La luna storta di Francesco Tozzi – Questo è il problema
Questo è il problema
Guardare al futuro in un’identica maniera è impossibile, quando si lavora insieme; ma capire che per costruirlo, quel futuro, c’è bisogno di accomunare le energie, le urgenze, financo le ossessioni, è obbligatorio.
Ciascuno a suo modo – diceva Quello – deve poter costruire e stare sulle cose pensando che tutto ciò che riguarda una compagnia in cui lavora, artisticamente, burocraticamente, è anche suo, di sua competenza. E quindi importante.
Una compagnia teatrale non ha orari. Ce li dobbiamo dare da soli, nessuno verrà a chiederci di timbrare un cartellino, e le nostre responsabilità non sono limitate, sono totali: se sbaglia uno ci rimettono (in modo diverso, diretto o indiretto) tutti.
Soprattutto ci rimette il gruppo, il clima del gruppo e i rapporti del gruppo con i collaboratori, persone cioè che non vengono “per niente” (come dice la canzone di De Gregori) ma per poco; e che, per quel poco però, danno tutto. E tutto, da noi s’intende, si aspettano.
Sbagliare è umano. Tutti sbagliamo. Però bisogna anche saper navigare nell’errore, trovare soluzioni estemporanee a problemi che non derivano direttamente da noi ma che sono di nostra competenza.
Gli alibi non valgono. E non perché il nostro sia un mondo insensibile o incapace di empatia, anzi!
Ma perché, dato qualsiasi alibi, il problema resta tale.
Mettersi a rimirarlo, un problema, con sguardo fatalista, non serve a niente. Un problema, se tale è, va risolto.
Il Teatro è un posto pieno di problemi da risolvere, adatto solo a gente con una mentalità risolutiva. Dire “c’è un problema” senza fare niente non ti assolve da nulla, non esaurisce il tuo dovere. Perché nessuno, se non Te, può e deve risolvere quel problema.
Soprattutto l’errore dovrebbe servire a migliorare: se ripetiamo i medesimi errori vuol dire una cosa sola: che sono errori solo per chi li fa notare.
È tutto più grande, grave, purtroppo (o per fortuna, chi lo sa?) in Teatro.
Bisogna saper capire tutti.
Gridare “capitemi” e basta, non serve.