"La signorina Else": in scena il capolavoro di Arthur Schnitzler
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“La signorina Else”: in scena il capolavoro di Arthur Schnitzler

Dall’ 8 al 20 gennaio, al Piccolo Teatro Studio Melato, va in scena La signorina Else, con Lucrezia Guidone e Martino D’Amico, una produzione Compagnia Lombardi – Tiezzi e Associazione Teatrale Pistoiese.

Dopo il successo di Freud o l’interpretazione dei sogni, produzione del Piccolo Teatro della scorsa stagione, Federico Tiezzi torna, con La signorina Else, a esplorare la società austriaca degli anni Venti, proseguendo anche il lavoro di ricerca su Arthur Schnitzler che aveva ispirato Il ritorno di Casanova.
Risalente al 1924, la novella è un testo completamente incentrato sul tumultuoso fluire dei pensieri che si affollano e scontrano nella mente della giovane Else, adolescente altera e inquieta, su cui sta per abbattersi una catastrofe familiare. Con questo testo Schnitzler smaschera i falsi valori della società borgese del periodo, così come, parallelamente, faceva Sigmund Freud.
Else è un’appassionata fanciulla, alle prese con i primi turbamenti sessuali. Viene messa in difficoltà dalla richiesta dei genitori che necessitano di una grossa somma di denaro. È la madre stessa che, con cinismo, invita la figlia a vendersi per salvare la famiglia dalla bancarotta. L’unico modo per ottenere il denaro è infatti chiederlo a un ricco conoscente che da tempo la corteggia. Tutto il testo vive delle reazioni di Else a questa richiesta.
Schnitzler impiega in questo racconto la tecnica del monologo interiore, il flusso di coscienza attraverso il quale i pensieri e le contraddizioni del personaggio, e della società in cui si muove, vengono alla luce con straordinaria potenza, definendo la spietata radiografia di una società corrotta fin nel nucleo familiare: una vera e propria tragedia della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta ai propri istinti e ai propri falsi valori.
Schnitzler viviseziona davanti a noi il cuore della giovane donna e l’ambiente che la circonda. Il rigore e la lucidità dell’analisi riverbera nella regia che, anch’essa, ‘viviseziona’ il corpo del testo e il corpo creativo dell’attore. Tale dimensione ‘anatomica’, innestatasi tra le dinamiche della pièce, vede tutto lo spettacolo svolgersi in un piccolo “teatrino-obitorio” che richiama il secentesco Teatro Anatomico dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia dove lo spettacolo ha visto il suo debutto.

Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza), dall’8 al 20 gennaio 2019

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