La luna storta di Francesco Tozzi - Quelle cose sì care La luna storta di Francesco Tozzi - Quelle cose sì care
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La luna storta di Francesco Tozzi – Quelle cose sì care

La luna storta di Francesco Tozzi - Quelle cose sì care La luna storta di Francesco Tozzi - Quelle cose sì careQuelle cose sì care

Non so più mangiare il millefoglie come una volta: lo attacco come fosse un nemico, affondo la forchettina come volessi dargli una botta in testa, con conseguente snevichìo sulla superficie marrone del tavolo quadrato di una pasticceria (la solita) appena fuori città.

Tanto tempo fa era diverso: compivo vere e proprie opere di scavo, stando ben attento a tutti i passaggi: il tovagliolino di carta sotto al pezzo di dolce, la forchettina che affonda dall’alto in basso in modo verticale e mai orizzontale.

Gli è che alle cose dobbiamo dare importanza per quello che possono creare, non per quello che sono e basta.

La potenza ispirativa (si dice?) di qualsiasi cosa, la capacità creativa di ciascuna persona sono le vere cose che ci distinguono gli uni dagli altri. Baffi, barbe e ciglia finte sono solamente orpelli.

Tutto ciò che ci circonda è oggetto, materia.

La materia va usata. In noi, giornalmente, va creata la possibilità di compiere un atto, e dunque occorre che la nostra capacità di guardare e ascoltare venga costantemente allenata.

Non si tratta di vieta curiosità; sto parlando di guardarsi intorno. Chi lo fa, oggi? Quasi nessuno (più o meno volutamente). Stare a sentire le persone, i cosiddetti “altri”, un fraintendimento della filosofia nichilista ci ha portato a credere serva solo per dileggiare e paragonarsi, comparare.

Schönberg asseriva, in tempi non sospetti, che le melodie erano terminate; gli rispondeva Puccini: “ci sono ancora molte melodie da scoprire”.

Ci credevano in pochi; anni dopo sono arrivati i Beatles.

Ma la ricerca non è ancora finita.

Sappiamo ancora poco dell’aria immortale che inaliamo giorno dopo giorno (e forse è proprio per questo che non facciamo altro che giudicarla senza annusarla davvero): si tratta di agire, signore e signori.

Prima le cose furono; adesso sono e saranno poi, ma questo perché il vero centro non è tanto l’Uomo, quanto il suo modo di vedere per vivere (e viceversa).

Chi sono?, dunque, risulta già una domanda più che desueta.

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