JAMES SENESE NAPOLI CENTRALE in concerto a Roma
JAMES SENESE NAPOLI CENTRALE torna in concerto a Roma. Domenica 13 settembre, il musicista partenopeo è atteso nello splendido Teatro Romano di Ostia Antica per la programmazione di ‘Ostia Antica Festival’.
Vedere James Senese è un’esperienza dalla quale non si esce indenni; la forza, la passione sprigionata dalla sua musica è un rito che si celebra ogni volta, con un pubblico che è intergenerazionale.
Il live romano riempie un mese di settembre molto speciale per Senese. L’artista è infatti protagonista del documentario “James” di Andrea Della Monica che è stato presentato in anteprima lo scorso 5 settembre al Festival del Cinema di Venezia all’interno delle Giornate Degli Autori, per il programma Notti Veneziane all’Isola degli Autori.
Figlio di una ragazza napoletana e di un soldato afroamericano, cresciuto nel dopoguerra ai confini della città di Napoli, che da campagna ha visto trasformarsi in periferia, James Senese è stato a lungo alla ricerca di un’identità, riversando i suoi conflitti nella musica.
Le sue esperienze artistiche hanno attraversato mezzo secolo di musica e cultura italiana; dagli Showmen a Napoli Centrale, al sodalizio artistico e umano con Pino Daniele, Senese ha sempre cercato la “sua” strada per esprimere sentimenti e inquietudini, senza mai tirarsi indietro.
Così anche il documentario di Andrea Della Monica intende restituire un ritratto dell’artista dopo cinquant’anni di carriera, rintracciando il fulcro del suo percorso artistico nella formazione della band Napoli Centrale nei primi anni Settanta e tendendo un ponte ideale con il presente per indagare la più recente evoluzione di quel progetto musicale.
JAMES SENESE – CENNI DI VITA, DI MUSICA
Se il suo percorso artistico è ormai giunto al giro di boa del mezzo secolo – il primo album degli Showmen è datato 1969 –, la storia personale di Gaetano Senese in arte James affonda le radici nell’Italia, e in particolare nella Napoli, dell’immediato dopoguerra.
Figlio di una ragazza napoletana e di un soldato afroamericano, cresciuto ai confini della città di Napoli, che da campagna ha visto trasformarsi in periferia, James Senese è stato a lungo alla ricerca di un’identità. Una ricerca che ha acquistato un senso quando ha iniziato a confrontarsi con le note dei grandi jazzisti americani. Appropriandosi di quella musica, infatti, James vi ha riversato tanto i conflitti di cui era testimone quanto quelli di cui era protagonista, senza mai allontanarsi dalla sua terra. Proprio questa tensione continua tra un legame viscerale e profondo con la sua città e l’anelito di ricongiungersi con la terra di suo padre attraverso la musica, rende l’esperienza musicale di James Senese un unicum dall’identità mai pacificata.
Partendo dall’incontro con Mario Musella e gli Showmen, alla formazione dei Napoli Centrale – band seminale che ha tracciato il percorso di quel “Neapolitan Power” e che ha fatto di Napoli una delle città più creative e stimolanti dal punto di vista musicale – sino al sodalizio artistico e umano con Pino Daniele con il quale ha condiviso palco e studio per i suoi primi fondamentali album, Senese non ha mai rinunciato a comunicare la sua visione del mondo, la necessità per un musicista di veicolare un messaggio, un’idea, e non essere mero intrattenitore.
“E’ molto difficile parlare di se stessi, nonostante la mia musica da molti anni dica chi sono, meglio di tante parole. Ciononostante voglio farlo con questo breve scritto.
Sono arrivato all’età di settantacinque anni felice di questo traguardo. Il tempo è una cosa che assume significato col passare degli anni; da giovane ci fai poco caso, non te ne curi. Ma poi quando comincia a correre cerchi di fissarlo, di rallentarlo. Io lo faccio armato di sax e sentimento.
Sono nato nel 1945, anno della fine della guerra, da padre americano e madre napoletana. Sin da piccolo ho sempre cercato di contrastare quello che ritenevo ingiusto, primo fra tutti il pregiudizio. Sicuramente il colore della mia pelle ha contribuito a sviluppare questo sentimento. Immaginatevi come poteva sentirsi nel 1960 un ragazzo di quindici anni napoletano guardandosi allo specchio, vedendosi diverso dai miei coetanei, e da quello che la società del dopoguerra imponeva. Insomma, ho avuto la mia parte di complessi da superare, cercando di sentirmi uguale agli altri che spesso non mancavano di far notare la mia “diversità”.
Poi un giorno ho scoperto lo strumento che ha cambiato per sempre la mia vita, il sassofono.
Lì ho condensato tutte le mie angosce, le mie paure, soffiandole via, letteralmente. Ho capito che potevo liberarmi di tutti i problemi, che potevo scacciare i timori che attanagliavano la mia anima. Sono di famiglia modesta, per non dire povera. Suonando decisi che avrei voluto parlare degli ultimi, di quelli che non ce la fanno, di quella parte di popolo che vive a testa bassa per portare a casa la pagnotta; ma avrei anche voluto parlare di amore e rispetto per le persone.
Non mi è mai interessato il denaro. Ho rinunciato a contratti importanti che mi avrebbero però fatto tradire quello in cui credevo, e credo ancora; la coerenza e l’onestà artistica.
Credo di essere diventato un buon musicista e un buon compositore, con sentimenti forti, lasciando da parte gli egoismi e i personalismi; ringraziando invece per quello che in cinquanta anni di musica ho ottenuto.
Di questo devo dire grazie a Dio, alla mia famiglia, che mi hanno dato la forza e i giusti valori.
Credo che soltanto il rispetto e l’accoglienza dell’altro, del diverso, possa contribuire alla pacificazione delle persone, e ci dia quella parte di felicità necessaria per amare il prossimo.” James Senese