Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia. Tre artisti apparentemente senza alcun punto di contatto. Eppure, c’è un filo rosso che li unisce: sono giovani, sono tutti e tre proiettati in un percorso di crescita e affermazione, appartengono alla generazione dei millennials che utilizzano social media e dirette streaming per farsi conoscere. Ed hanno tutti una sola ossessione: fare arte. Essere artisti oggi, all’ingresso del secondo decennio del nuovo millennio, ha ancora senso? Qual è il loro pubblico? E cosa li spinge a investire ogni giorno della propria vita nella creazione di un’opera che finirà per attirare sia critiche che consensi? Lo spiega il documentario di Luigi Pingitore “MillenniArts”, che il programma di Rai Cultura “Art Night” propone in prima visione assoluta venerdì 8 maggio alle 21.15 su Rai5 (canale 23). Tre artisti, tre città, tre approcci all’arte diversi, raccontati in un unico, ininterrotto flusso audiovisivo fatto di magiche risonanze, differenze, strappi e prossimità. Un uomo che si arrampica su ponteggi traballanti e dipinge grandi ritratti d’uomini famosi sui muri della propria città (Napoli) e da lì parte per un viaggio in varie città del mondo. Un trentenne che dedica ogni energia a scolpire il marmo, cercando nella nuda materia quello che secoli prima hanno trovato Michelangelo e Canova. Una donna che passa molte ore in meditazione, sotto un albero, alla ricerca dell’elemento che potrà unire lei, gli altri e il mondo. Come se fare arte fosse l’unico argine alla distruzione a cui sembra votarsi l’umanità. A seguire Art Night propone il documentario di Nunzio Massimo Nifosì “Piero Guccione, verso l'infinito”. Consacrato come uno dei maestri viventi della pittura contemporanea italiana, Guccione è tra i pochissimi che, come tutti i grandi, abbiano saputo fare proprie le principali correnti, dal figurativo all’informale, senza rinunciare ad un estatico mistero, ad una enigmatica precisione e alla luminosità delle forme che, in uno stile completamente diverso, ricordano l’inconfondibile atmosfera di un Hopper. Il film, composto da inquadrature ricercate che mimano i quadri e da voci di esperti che ne spiegano la bellezza, porta sulla scena la personalità schiva e la tecnica di un artista da conoscere in profondità.
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Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia

Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia. Tre artisti apparentemente senza alcun punto di contatto. Eppure, c’è un filo rosso che li unisce: sono giovani, sono tutti e tre proiettati in un percorso di crescita e affermazione, appartengono alla generazione dei millennials che utilizzano social media e dirette streaming per farsi conoscere. Ed hanno tutti una sola ossessione: fare arte. Essere artisti oggi, all’ingresso del secondo decennio del nuovo millennio, ha ancora senso? Qual è il loro pubblico? E cosa li spinge a investire ogni giorno della propria vita nella creazione di un’opera che finirà per attirare sia critiche che consensi? Lo spiega il documentario di Luigi Pingitore “MillenniArts”, che il programma di Rai Cultura “Art Night” propone in prima visione assoluta venerdì 8 maggio alle 21.15 su Rai5 (canale 23). Tre artisti, tre città, tre approcci all’arte diversi, raccontati in un unico, ininterrotto flusso audiovisivo fatto di magiche risonanze, differenze, strappi e prossimità. Un uomo che si arrampica su ponteggi traballanti e dipinge grandi ritratti d’uomini famosi sui muri della propria città (Napoli) e da lì parte per un viaggio in varie città del mondo. Un trentenne che dedica ogni energia a scolpire il marmo, cercando nella nuda materia quello che secoli prima hanno trovato Michelangelo e Canova. Una donna che passa molte ore in meditazione, sotto un albero, alla ricerca dell’elemento che potrà unire lei, gli altri e il mondo. Come se fare arte fosse l’unico argine alla distruzione a cui sembra votarsi l’umanità. A seguire Art Night propone il documentario di Nunzio Massimo Nifosì “Piero Guccione, verso l'infinito”. Consacrato come uno dei maestri viventi della pittura contemporanea italiana, Guccione è tra i pochissimi che, come tutti i grandi, abbiano saputo fare proprie le principali correnti, dal figurativo all’informale, senza rinunciare ad un estatico mistero, ad una enigmatica precisione e alla luminosità delle forme che, in uno stile completamente diverso, ricordano l’inconfondibile atmosfera di un Hopper. Il film, composto da inquadrature ricercate che mimano i quadri e da voci di esperti che ne spiegano la bellezza, porta sulla scena la personalità schiva e la tecnica di un artista da conoscere in profondità. Lo street artist Jorit, lo scultore Jago, la performance artist Virginia. Tre artisti apparentemente senza alcun punto di contatto. Eppure, c’è un filo rosso che li unisce: sono giovani, sono tutti e tre proiettati in un percorso di crescita e affermazione, appartengono alla generazione dei millennials che utilizzano social media e dirette streaming per farsi conoscere.

Ed hanno tutti una sola ossessione: fare arte. Essere artisti oggi, all’ingresso del secondo decennio del nuovo millennio, ha ancora senso? Qual è il loro pubblico? E cosa li spinge a investire ogni giorno della propria vita nella creazione di un’opera che finirà per attirare sia critiche che consensi?

Lo spiega il documentario di Luigi Pingitore “MillenniArts”, che il programma di Rai Cultura “Art Night” propone in prima visione assoluta stasera alle 21.15 su Rai5 (canale 23).

Tre artisti, tre città, tre approcci all’arte diversi, raccontati in un unico, ininterrotto flusso audiovisivo fatto di magiche risonanze, differenze, strappi e prossimità. Un uomo che si arrampica su ponteggi traballanti e dipinge grandi ritratti d’uomini famosi sui muri della propria città (Napoli) e da lì parte per un viaggio in varie città del mondo.

Un trentenne che dedica ogni energia a scolpire il marmo, cercando nella nuda materia quello che secoli prima hanno trovato Michelangelo e Canova. Una donna che passa molte ore in meditazione, sotto un albero, alla ricerca dell’elemento che potrà unire lei, gli altri e il mondo. Come se fare arte fosse l’unico argine alla distruzione a cui sembra votarsi l’umanità.
A seguire Art Night propone il documentario di Nunzio Massimo Nifosì “Piero Guccione, verso l’infinito”. Consacrato come uno dei maestri viventi della pittura contemporanea italiana, Guccione è tra i pochissimi che, come tutti i grandi, abbiano saputo fare proprie le principali correnti, dal figurativo all’informale, senza rinunciare ad un estatico mistero, ad una enigmatica precisione e alla luminosità delle forme che, in uno stile completamente diverso, ricordano l’inconfondibile atmosfera di un Hopper. Il film, composto da inquadrature ricercate che mimano i quadri e da voci di esperti che ne spiegano la bellezza, porta sulla scena la personalità schiva e la tecnica di un artista da conoscere in profondità.

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