove uno dei suoi mentori è stato François-Xavier Roth. Appassionato sostenitore della musica contemporanea, ne fa uno dei fondamenti delle sue collaborazioni musicali. In ambito operistico ciò lo ha portato a dirigere l’ultima opera di Salvatore Sciarrino Ti vedo, ti sento, mi perdo al Teatro alla Scala nel 2016, ripresa alla Staatsoper di Berlino. Ha diretto anche il Requiem di Silvia Colasanti ai Festival di Bolzano e Spoleto, La Voix Humaine di Poulenc all’Opera di Roma nel 2016 e Jakob Lenz di Wolfgang Rihm con la Camerata Salzburg al Dialogue Festival; Kinkakuji di Toshiro Mayuzumi al Bunka Kaikan di Tokyo con la Tokyo Symphony Orchestra, che dirigerà ancora in Lulu di Berg nel 2020. Si dedica molto anche al repertorio operistico francese, è ha già all’attivo diverse collaborazioni con l’Opéra di Parigi, dove, nelle stagioni passate ha diretto Daphnis et Chloé, Boléro e L’Heure espagnole di Ravel, Gianni Schicchi di Puccini; inoltre Pelléas et Mélisande di Debussy all’Opera di Malmö nel 2016. Come membro fondatore del poliedrico gruppo artistico Le Balcon, Pascal ha sviluppato insieme ai suoi colleghi una visione unica dello spettacolo musicale realizzando una esperienza suggestiva e radicale per il pubblico. Eseguendo una vasta gamma di repertori, Le Balcon integra la musica a sistemi audio e di illuminazione avanzati, così da creare esperienze emozionanti e coinvolgenti. Tra i progetti fino ad ora realizzati, Ariadne auf Naxos di Benjamin Lazar, un video spettacolo ispirato a Pierrot Lunaire di Schönberg creato dall’artista colombiano Nieto e il Donnerstag Aus Licht di Stockhausen al Southbank Centre di Londra nel 2019. Questo ha portato a una collaborazione settennale con la Philharmonie di Parigi, dove l’ensemble eseguirà l’intero ciclo Licht di Stockhausen, dopo aver iniziato con Samstag nel giugno 2019 e con il programma di mettere in scena un’opera all’anno.
Maxime Pascal e Le Balcon hanno collaborato con Pierre Boulez, George Benjamin, Peter Eötvös e Michaël Lévinas, e nel settembre 2016 hanno pubblicato il loro album di debutto con l’adattamento di un estratto della Symphonie Fantastique di Berlioz.
Oltre all’opera, si dedica molto anche alla musica sinfonica, partendo dal repertorio classico fino a quello del XXI secolo. Ha eseguito di Grisey con la Radio-Sinfonieorchester di Vienna al Festival di Salisburgo, ma ha anche collaborato Les Espaces Acoustiques con l’orchestra Les Siècles durante la celebrazione del 150° anniversario di Berlioz all’Hong Kong Arts Festival. Ha diretto la Danish National Symphony Orchestra nel Poème de l’amour et de la mer di Chausson e nella popolare Schhérazade di Rimsky-Korsakov. Nel 2020 collaborerà con Patricia Kopatchinskaja ad un programma dedicato a Debussy e Sibelius ed eseguito dall’Orchestra della Svizzera Italiana.
Molto affermato in Italia, ha diretto numerose orchestre, quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI insieme a Beatrice Rana, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, l’Orchestra Sinfonica e il Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi; in Germania a diretto i Münchner Philharmoniker, la SWR Sinfonieorchester, i Münchener Kammerorchester, la Gustav Mahler Jugendorchester e l’Ensemble Musikfabrik; e in Francia, l’Orchestre National du Capitole di Tolosa, l’Orchestre National di Bordeaux e l’Orchestre National di Lilla.
È Associated Artist e Artistic advisor della Fondazione Singer-Polignac di cui Le Balcon è ensemble in residence dal 2010. Nel novembre 2011 l’Accademia di Belle Arti dell’Istituto Francese gli ha conferito il Premio musicale della Fondazione Simone e Cino del Duca. È il primo francese ad aver vinto i premi Nestlé e il Salzburg Festival Young Conductors nel marzo 2014.