La luna storta di Francesco Tozzi - “Scelhaidueuri?” “Scelhaidueuri?”
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La luna storta di Francesco Tozzi – “Scelhaidueuri?”

La luna storta di Francesco Tozzi - “Scelhaidueuri?” “Scelhaidueuri?”

“Scelhaidueuri?”

Me lo chiede così, dall’alto della sua altezza e dal magro della sua magrezza, e io: “ma per far che, scusa?” e quello, toccandosi la tutina da fighetto, sistemandosi il cappellino rosso mi risponde: “per prendere il gelato”.

In quel preciso momento penso che se dovessi aprire un varco spazio-temporale di riflessione, per entrare meglio dentro all’episodio, rischierei di fare la fine di Amundsen; quindi mi limito a togliermi gli occhiali da sole e a guardare dritto negli occhi l’impunito fino a che è costretto a dirmi “va bene, come non detto, grazie lo stesso”.

“Un ragazzo che ha il coraggio di chiedermi una cosa del genere è capace di tutto, secondo me”

“Perché?”

“Mi chiedi perché?!”

“Avresti potuto pagarglielo”

“MA ASSOLUTAMENTE NO!”

“Perché?!”

“Perché non hai bisogno di un gelato, a quell’età: devi imparare cosa siano dignità e amor proprio, cazzo! Quel ragazzo non era certamente in difficoltà. Lo fosse stato non mi avrebbe chiesto due euro “per prendere il gelato”. E’ che, in quel preciso istante, io ho sostituito l’adulto, il genitore, che per questi ragazzi (nella maggioranza dei casi) non è altro che uno che ti mantiene. Perché invece di chiedermi “perché?” non ti fai un’altra domanda?”

“Quale?”

“Quando un ragazzo di 16 anni, o giù di lì, viene a elemosinarti due euro per un gelato, in che situazione siamo? Con la più grande tranquillità di questo mondo, poi! Dovevate essere lì. E te che mi vieni a dire potevi pagarglielo sei peggio di lui!”

“Vabbè ma perché tu che avresti fatto invece, scusa? L’hai guardato e basta”

“Cosa dovevo fare? Picchiarlo con un bastone arroventato? L’ho guardato fisso come per dirgli “ma fai sul serio?”, e lui, dal fondo dell’anima, ha raccattato tre briciole di dignità e si è sfamato con quelle. Trovo vergognoso che, indirettamente o meno, stiamo passando ai ragazzi il concetto che la vita è uno spazio creativo dove valgono le regole di quei cazzo di social: chi più esagera vince. Perché poi, guarda caso, spunta fuori il coltello, lo stupro di gruppo, la gara clandestina a tutta velocità, le bullizzazioni filmate o meno. Questi ragazzi credono di poter vivere così, ma poi, al primo voto negativo, si suicidano. Perché? Perché capiscono di aver sbagliato tutto e non c’è nessuno vicino a loro – perché nessuno vogliono, la maggior parte delle volte: YouTube li dice tutto, prova a guardare uno di questi video tutorial: ti dicono come fare una cosa ma non ti prospettano MAI un cazzo di probelma, di imprevisto. È la prima generazione, questa nuova con cui ci troviamo a convivere, che ha a sua disposizione una caterva di risposte. Guarda che bel mondo è uscito fuori. Un mondo di idioti, che se non hanno due euro vanno in panico e che se prendono 3 vanno a piangere dai genitori, e mica perché vogliano essere consolati, attenzione: perché oggi i genitori sono, nella maggioranza dei casi, bancomat o body guard. Sono DI SERVIZIO.

Ma è scritto: “chi uccide il padre uccide il figlio”. Dobbiamo ripartire dalle basi e far capire ai giovani che la vita non è una performance da tre minuti. Occorre molta più pazienza, personalità, educazione (da tutti i punti di vista).

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