La Sinfonica allo Studio - DUE PRIME ASSOLUTE al Piccolo Teatro Studio Melato La Sinfonica allo Studio - DUE PRIME ASSOLUTE al Piccolo Teatro Studio Melato
 | 

La Sinfonica allo Studio – DUE PRIME ASSOLUTE al Piccolo Teatro Studio Melato

La Sinfonica allo Studio - DUE PRIME ASSOLUTE al Piccolo Teatro Studio Melato La Sinfonica allo Studio - DUE PRIME ASSOLUTE al Piccolo Teatro Studio MelatoL’Orchestra Sinfonica di Milano, in collaborazione con il Piccolo Teatro, è protagonista di una rassegna in tre concerti, che indaga alcuni dei più significativi stili musicali degli ultimi secoli. La Sinfonica allo Studio è una rassegna che fa parte della programmazione della Stagione 2022-2023 dell’Orchestra Sinfonica di Milano, e che consta di tre imperdibili appuntamenti incentrati sul repertorio contemporaneo. Al Piccolo Teatro Studio Melato di via Rivoli 6 l’Orchestra Sinfonica di Milano “studia”, appunto, approfondisce l’avanguardia compositiva, offre spazio ai nuovi linguaggi di intessersi con la tradizione, consente al presente di scaturire dal passato.

Così, consci dell’importanza dell’offrire spazio alla modernità, l’Orchestra di Largo Mahler va in trasferta, e lo fa per la seconda volta in Stagione lunedì 16 gennaio alle ore 20.30 sotto la direzione di Enrico Lombardi, in un programma che propone ben due prime assolute: Am Abend  (La Sera) per soprano e grande orchestra di Dario Maggi, e Tropfen II  per orchestra sinfonica, composizione di Vittorio Zago, oltre alla Sinfonia n. 49 in fa minore La Passione Hob:I:49 di Franz Joseph Haydn

Am Abend (La sera) per soprano e grande orchestra composto da Dario Maggi è un lavoro di altrettanto interesse. Il testo di Georg Trakl (grande poeta della finis Austriae, 1887-1914) che Maggi ha deciso di mettere in musica è l’ultima poesia dell’autore (titolo Grodek, “Am Abend” è l’incipit), e sarà interpretato dal soprano Laura Catrani. Grodek è il nome della località in Prussia orientale in cui si è combattuta una delle prime grandi battaglie della Prima Guerra mondiale. Trakl, in servizio presso l’esercito imperiale come infermiere, si trovò, dopo la battaglia, a curare decine di soldati orrendamente feriti e non resistette al trauma: la sua morte è da attribuirsi a una probabile intossicazione volontaria da cocaina. Il testo rappresenta uno straziato commento ai “disastri della guerra”, e rivolge al futuro uno sguardo quasi privo di speranza, alternando, come spesso in Trakl, imprecazioni esasperate e momenti di sommesso dolore. “Nel mio itinerario compositivo, la presenza di Trakl – poeta che affascina per svariati motivi – rappresenta una costante”, afferma Maggi. Non a caso, da questa sua predilezione è nato tra l’altro un ciclo di pezzi per orchestra (Progetto Trakl, quattro brani per orchestra che traggono spunto da quattro titoli del poeta: Grodek, Elis, Umnachtung, Zeichen und Sterne).

Vittorio Zago, compositore classe 1967 formatosi con Azio Corghi e Bruno Bettinelli, cerca con Tropfen II di attuare una profanazione dei rituali che tradizionalmente connotano i concerti di musica classica, complice l’atipica disposizione dell’orchestra sul palco e l’utilizzo di strumenti non consueti come armoniche a bocca e tubi corrugati. Un brano orchestrale per 59 elementi, quasi il doppio rispetto ai 32 di Tropfen I, brano che fu commissionato allo stesso Zago dai Brandenburger Symphoniker, che ottenne un unanime consenso di pubblico e critica. Come afferma il compositore stesso: “Dopo la prova generale di Tropfen I in Germania, il direttore d’orchestra disse che si trattava di una sorta di lotta con il metronomo, da parte sua, anche se in realtà non era così, quanto la sottrazione del suo ruolo univoco di concertatore. Rendere l’orchestra autonoma, senza direttore, oppure il fatto che un altro elemento s’inserisce fermando il direttore d’orchestra fa parte di questa parziale delegittimazione del direttore d’orchestra”. Infatti, sul palco del Piccolo Teatro Studio Melato, ci sarà, oltre all’Orchestra e al Direttore, un metronomo, che scandirà una sorta di tempo parallelo. Ma non solo. L’uso di 24 armoniche a bocca, affidate agli archi, per creare delle sorte di cluster triadici, come delle armoniche che poi, grazie all’utilizzo dei tubi corrugati, si sposteranno verso il retro dell’orchestra, che sarà in una disposizione inusuale. Trasformazione, movimento delle armonie nello spazio, “pertinentizzazione del non pertinente”, delegittimazione del ruolo del Direttore d’Orchestra e profanazione dei rituali tradizionali: questi sono i concetti-chiave per capire Tropfen II di Vittorio Zago.

In questo contrappunto di prime assolute, un intermezzo in cui voliamo indietro di più di due secoli, con la Sinfonia n.49 in Fa minore di Franz Joseph Haydn, “La Passione”, lavoro sinfonico in cui emerge con prepotenza l’Haydn ricercatore, che esprime battuta dopo battuta il desiderio di spingersi oltre i confini tradizionali di un genere legato al piacevole intrattenimento nobiliare. E’ in questo periodo che la sinfonia assume il ruolo di terreno privilegiato per sperimentare un linguaggio più espressivo ed emozionalmente pregnante. Haydn conferisce alle sinfonie di questo periodo un carattere spesso carico di un’intensa drammaticità che, potrebbe dirsi, aderisce all’estetica dello Sturm und Drang. Questa inclinazione è stata letta come conseguenza dell’isolamento in cui il compositore si trovava da quando aveva seguito il principe Nikolaus nella sua nuova residenza, dove si sarebbe trattenuto – praticamente tagliato fuori dal mondo – fino al 1790. Fu Haydn stesso a riferire a un biografo, anni più tardi: «Ero isolato, nessuno accanto a me poteva turbarmi o arrecarmi disturbo, perciò sono stato costretto a diventare originale». La Sinfonia n. 49 in fa minore è la più emblematica tra le sinfonie di questo periodo. Lavoro sinfonico dal carattere scuro, rappresenta l’ultima delle sinfonie di Haydn che adottano la forma arcaica della “sonata da chiesa”, con un movimento lento in apertura. 

Questo programma tripartito, del resto, ci fa riflettere sulla natura dell’avanguardia, cardine concettuale della rassegna La Sinfonica allo Studio, vera e propria “oasi speculativa” che ci mostra il fascino dell’esplorazione e della ricerca in musica, categorie storicamente trasversali che, se da una parte consentono di addentrarci nel nuovo repertorio, dall’altra ci consentono di rileggere la grande produzione sinfonica sotto una lente diversa e inconsueta.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

La Sinfonica allo Studio prosegue domenica 12 giugno alle ore 20.30, con il Concerto per violino e orchestra di Gabriele Manca, interpretato da Fulvio Luciani, e Where the whole Universe dwells di Giovanni Bonato. Un programma diretto da Francesco Bossaglia.

Biglietti

E’  possibile acquistare il biglietto per il concerto sul sito del Piccolo Teatro.

Biglietteria telefonica: 0221126116, da lunedì a sabato: dalle 12.30 alle 18 | domenica e festivi: chiuso.

Enrico Lombardi, direttore

Dopo aver studiato pianoforte, organo e composizione si è diplomato col massimo dei voti, lode e menzione in Musica corale e Direzione di coro al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara e in Direzione d’orchestra al Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze. Si è laureato inoltre in Storia della Musica all’Università di Bologna. Ha partecipato a diversi corsi di perfezionamento, tra cui: “International Mendelssohn Summer School” (Hochschule für Musik und Theater Hamburg, docente: Ulrich Windfuhr), “Direzione di musica vocale e polifonia vocale” (Accademia Musicale Chigiana, docente: Roberto Gabbiani) e “Operando” (docenti: Francesco Lanzillotta e Bruno Taddia). È risultato finalista al “Nino Rota” International Conducting Competition (edizione 2019) vincendo il premio dell’orchestra della Magna Grecia. Collabora con il Collegium Musicum Almae Matris (Coro e orchestra dell’Università di Bologna), con il quale affronta di frequente lo studio e l’esecuzione di opere meno note. Per la casa editrice Ut Orpheus ha curato la riduzione canto e pianoforte dell’opera Francesca da Rimini di Saverio Mercadante, rappresentata al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca con la direzione di Fabio Luisi. In qualità di assistente di Francesco Lanzillotta ha lavorato all’Opéra national de Lorraine (7 Minuti di Giorgio Battistelli, prima esecuzione assoluta), nei Teatri Valli e Pavarotti di Reggio Emilia e Modena (G. Verdi, La Traviata) e al Macerata Opera Festival, dove – oltre ad aver collaborato alle produzioni de L’elisir d’amore, Die Zauberflöte e Rigoletto – ha diretto Carmen di G. Bizet in forma di concerto con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Ha collaborato con le orchestre Roma Sinfonietta e Magna Grecia, mentre al teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha diretto l’intermezzo Il Giuocatore di Luigi Cherubini. Attualmente è in tournée in vari teatri italiani con La Cenerentola di G. Rossini (progetto “Opera domani” – AsLiCo), mentre continua la sua collaborazione con l’Orchestra Sinfonica di Milano, che dirigerà nella prossima stagione in un concerto dedicato alla musica contemporanea e al classicismo. Presso la stessa istituzione, inoltre, è alla guida dell’Orchestra Sinfonica Junior (progetto “Orchestre giovanili”). Tra i progetti futuri: La Traviata, nei teatri di Opera Lombardia e della Rete Lirica Marche (stagione 2022/2023). 

Dario Maggi, compositore

Dario Maggi si è diplomato in composizione al Conservatorio di Milano con Franco Donatoni nel 1977. Ha insegnato (1984-2011) al Conservatorio di Milano per il corso di Didattica Sperimentale della Composizione e presso il biennio di Musicologia istituito dall’Università degli Studi di Milano. Si è segnalato (Grodek per orchestra) al concorso internazionale “Luigi Dallapiccola” (Milano, 1977). Ha ottenuto il I° premio al concorso internazionale “V.Bucchi” di Roma (Le pieghe nascoste delle idee per quartetto d’archi, 1981) e al Concorso internazionale di Seinajoki (Finlandia) con A different Trend, per corno e sei strumenti, 2011. Dal 1986 al 1994 è stato regolarmente invitato come docente presso i “Ferienkurse” di Darmstadt. Sue composizioni sono state eseguite presso alcuni dei maggiori festivals di musica contemporanea europei ed italiani, e messe in onda dalle radio italiana, spagnola, francese, inglese e dalle maggiori emittenti tedesche. Il ciclo per orchestra Progetto Trakl (quattro pezzi per orchestra ispirati alla poesia di Georg Trakl), iniziato su commissione della Radio Italiana (1985), è stato completato su invito dell’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese (“Musica viva/Münchener Biennale”, 1994). Tra il 2000 e il 2004 ha completato presso lo Experimentalstudio della Heinrich-Strobel-Stiftung di Friburgo Bagliori, per tromba, voce ed elettronica, dedicato a Luigi Nono. Nel 2007 il Teatro dell’Opera di Roma ha ripreso la sua partitura Gli oscuri flauti dell’autunno. In morte di Georg Trakl, nell’ambito di uno spettacolo dedicato alla figura di Trakl. Tra gli interpreti delle sue musiche si contano l’Ensemble Intercontemporain, il Groupe de l’Itinéraire, l’Ensemble Modern, il trio di legni dell’Ensemble Recherche, l’Ensemble Phorminx, l’Ensemble Firebird. Sue composizioni sono state incise su dischi o DVD Fonit Cetra, Edipan, Metier, Sincronie, Rusty Records, Limen. Gran parte delle sue partiture sono pubblicate da Ricordi/Milano e da Sconfinarte-Edizioni musicali.

Vittorio Zago, compositore

Oltre agli studi accademici che gli hanno permesso di conseguire la laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano e il diploma in Pianoforte, si è concentrato soprattutto sulla composizione studiando con Bruno Bettinelli e Azio Corghi con il quale si è diplomato al conservatorio di Milano con il massimo dei voti; in seguito si è perfezionato al “Mozarteum” di Salisburgo con M. Kagel. La sua attività di compositore si è affermata in diversi concorsi nazionali ed internazionali (“T. Takemitsu Award” 2000 e 2003 a Tokyo, “Camillo Togni” 2002 a Brescia, “V. Bucchi” 1997 e 2000 a Roma, “E. Hurlimann” 1994 a Ginevra), vincendo il primo premio al 16° Concorso di Composizione “Castello di Belveglio” (1994), il primo premio nell’edizione straordinaria del Concorso di Composizione “G. Petrassi” di Parma (1994), il Premio “Città di Pavia” 1999, il premio “Romantico Bach” orchestra laVerdi di Milano (1995) e il premio “Ettore Pozzoli” (2015). Nel 2006, con le composizioni per orchestra sinfonica Secum e Da/Fort, ha vinto il “Brandenburger Symphony Prize” a seguito del quale è stato invitato dai Brandenburger Symphoniker a scrivere una nuova composizione per orchestra sinfonica dal titolo Segel; il brano ha avuto la prima esecuzione nel maggio 2009 dalla Brandenburg Symphony Orchestra nella Concert Hall del Teatro di Brandenburg. Segel è stata ripresa alla Biennale di Venezia 2011 in una nuova versione appositamente richiesta per il festival lagunare, eseguita dalla Mitteleuropa Orchestra con la direzione di Andrea Pestalozza. Nell’ottobre 2011 l’ORT (Orchestra Regionale dell Toscana) ha commissionato ed eseguito Die Trennung, lavoro per orchestra per il Festival Play IT a Firenze; nel 2012 il Festival Milano Musica gli ha commissionato una composizione per quartetto d’archi e elettronica, eseguita dalla prestigiosa formazione RepertorioZero (Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2011). Nel novembre 2018 è uscito per l’etichetta NovAntiqua un suo CD monografico Preludios y Canciones le cui musiche sono un omaggio a F.G. Lorca (Marina Comparato, soprano; Marco Minà, chitarra). Sue musiche, presenti presso alcune prestigiose società concertistiche (Società del Quartetto di Milano, Teatro Regio di Parma, Maggio Musicale Fiorentino, Tokyo Opera City e molti altri, sono state trasmesse dalle Radio Nazionali Olandese, Spagnola, Bulgara, Giapponese, dalla Radio della Suisse Romande e dal Terzo canale della RAI, incise dalla casa discografica svizzera Audio Production, “Setola di Maiale” e “NovAntiqua records” e pubblicate dalle case editrici Ricordi, Rugginenti di Milano e Bèrben di Ancona. Titolare di cattedra di Composizione presso il Conservatorio di Como, è Direttore dello stesso conservatorio dal novembre 2020.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *