Le antiche leggende dell’Alto Adige e i masi Gallo Rosso
L’Alto Adige è una regione ricca di storie e di leggende, che nei masi si continuano a raccontare, tramandandole di generazione in generazione. Esse rappresentano un vero e proprio patrimonio della cultura rurale dell’Alto Adige che è importante conservare, anche con le contaminazioni e le variazioni avvenute nel tempo.
I contadini dei masi Gallo Rosso, per avvicinare gli ospiti al loro stile di vita, raccontano con piacere queste antiche storie, che spesso coinvolgono i loro stessi masi o i dintorni, rendendo la vacanza ancora più interessante e affascinante.
Il maso Lechtlhof a Malles, ad esempio, custodisce una storia riguardo all’origine della costruzione della sua cappella, che mescola momenti di vita contadina ad antiche credenze.
Si racconta, infatti, che una puerpera, trasgredendo alle usanze comuni secondo cui una donna doveva rimanere in casa per i 40 giorni successivi al parto, uscì a chiamare il marito e i braccianti per il pranzo. Un toro infuriato di un campo vicino si diresse senza controllo verso la donna, che, vedendolo, si riparò sotto un grande cespuglio di timo. Ad un certo punto il toro si fermò e le disse: “Se non ti trovassi sotto il timo, ti avrei già preso!”.
Piena di gratitudine la contadina fece erigere la cappella proprio dove sorgeva il timo. In questa storia il toro rappresenta il diavolo, mentre il timo, da sempre ritenuta una pianta curativa, secondo alcune credenze aveva anche il potere di tenere lontano il diavolo.
Burg Wolfsthurn ad Andriano è un bellissimo castello del XIII secolo vicino a Terlano, circondato da boschi, vigneti e frutteti. Nel 1997 è stato completamente rimodernato e adibito all’ospitalità come agriturismo appartenente al circuito di Gallo Rosso. Come ogni castello che si rispetti, ha una storia legata alla presenza di un fantasma. Si dice, infatti, che anticamente il castello avesse un aspetto particolarmente inquietante e che al suo interno dimorasse un fantasma decisamente dispettoso, che si divertiva a spaventare le persone facendo rumori nella notte o rovesciando i mobili. Sembra sia stato avvistato solo una volta nel cortile del castello con le sembianze di un maiale infuocato. Lo scomodo inquilino pare abbia trovato riposo solo dopo che fu fatta benedire la tenuta e che fu detta una messa in favore dei defunti. Da allora non si è più fatto vedere né sentire.
Intorno all’Oberkantiolhof a Funes, che vanta 800 anni di storia, circolano diverse leggende, tra cui quella degli “Uomini selvaggi”. Si dice che tanto tempo fa, un gruppo di giganti viveva sotto il passo delle Odle, alla fine della valle di Funes. Alcune notti, durante il temporale, gli abitanti della valle sentivano rumori simili a quello che fanno i birilli da bowling quando cadono. Seguivano a questi rumori risate fragorose e imprecazioni. Una sera, due figli del maso Oberkantiolhof si attardarono nel lavoro nei boschi e decisero di trascorrere la notte in baita. Si erano appena sdraiati sul fieno a riposare quando entrarono nella baita due giganti che, senza prestare attenzione ai due fratelli impauriti, si misero a riposare anch’essi sul fieno. Appena i giganti si sdraiarono, cominciò il rumore assordante dei birilli, più forte e spaventoso che mai, che smise soltanto all’alba. Mentre i giganti si rimettevano in cammino, uno di loro si voltò e disse ai fratelli: “Se ce lo aveste chiesto, ve lo avremmo detto“. Il segreto dei giganti rimase quindi tale per sempre.
Per ulteriori informazioni su Gallo Rosso: www.gallorosso.it