La luna storta di Francesco Tozzi – Ferragosto
Ferragosto
È Ferragosto.
Mentre gli altri tentano di ficcarsi a volo d’angelo in situazioni balneari e/o festive, provando a divertirsi in mezzo a una calca di gente che fa la medesima cosa, io penso che con R. non ci sentiamo più da circa 15 giorni.
Mi sembrano passati 15 anni.
A parte il fatto che ho ricominciato a fumare (sigaretti Mood’s modello sunshine, non vi preoccupate), sembra tutto cambiato; e non c’è giorno peggiore per riflettere su un cambiamento che un giorno festivo, super festivo anzi.
Tranquilli, non vi tedierò parlandovi della mia storia con R., volevo solo disquisire sul tema cambiamento, che mi pare molto croccante.
Arriva un momento dove NON SI DEVE cambiare più, dove anzi DOBBIAMO lottare strenuamente contro i cambiamenti, soprattutto se contro quelli che vengono imposti (avete presente la famigerata frase “abbiamo dovuto far fronte al cambiamento”?).
No. Il sottoscritto, almeno da questo lato, si considera pacifista; e non vuol sentir parlare né di fronti né di trincee.
La vita è uno spettacolo, un’opera che necessita di equilibri sottilissimi. E non è cambiandoli continuamente (o inseguendo fantasmatici cambiamenti superficiali) che ne vivremo una migliore, o più emozionante.
Sarà deformazione professionale; ma io preferisco fronteggiare tutte le sere il solito problema; oppure sapere con precisione da che parte arriveranno le difficoltà.
“Eh ma sai, noi non possiamo pretendere…”
No, appunto.
Noi DOBBIAMO pretendere. Pretendere che i nostri equilibri vengano rispettati, e che a comandare sia il nostro profondo sentire; non “i tempi”, o “il tempo”, “le mode”, “le necessità del momento”.
Abbiamo bisogno di più tempo. Dobbiamo dirlo a voce alta. Perché la morale ci impone modelli da copincollarci addosso, così da tranquillizzare i propri gendarmi.
Diamoci alla macchia, invece.
Abbiamo bisogno di più. Ci meritiamo di più del solito Ferragosto.