La "Turandot" firmata da Zeffirelli all'Arena di Verona
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La “Turandot” firmata da Zeffirelli all’Arena di Verona

Dirige Michele Spotti, con Ekaterina Semenchuk, Yusif Eyvazov e Mariangela Sicilia

La "Turandot" firmata da Zeffirelli all'Arena di Verona

Ha inaugurato il 101° Festival operistico dell’Arena di Verona lo scorso giugno la “Turandot” di Giacomo Puccini che Rai Cultura trasmette venerdì 4 ottobre alle 21.15 su Rai 5. Lo spettacolo, firmato da Franco Zeffirelli e impreziosito dai costumi del Premio Oscar Emi Wada, ha segnato un momento importante dei festeggiamenti per il centenario della scomparsa di Puccini e ha visto il debutto nel teatro d’opera all’aperto più grande del mondo del giovane direttore d’orchestra Michele Spotti.
Nel ruolo del titolo è impegnata Ekaterina Semenchuk. Accanto a lei il tenore Yusif Eyvazov come Calaf, il soprano Mariangela Sicilia nei panni di Liù e il basso Riccardo Fassi come Timur. I movimenti coreografici sono curati da Maria Grazia Garofoli, il Coro della Fondazione Arena di Verona è diretto da Roberto Gabbiani, mentre quello di voci bianche A. d’A. Mus. è istruito da Elisabetta Zucca.

Il soggetto dell’opera ha origini antiche e difficili da definire con certezza nello spazio e nel tempo. La prima menzione della principessa sanguinaria nella letteratura europea avviene nella raccolta I mille e un giorno di François Pétis de la Croix (1653–1713), che parla della storia come di origine cinese (studi filologici suggeriscono potrebbe essere invece di origine turca). In Italia il soggetto è stato divulgato da Carlo Gozzi soprattutto grazie all’omonima fiaba teatrale (1762), che poi sarà oggetto di importanti adattamenti musicali, in particolare le musiche di scena composte da Carl Maria von Weber nel 1809 e la suite orchestrale op. 41 di Ferruccio Busoni, eseguita per la prima volta nel 1906 e poi convertita in opera lirica rappresentata nel 1917.

Fra tutte le varie fonti, il libretto dell’opera di Puccini si basa, molto liberamente, sulla traduzione di Andrea Maffei dell’adattamento tedesco di Friedrich Schiller del lavoro di Gozzi.

Un appuntamento importante, assolutamente da non perdere.

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