LONGLEGS, horror di Osgood Perkins, il 31 OTTOBRE al cinema
Avete presente quella sensazione, quel senso di oppressione, di essere intrappolati in un incubo dal quale non riuscite a svegliarvi? Ecco, Longlegs, scritto e diretto da Osgood Perkins, riesce a replicare proprio questa angoscia, trascinandovi in un vortice di paure infantili e ansie adulte. Non sto dicendo che vi farà fare brutti sogni (anche se, diciamolo, potrebbe succedere), ma che vi lascerà addosso una sensazione inquietante, un’eco di terrore che vi accompagnerà anche dopo i titoli di coda.
Osgood Perkins: il poeta dell’oscurità
Perkins, con la sua visione dark e poetica, si è già affermato come un maestro del genere. Da Sono la bella creatura che vive in questa casa a February – L’innocenza del male, ha dimostrato di saper tessere trame oscure e affascinanti. Con Longlegs crea un nuovo mostro, un’icona del male destinata a entrare nell’Olimpo dei villain dell’horror.
Un cocktail esplosivo di genere
“È una sorta di compilation di film horror,” dice Perkins. E non ha torto: Longlegs mescola sapientemente diversi elementi del genere. C’è il serial killer, c’è il diavolo, c’è l’FBI, ci sono bambole inquietanti e fienili sinistri. Un mix esplosivo che tiene lo spettatore con il fiato sospeso.
Lee Harker: l’agente Starling di Perkins
Al centro della storia c’è Lee Harker (Maika Monroe), una giovane agente dell’FBI alle prese con il suo primo caso importante. Ambientato nell’Oregon, tra foreste pluviali verdi e grigie, il film ci presenta una protagonista con un’intuizione fuori dal comune, capace di individuare un assassino con una rapidità sorprendente. Per Perkins, grande ammiratore de Il silenzio degli innocenti, Harker è la sua Agente Starling.
Un’estranea in cerca di risposte
“Mi sono ispirata molto a Rooney Mara in Millennium – Uomini che odiano le donne,” confessa Monroe. Come Lisbeth Salander, anche Harker è un’estranea, impacciata nelle relazioni sociali ma a suo agio nella solitudine del suo lavoro. E, come Salander, possiede un sesto senso che la distingue dagli altri. “Ha una sensazione istintiva su qualcosa che non viene spiegato,” continua Monroe. Un’intuizione che la rende un’agente eccezionale e la spinge a indagare su un caso irrisolto da decenni.
Longlegs: l’ombra che si allunga
Una serie di omicidi apparentemente scollegati tra loro. Padri di famiglia che sterminano i propri cari e poi si tolgono la vita. Case diverse, armi diverse, ma un elemento comune: una serie di messaggi in codice lasciati sulla scena del crimine, firmati da un misterioso “Longlegs”. Chi è Longlegs? Un uomo? Un demone? Un’entità soprannaturale?
Un mondo distorto, un suono inquietante
L’arrivo di Longlegs nel film è come una nebbia gelida che si diffonde lentamente, distorcendo la realtà. Non lo vediamo, ma lo sentiamo. “C’è qualcosa in questo film che è maledetto,” ha dichiarato Perkins. Un’aura di male che permea ogni scena, amplificata da un sound design magistrale.
Il suono del male
Eugenio Battaglia, sound designer del film, ha creato un paesaggio sonoro inquietante, fatto di rumori amplificati, silenzi opprimenti e suoni subliminali. “È la parte più strumentale di un film horror,” afferma Battaglia. E in Longlegs, il suono diventa un personaggio a sé stante, un’eco costante della presenza maligna che incombe sui protagonisti.
Le bugie dei genitori, le verità dei figli
Longlegs esplora anche il tema del potere che i genitori hanno sui figli, la capacità di plasmare la loro percezione della realtà attraverso bugie e omissioni. “Si parla del potere che abbiamo sui nostri figli di plasmare la loro percezione delle cose,” spiega Perkins. Un tema profondamente personale per il regista, che lo collega alla propria infanzia e alle verità nascoste della sua famiglia.
Il vuoto intorno a Lee Harker
Man mano che Harker si avvicina alla verità, il film la inghiotte, letteralmente. Le inquadrature si allargano, lo spazio intorno a lei diventa immenso, minaccioso. “È stato pensato per la protagonista,” spiega il direttore della fotografia Andrés Arochi. “L’idea era di creare una città dove c’è molto spazio vuoto, e il vuoto ti dà modo di pensare.” Un vuoto che riflette l’isolamento di Harker, la sua solitudine, il suo continuo rimuginare.
Il volto del male
L’identità di Longlegs rimane un mistero per gran parte del film. Lo vediamo, ma non lo vediamo. Il suo volto è parzialmente nascosto, offuscato, come se la macchina da presa stessa volesse proteggerci dalla sua orribile verità. “L’idea era di evitare di farlo vedere,” spiega Arochi. Un espediente che aumenta l’ansia dello spettatore, la sua curiosità morbosa.
L’incontro con il mostro
Anche Maika Monroe non ha visto il volto di Nicolas Cage truccato da Longlegs fino al momento delle riprese. “È stata un’esperienza totalmente surreale,” confessa l’attrice. La sua reazione, genuinamente spaventata, è stata così intensa che il microfono ha captato il suo battito cardiaco accelerato.
La nascita di un’icona del male
Il look di Longlegs, un mix di glam rock e chirurgia plastica mal riuscita, è stato curato nei minimi dettagli. “Il suo scopo è quello di cercare di rendersi bello per il Diavolo,” spiega il truccatore Harlow MacFarlane. Un’ossessione che lo porta a sottoporsi a interventi chirurgici sempre più invasivi, trasformando il suo volto in una maschera grottesca.
Un film predestinato
La realizzazione di Longlegs è stata costellata da una serie di coincidenze fortunate, di eventi inspiegabili che hanno fatto pensare a molti che il film fosse “destinato ad essere realizzato”. Location trovate per caso, condizioni atmosferiche perfette, persino la presenza di uno sciame di mosche in pieno inverno. “C’è stata una sinergia molto, molto speciale in questa produzione,” afferma Arochi.
La visione di Perkins
Per Perkins, il successo di un film dipende dalla collaborazione, dalla fiducia reciproca tra regista e troupe. “Metti insieme le persone migliori che riesci a trovare,” dice. “Sono contento quando qualcuno ha un’idea migliore della mia.” Una filosofia che ha creato un ambiente di lavoro stimolante e creativo, permettendo a Longlegs di diventare qualcosa di più di un semplice film horror.
Longlegs è un film che vi resterà impresso, un’esperienza sensoriale che va oltre il semplice intrattenimento. Un incubo ad occhi aperti, un viaggio nell’oscurità dell’animo umano, guidato da un regista visionario e interpretato da un cast eccezionale. Preparatevi a essere inquietati.