La luna storta di Francesco Tozzi - P. non lo sa La luna storta di Francesco Tozzi - P. non lo sa
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La luna storta di Francesco Tozzi – P. non lo sa

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P. Non lo sa.

Siede accanto a me, durante la solita presentazione di un libro che parla male della cosiddetta destra (vale a dire quell’accozzaglia becera di gente che non sa, ma apre la bocca ugualmente, parlando male di tutti, e che con la destra vera non c’entra niente).

P. non lo sa.

Non può saperlo. E io non glielo dico, perché quello che ho fatto non sono cose che si dicono.

Lo tengo per me, quello che ho fatto.

P., non lo saprà.

Vorrei raccontarglielo; ma, mentre sto per farlo, sento l’editrice che commenta: “è gente violenta questa, gente che fa ragionamenti tagliati con l’accetta. Il protagonista fa leva sul sentimento negativo delle persone che vedono l’immigrato come colui che ruba il lavoro agli italiani.”

“Sono un violento”, penso.

P. non lo sa ma è così.

Certo che lo sono, altrimenti perché avrei fatto quel che ho fatto?

“Sputami ancora sulla macchina e poi vedi! Hai capito, amico del sole?! Tu comprends?! Tu es tunisien n’est ce pas?! Crache encore sur ma voiture, tu verras!”

“Ma è matto?”

“No, non sono matto signora, mi ha sputato sulla macchina perché non gli ho dato i soldi quando ho parcheggiato. Rifai una roba del genere e vedi, testa di minchia!”

Se ne vanno tutti, tunno compreso, perché passa la municipale.

“Sì però si deve dare una calmata” mi dicono, e se ne vanno.

Arriva un ragazzo, dal parco giochi vicino al parcheggio, e mi dice:

“È vero, ha sputato lui, l’ho visto io. Ma vai tranquillo che domani ce lo ritrovi”.

P. non lo sa che sono rimasto lì come un fesso a chiedermi “perché?”.

P. non sa che me lo sto chiedendo anche adesso, mentre l’editrice proferisce frasi del tipo “cioè, il personaggio sembra Salvini però in realtà poi scopri che è intelligente, ha un cuore. E poi c’è il personaggio della nonna che è straordinario”.

P. si volta verso di me.

“Che hai?”

Non lo sa.

Non lo saprà mai.

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