La luna storta di Francesco Tozzi - Teatro e teatro La luna storta di Francesco Tozzi - Teatro e teatro
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La luna storta di Francesco Tozzi – Teatro e teatro

La luna storta di Francesco Tozzi - Teatro e teatroTeatro e teatro

Scrivo dopo aver letto un articolo su La Stampa: stasera, sul palco dell’Ariston salirà il Teatro Patologico, realtà che – prima di essere cooptata dal mainstream – ha ben operato e opera sul territorio nazionale e non solo.

Leggo che, alla fine di uno spettacolo fatto all’Onu, il regista ha gelato la platea dicendo: “Vedete questi ragazzi? In molti dei vostri Paesi sono tenuti nella camicia di forza”.

È giusto che il Teatro liberi, è giusto che dia un’alt(r)a possibilità; ma è anche giusto ribadire che, quando si tenta l’impossibile, non lo si faccia usando la polemica. Perché il Teatro è catarsi, non terapia (d’urto).

Per cui auguro il meglio al Teatro Patologico, ma il teatro è e deve essere un’alt(r)a cosa.

Perché, mi chiedo, quella che pratico io è un’arte che fa paura? Penso perché, come il jazz, sia qualcosa di apparentemente inutile ma – allo stesso tempo – imprescindibile. Per tutti: per chi ne fruisce e per chi lo fa.

Usare questa cosa per fare audience mi indigna – e forse perché il sottoscritto sta nei 17 milioni di italiani che hanno problemi psichici, chi lo sa? – capisco che molti non sappiano dell’esistenza di Teatro Patologico, ma il punto è che la maggioranza del Paese non sa o non ragiona più in una certa maniera.

Per cui il messaggio che stasera verrà dato al Festival sarà, giocoforza, bidimensionalizzato.

E io fieri sentio et excrucior.

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