La nostalgica Cuba e la resistenza in Iran: l’apertura della 20ª edizione delle Giornate degli Autori
Per la giornata inaugurale della XX edizione le Giornate degli Autori scelgono il tema del viaggio alla ricerca di un’identità, quella condizione spesso esterna alla zona di comfort di ciascuno ma necessaria per crescere, cercare di cambiare il mondo e forse renderlo migliore. Succede per un regista italiano che va fino a Cuba per girare il suo primo film (Tommaso Santambrogio con Los océanos son los verdaderos continentes), accade a un autore che dalla Germania in cui vive torna nella sua terra, l’Iran, per girare un film e si trova immerso nella storia attuale del Paese (The Sun will rise di Ayat Najafi). Diverso il registro della proiezione speciale nello spazio off di Sala Laguna, con un originale fantasy-thriller italiano (Nina dei lupi di Antonio Pisu).
L’Iran inaugura gli Eventi Speciali delle Giornate. Il regista Ayat Najafi ci accompagna in un teatro di Teheran con Aftab Mishavad (The Sun will rise), un film-documento che tiene col fiato sospeso per le vicissitudini di una compagnia teatrale che, nell’Iran della polizia morale istituita dal regime, cerca di metter in scena la Lisistrata di Aristofane.
Fuori dal teatro sta succedendo la rivoluzione: la giovane generazione iraniana sta manifestando per la propria libertà ed è, secondo il regista stesso, ad un punto di non ritorno. Siamo a ottobre, poche settimane dopo la morte di Mahsa Jina Amini (16 settembre 2022). “Ci sono film che ti auguri di non dover mai fare. E ci sono film che sono sempre stati nei tuoi sogni”, ha dichiarato Najafi, “The sun will rise è entrambe le cose per me. È stato girato in condizioni davvero difficili. Dall’altra parte ero libero. Ho avuto una libertà che non ho mai avuto e questa libertà mi è stata data da un gruppo di persone straordinarie che stanno dietro a questo film ed è molto triste che io non possa nemmeno dire i loro nomi [per proteggere la loro sicurezza]. Ma erano persone libere. Questo film è stato reso possibile dalla loro voglia di libertà”.
L’esordio di Tommaso Santambrogio, che viene dallo sviluppo dall’omonimo cortometraggio selezionato alla Settimana Internazionale della Critica nel 2019, parla spagnolo. L’accento è quello di Cuba. Siamo in una zona rurale lontana dai resort o dai colori de La Habana nel momento storico della maggior crisi migratoria di sempre: Los océanos son los verdaderos continentes è il film che inaugura il concorso delle Giornate. Un’opera in bianco e nero, quasi neorealista, che racconta il sentimento dell’attesa in un costante scambio-metafora della vita con il teatro, il gioco e più in generale il racconto in tutte le sue forme. Santambrogio dirige attori locali – una giovane coppia, due bambini e una donna anziana alle prese con delle vecchie lettere d’amore – per tre situazioni parallele sulla separazione, storie piene di nostalgia, dolore quotidiano dei cubani che per le condizioni socio-economiche del Paese sono tristemente abituati agli addii alle persone che amano.
La giovanissima Sara Ciocca è infine Nina dei Lupi. Nel cast insieme a lei attori come Sergio Rubini, Cesare Bocci e Sandra Ceccarelli. Si tratta del terzo film di Antonio Pisu che, dopo le commedie Nobili Bugie (2017) ed Est (alle Giornate nel 2020), si misura con un fantasy rupestre, cupo e misterioso, che ci porta tra grotte, montagne e boschi, nella vita di una ragazza “strana”. Dal romanzo di Alessandro Bertante che dialogherà con il regista in Sala Laguna prima della proiezione.