"LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA", il nuovo disco degli YO YO MUNDI "LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA", il nuovo disco degli YO YO MUNDI

“LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA”, il nuovo disco degli YO YO MUNDI

"LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA", il nuovo disco degli YO YO MUNDI "LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA", il nuovo disco degli YO YO MUNDILA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA è il diciannovesimo della discografia degli Yo Yo Mundi segna una svolta stilistica. La band piemontese ha sempre amato stupire e migliorarsi ad ogni nuovo passo della propria carriera, e il titolo è la sintesi precisa di un vero e proprio manifesto della loro poetica e del loro impegno, una frase che esprime due concetti opposti, un vero e proprio ossimoro. La parola “rivoluzione” così piena di forza e di energia declinata insieme al battito di ciglia, atto spontaneo e delicato. Uno sposalizio tra opposti che può generare qualcosa di davvero inedito, quella rivoluzione gentile tanto desiderata che finalmente potrebbe cambiare le sorti del mondo, nel segno del rispetto e della tutela dell’ambiente, del pianeta, delle differenti culture e dei diritti delle persone e di tutte le specie viventi.

Rivoluzione, cioè un atto potente, energico, collettivo e certamente mosso dall’urgenza di cambiamento insieme al battito di ciglia, che invece è un atto istintivo, incontrollabile, a volte appena percettibile ma, attenzione, a oggi ancora irriproducibile da tecnologia e robotica (sarà questo l’ultimo presidio dell’umanità?). Questo è il doppio fil rouge che unisce tutte le canzoni dell’album che cade in un momento storico assai particolare e assai difficile: le persone cercano risposte che non trovano, risposte alle proprie esigenze di felicità e diritto all’esistenza sostenibile, eguale e che politica, ideali, clima non restituiscono.  Gli Yo Yo mundi sono fermamente convinti che sia giunta l’ora di tornare ad atti collettivi fraterni di scambio, baratto, condivisione, unità d’intenti.

Il senso di questo lavoro viene così descritto dalla band: “ci hanno divisi, non solo per imperare, ma per trattarci, più facilmente, come numeri, come consumatori consumati, come burattini digitalizzati nelle spire di qualche algoritmo. E’ ora di riprenderci il senso della vita, di limitare sempre più questi insostenibili condizionamenti imposti esclusivamente nel nome del profitto e delle – ormai irricevibili – stantie regole di share, oggi non solo ed esclusivamente televisive ma anche e soprattutto “social”. E noi, che crediamo nella forza del gruppo, sappiamo bene che non può esistere altra strada di lotta e ribellione che non sia il sogno collettivo”.

Il 2020 segna anche un altro appuntamento importante: quello con i trentuno anni della band. La loro lunghissima carriera è stata segnata da “emozioni giganti, incontri straordinari, amicizie, carezze e complicità. Da migliaia e migliaia di chilometri e altrettanti concerti e spettacoli. Da centinaia di canzoni fatte di impegno e consapevolezza. Da prese di posizione, a volte coraggiose. Da gratificazioni impensabili. Da abbracci. Da diserzione, da bellezza dei margini, da Impazienza, da percorsi sghembi, di Resistenza e da evidenti tracce di Felicità. Da un amore grande per la vita, per la musica, per gli altri. Da gioco del mondo. E da musica inventata e suonata con gli occhi socchiusi e con le orecchie ben aperte. Trentuno anni di voi – tutti voi, ognuno di voi – che ci siete, ci siete stati e ancora ci sarete vicini, in viaggio, insieme a noi, sul tappeto volante del nostro sogno suonato e sognato“.

Per tutti i brani dell’album la scelta degli Yo Yo è quella di non pubblicare nei primi tre mesi alcun contenuto sulle piattaforme di streaming audio. La decisione è motivata sia dalla voglia di incentivare l’acquisto fisico del disco – sia esso cd o vinile – sia per permettere a tutti i loro sostenitori che hanno aderito al crowdfunding, che la band ha realizzato su produzionidalbasso.com, di ottenere le “ricompense” senza trovare il disco ascoltabile ovunque.

I miei fiori preferiti sono i fiori selvatici, spontanei, liberi e indomabili. Quelli che fioriscono senza essere annaffiati, quelli che profumano di rivoluzione, quelli che donano a sé stessi il diritto a crescere In tutti i luoghi dove la gente pensa che non avrebbero mai potuto farlo.

Hermana Águila

A te quando aspetti che la vita ti risponda, alla felicità. Ovunque si nasconda.

 

Yo Yo Mundi

 

LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA

 

01 Ovunque si nasconda

02 Fosbury

03 Spaesamento

04 Il respiro dell’universo

05 Il paradiso degli acini d’uva

06 Bacio sospeso

07 Il silenzio che si sente

08 Lettera alla notte

09 Ninna nanna del filo

10 VCR

11 Umbratile

YO YO MUNDI – formazione

 

Paolo Enrico Archetti Maestri: chitarre elettriche, chitarre acustiche, voce

Eugenio Merico: batteria, percussioni

Andrea Cavalieri: basso elettrico, contrabbasso, voce

Chiara Giacobbe: arrangiamento d’archi, violino, voce

 

Con la partecipazione nell’album di:

 

Daniela Tusa: voce

Dario Mecca Aleina: sintetizzatore, tastiere, percussioni

Fabio Martino: fisarmonica

Fabrizio Barale: chitarra elettrica

Simone Lombardo: cornamusa, ghironda, flauti

Andrea Calvo: pianoforte

 

Ospiti del disco:

 

Marino Severini: voce

Giorgio Li Calzi: flicorno

Maurizio Camardi: duduk, sassofono

Alan Brunetta: marimba, batteria, percussioni

Gianluca Vaccarino: chitarra elettrica

Donatella Figus: voce

Alice Cavalieri: voce

Gianluca Magnani: ocarina bassa

Testi e musiche Paolo Enrico Archetti Maestri

Registrazioni: studio Suoni e Fulmini di Rivalta Bormida AL

Missaggi:  studio Attimo di Cafasse TO

Registrazioni e missaggi: Dario Mecca Aleina

Mastering: Alessandro Ciola, Imagina Studio, Torino

Ideazione grafica e fotografie: Ivano A. Antonazzo

Produzione artistica: Paolo Enrico Archetti Maestri e Dario Mecca Aleina

Edizioni musicali: La Contorsionista

Etichetta: Felmay

Distribuzione: Egea

LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA, CANZONE PER CANZONE:

01 Ovunque si nasconda

Una canzone che è una dedica, dentro questo testo c’è molto della nostra vita, delle nostre passioni, dei nostri amici, delle luci che ci hanno illuminato la via. Qui come in altri brani del disco i bellissimi e intensi arrangiamenti d’archi opera di Chiara  Giacobbe.

“A chi accudisce le piante e gli ideali, alle ali dei gabbiani, alle finte che nascondono il pallone, agli occhi tiepidi dei cani”

02 Fosbury

Brano dedicato alla storia straordinaria di un uomo che ha cambiato il mondo con un salto. La tecnica fu inventata da Dick Fosbury, atleta che vinse la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Città del Messico nel 1968. La caratteristica principale, della tecnica “Fosbury” è che il  centro di massa rimane sotto l’asticella, per cui lo sforzo è minore rispetto allo scavalcamento ventrale. Tale risultato si ottiene grazie a una rincorsa con traiettoria semicircolare, che ha la capacità di ottenere nel momento dello stacco, eseguito volgendo il dorso all’asta, una combinazione di energia centrifuga ed elevazione in un movimento che risulta obliquo all’ostacolo, rispetto al classico scavalcamento verticale ad angolo quasi retto. In un’intervista rilasciata diversi anni dopo, Fosbury racconta che al college quando si esibiva nel suo salto, veniva chiamato “Il saltimbanco”. Alla domanda se ci fosse un qualche studio scientifico dietro all’invenzione di quel salto, Fosbury rispose che quel salto lo aveva “visto” andando a pescare col nonno, nel colpo di schiena del pesce che allamato cerca di liberarsi inarcandosi. A colorare di bellezza e imprevedibilità questo brano ci sono il flicorno di Giorgio Li Calzi e la sezione di cornamuse a cura di Simone Lombardo.

Ci sono uomini che sanno prendersi cura della memoria, altri che sognando un volo… fanno la storia”

03 Spaesamento

Questa canzone sembra scritta durante il lockdown, ma in realtà è stata composta un anno e mezzo prima; c’è, infatti, una forte visionarietà che la caratterizza. Un testo animato da una grande e irresistibile speranza, che trasforma malinconia e nostalgia in voglia di futuro.

“Vedi quel fumo che si alza, c’era la casa del popolo lì. Mi viene in mente una canzone, ma non ricordo le parole”.

 

04 Il respiro dell’universo

Canzone che suona larga e leggera. Canzone d’amore per il mondo, per i suoi abitanti, per gli spiriti che lo colorano, per il suo respiro, nutrimento dell’anima.

“Quando il sole scende e vince sulle ombre sulle mie dita rinasce il mondo”.

05 Il paradiso degli acini d’uva

Il vino, interpretato da un punto di vista artistico. Il vino cantato, sventolato come bandiera, un vino biologico e naturale, un vino radicale. Lontano dalle contraffazioni, dal tetrapack, dal metanolo e dal glifosato. E l’ebbrezza come risposta positiva alle esagerazioni di chi si stona. La meraviglia di sentirsi avvolti dal sapore, dai profumi e dalle fragranze, dalla consistenza, dalla memoria del singolo vitigno, dalla storia di una terra e delle vene gonfie dei suoi viticoltori.

“A cavallo di un tappo volante, nel paradiso degli acini d’uva, sarei capace di sfiorare le stelle come una piuma sulla pelle”.

06 Bacio sospeso

Due ragazzi si incontrano, un amore appeso nel gancio dell’incertezza che (non) si consuma nell’arco di un attimo lunghissimo. Di un bacio che rimane sospeso. Nel brano c’è Gianluca Magnani dei Flexus all’ocarina bassa.

“E si presero tra le braccia stringendosi tra gli occhi, faccia a faccia, a piccoli tocchi, si cibarono del desiderio a teneri morsi, in un modo giocoso, ma serio come giovani orsi”.

07 Il silenzio che si sente

Il silenzio che ammanta la guerra, la violenza, la sopraffazione, la distruzione, l’abbandono, le lacrime degli innocenti. In questa canzone c’è l’incontro scontro tra il sassofono di Maurizio Camardi e il violino di Chiara Giacobbe, ma anche le chitarre di Fabrizio Barale (storico membro degli Yoyo, già nella band di Ivano Fossati) e di Gianluca Vaccarino.

“Siamo i denti da latte dei lupi, mammelle tiepide delle cagne… Senti che silenzio che si sente, senti che silenzio”.

08 Lettera alla notte

Una canzone potente che solleva. Una lettera indirizzata a tutte le notti dei tempi e del mondo. Una lettera d’amore, accorata e avvolgente. Cori, quasi gospel. a cura di Andrea e Alice Cavalieri (padre e figlia!) e Donatella Figus.

“Cosa si accuccia tra i rami, l’abbaiare delle tortore, il cantare dei cani… Sarà la luce che filtra dai buchi nel cielo, sarà la voce che canta e vibra il tuo seno”.

09 Ninna nanna del filo

Una ninna nanna che è un intreccio di fili e tessuti, con la voce di Daniela Tusa che si gemella a quella di Paolo E. Archetti Maestri e insieme creano un canto racconto che vola leggero su una trama di armonici e ritmi delicati.

“Ninna nanna della iuta, che ci aiuta a far la nanna. Ninna nanna della vigogna sogna, bimba mia, sogna”.

10 VCR

VCR sta per Valle che Resiste. È un brano dedicato a tutte le valli e le comunità che resistono alle imposizione del potere di turno. Dedicato, implicitamente, alla lotta degli abitanti della Val Susa, che è simbolo e speranza per tutte le lotte del mondo. Qui c’è, e non poteva essere altrimenti, la voce, ribelle, di Marino Severini dei Gang e ci sono la fisarmonica di Fabio Martino (storico membro degli Yoyo) e la ghironda di Simone Lombardo.

“È nel cuore dei ribelli, sulle labbra del mio amore, nei germogli dei sorrisi in fiamme… La mia lotta fiorirà”.

11 Umbratile

Una canzone divisa in due, caratterizzata da due parti completamente diverse. Un testo intimo, una musica sospesa, lasciano spazio a un finale travolgente e, a tratti, inquietante. Alan Brunetta de Lastanzadigreta alla marimba e alla “folle” batteria nel “folle” finale. Maurizio Camardi, ci mette molto del suo, al sassofono.

“Visioni e schizzi di rugiada, il legno canticchiava, la brace che incendiava il volto”.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *