Le serate PuntoZip: Green Book e la “rinascita del pollo fritto”!
The Green Book non è un “libro verde”, ma una guida che porta il nome del suo autore: nel secondo dopoguerra Victor Green scrisse una guida turistica per i viaggiatori di colore come lui, nella quale elencava tappe e luoghi dove gli afroamericani avrebbero potuto fermarsi, mangiare e dormire senza incorrere nelle leggi sul segregazionismo, specie negli stati razzisti del sud. Da questa guida trae spunto la trama del film basato su una storia vera.
Nel 1962, Don Shirley, pianista afroamericano di fama mondiale, sta per intraprendere una tournée nel profondo Sud del paese. Bisognoso di un autista che gli faccia anche da guardia del corpo, recluta Tony Lip, un duro buttafuori del Bronx.
Il rapporto tra i due uomini è inizialmente diffidente e problematico, a causa dei pregiudizi di Tony e del carattere altezzoso di Don.
Pian piano però Tony si rende conto del grande talento di Don e comprende che, nonostante il pianista sia accolto trionfalmente durante i suoi concerti, subisce vessazioni e violenze a causa dei pregiudizi contro i neri ancora vigenti in America. Tra i due uomini si instaura una forte amicizia. Tony salva Don dall’aggressione di un gruppo di bianchi in un bar e gli impone di non andare mai più in giro senza di lui. Don, d’altro canto, lo aiuta a scrivere lettere romantiche a sua moglie.
Ogni film ben fatto raddoppia e nega le verità assolute del “visibile”. in Green Book, c’è un dualismo che deriva da due contrapposte concezioni delle priorità umane: le ragioni dei princìpi e le ragioni della sopravvivenza.
Fin dalle prime scene, attraverso tutto quello che si ingurgita, il film dipana una storia nella storia. Si racconta così attraverso tutto quello che si mette in tavola, i gusti, lo stato sociale, l’etnia, il livello di istruzione di un’intera epoca.
Offrire da bere agli operai neri diventa quindi un gesto sconveniente, contrario al comune sentire. Toni, quando perde momentaneamente il lavoro, spesso sbarca il lunario facendo a gara a chi mangia più cheesburger. Ingaggiato per fare da autista e tuttofare al grande musicista di colore, indispettito dalle pretese dello stesso, lo “punisce” mangiando il suo panino.
Nelle lettere d’amore alla moglie, descrive tutto ciò che mangia, perchè mangiare è sopravvivere, è come comunicare: “sto bene, sono vivo”.
Il disgusto provato per il tramezzino pimento e formaggio servito durante un elegante buffet, diventa metafora del disgusto verso un’intera classe sociale, ipocrita e razzista.
Il Musicista stesso, ritrova la sua umanità riempendosi la pancia di pollo fritto mangiato con le mani. Pollo fritto mai mangiato prima in vita sua. In tal modo contaminando la sua perfetta immagine ritrova il vero sé. Potremmo chiamarla la “rinascita del pollo fritto”!
Ed è proprio la “necessità” di cenare a far saltare l’ultimo concerto, ribaltando le priorità e riequilibrando i veri bisogni umani. Paradossalmente si riaffermano con prepotenza le ragioni dello stomaco.
E la storia allo stesso modo si riempie e svuota di significati, recupera l’umanità perduta recuperando le debolezze umane.
Il dualismo è nel film e nei protagonisti, due uomini profondamente differenti tra loro, che si alternano nell’essere allievo e maestro all’interno della loro relazione forzata.
La collocazione ultima di entrambi, nel quadro sociale, avviene durante la cena di Natale, che come da “buona tradizione” lenisce e riordina tutti i sentimenti umani…
Cibo simbolo del film diventa il pollo fritto, attraverso il quale nasce e si consolida l’amicizia tra due mondi diametralmente opposti. Allora pollo fritto per tutti da mangiucchiare durante la visione!
Bastano pochi semplici ingredienti:
- 1 kg Pollo a pezzi di media grandezza oppure cosce e alette
- 60 g Latte e 60 g Yogurt bianco naturale (senza zucchero)
- 120 g Farina, Paprika piccante, Sale e Pepe q.b.
- Olio di semi (per frittura)
Unite in una ciotola farina, paprika, sale e pepe, e, in un’altra ciotola yogurt e latte.
Bagnate accuratamente i pezzi di pollo nel mix di yogurt e latte, rigirandoli per bene. Lasciateli qualche minuto, poi passateli nella ciotola della farina. Adagiateli delicatamente su un foglio di carta da forno e lasciate riposare per una quindicina di minuti. In una padella piuttosto capiente dai bordi alti, mette abbondante olio in modo che i pezzi di pollo siano completamente immersi durante la cottura. Riscaldate l’olio, che dovrà essere MOLTO caldo.
Ora immergete delicatamente i pezzi di pollo, fateli dorare su entrambi i lati girandoli spesso nei primi 3/4 minuti di cottura.
Riducete il calore e coprite con un coperchio la padella, lasciando cuocere per circa 20-25 minuti. Portate al massimo il calore del fornello e fate friggere per alcuni minuti senza coperchio, è grazie a questo passaggio che il pollo diventerà molto croccante. Togliete dall’olio il pollo e ponete su carta assorbente.
Giunta è l’ora di gustarsi il film, sgranocchiando pollo fritto, rigorosamente mangiato con le mani, leccandosi le dita come da copione! E con le ossa? Non fate come nel film, mi raccomando!
Buona serata da Anastasia e lo staff di PuntoZip!