Istituzione Bologna Musei: sedi e mostre aperte per Ferragosto. Ecco il calendario degli eventi e delle attività
Musei aperti per ferie. Anche quest’anno l’Istituzione Bologna Musei offre molteplici proposte, fruibili in sicurezza, per un’estate all’insegna dell’arte e della cultura:
le collezioni permanenti, le mostre temporanee, gli eventi, le attività e i nuovi contenuti dell’app MuseOn, scaricabili gratuitamente, per creare un’esperienza di visita più coinvolgente attraverso percorsi ricchi di informazioni e curiosità.
I musei civici aperti a Ferragosto
Con l’avvicinarsi della festività di Ferragosto, vi ricordiamo le sedi che saranno regolarmente aperte nella giornata di sabato 15 agosto 2020:
• Museo Civico Archeologico (via dell’Archiginnasio 2) h 10.00-20.00
• Museo Civico Medievale (via Manzoni 4) h 10.00-18.30
• Collezioni Comunali d’Arte (Palazzo d’Accursio | Piazza Maggiore 6) h 10.00-18.30
• Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini (Strada Maggiore 44) h 10.00-18.30
• MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi (via Don Minzoni 14) h 11.00-18.30
• Casa Morandi (via Fondazza 36) h 15.30-18.30
• Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22) h 16.00-20.00
• Museo internazionale e biblioteca della musica (Strada Maggiore 34) h 10.00-18.30
• Museo del Patrimonio Industriale (via della Beverara 123) aperto solo su prenotazione per gruppi di 4 persone; la prenotazione va effettuata via email con almeno 3 giorni di anticipo a [email protected]
Si ricorda che Villa delle Rose non è aperta al pubblico in quanto sede di svolgimento dei campi estivi dell’Istituzione Bologna Musei mentre il Museo civico del Risorgimento è chiuso fino al 17 settembre 2020 per la consueta pausa estiva.
Per poter garantire la miglior tutela dei visitatori ed evitare al massimo il rischio di contagio, l’Istituzione Bologna Musei ha attivato le necessarie misure di sicurezza per il contenimento del Covid-19. Tutte le informazioni utili per la visita sono sono consultabili sul sito www.museibologna.it.
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App MuseOn: una guida multimediale per scoprire i tesori delle collezioni permanenti dei musei civici di Bologna
Per arricchire l’esperienza di visita nelle proprie sedi, l’Istituzione Bologna Musei nei mesi scorsi ha continuato ad implementare la app MuseOn, disponibile in versione iOS e Android, con nuovi percorsi che ad oggi consentono di andare alla scoperta delle collezioni permanenti di numerosi musei: Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Museo civico del Risorgimento, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Davia Bargellini, Museo del Patrimonio Industriale e Museo della Musica.
I contenuti di questa guida multimediale possono costituire una valido supporto sia in preparazione che in approfondimento alla visita stessa. Ogni oggetto è infatti corredato da una didascalia, da un testo descrittivo, da immagini – anche storiche – e da informazioni e curiosità.
I contenuti, oltre che letti sui propri dispositivi mobili, possono anche essere ascoltati grazie al sistema di lettura vocale interno al dispositivo stesso.
I percorsi sono scaricabili gratuitamente su App Store e Google Play.
Il percorso sul Museo Civico Archeologico, di cui era già presente nella app la collezione egiziana, è stato ampliato con nuovi contenuti relativi al lapidario, alla Sezione preistorica e a quella di Bologna Romana. Del lapidario è possibile scoprire i documenti più significativi, fra i circa 400 che compongono la collezione, fra statue, stele e lastre iscritte. Tra di essi figura anche il celebre torso dell’imperatore Nerone. Per la Sezione preistorica è presente una decina di schede, per tracciare le diverse fasi della storia del territorio bolognese a partire dalle più antiche testimonianze risalenti al Paleolitico Inferiore (800.000 anni fa) cui si riferiscono i semplici manufatti in pietra denominati chopper (ciottoli di selce). Per la sezione dedicata a Bologna romana infine sono presentati oggetti che permettono di ricostruire sia la vita pubblica (come le antefisse della prima basilica civile) che quella privata (come il pavimento a mosaico da via Testoni) degli antichi abitanti di Bononia.
Il percorso sul Museo Civico Medievale permette di conoscere molti oggetti di tutte le sezioni della collezione permanente, che si snoda nelle sue 22 sale. Si segnalano l’Arca di Giovanni da Legnano, il celebre e prezioso acquamanile duecentesco appartenuto a Pelagio Palagi, la statua di papa Bonifacio VIII e ancora le sculture del Nettuno e del Mercurio di Giambologna o le fiasche dei Bentivoglio.
Il percorso sul Museo civico del Risorgimento presenta l’intero percorso espositivo del museo, articolato in cinque sezioni che ripercorrono gli eventi dal 1796 alla fine della Prima Guerra Mondiale. Sono 27 le schede presentano gli oggetti più significativi: dall’uniforme della Guardia Nazionale di Bologna alla scimitarra di Gioacchino Murat, dal ritratto di Ugo Bassi a quello di Giuseppe Garibaldi e un’ulteriore scheda relativa alla speciale sezione di filatelia e storia postale.
Il percorso sulle Collezioni Comunali d’Arte attira l’attenzione del visitatore sulle opere più significative delle sue 25 sale. Si segnalano le schede sulle tavole di Vitale da Bologna, sul Ritratto di Gonfaloniere di Artemisia Gentileschi, sugli automi dell’orologio di Piazza Maggiore, sulla Galleria Vidoniana e sulla Sala Boschereccia, sull’Apollino di Canova e sui dipinti di Amico Aspertini, Francesco Francia, Ludovico Carracci e Donato Creti.
Il percorso sul Museo Davia Bargellini è una guida particolarmente ricca di approfondimenti sulle opere più significative presenti nelle 7 sale del percorso espositivo. Vengono segnalati in particolare i dipinti di Vitale da Bologna, di Innocenzo da Imola, dei Vivarini, di Prospero Fontana, di Alessandro Tiarini, di Giuseppe Maria e Luigi Crespi e inoltre la berlina di gala e il teatro delle marionette veneziane.
Il percorso del Museo del Patrimonio Industriale è dedicato alla sezione relativa alla Bologna dell’acqua e della seta dei secoli XIV-XVIII, con cui si apre il percorso espositivo del museo: una fase che ha visto Bologna esportare filati e veli di seta in tutto il mondo occidentale. La ricostruzione dell’organizzazione produttiva che ha sancito la supremazia economica della città fino alla fine del XVIII secolo è affidata a 10 schede, dalla mappa di Bologna della seconda metà del XVI secolo al plastico del sistema idraulico della città, dal modello in ferro della ruota idraulica a cassette al mulino da seta alla bolognese.
Il Museo della Musica infine permette di scoprire sei secoli di storia della musica europea attraverso circa 50 schede che, oltre a descrivere le sale stupendamente affrescate i cui si articola il percorso espositivo, ne propongono gli oggetti più significativi: dal ritratto di Padre Giambattista Martini e dal primo volume della sua Storia della Musica ai celebri Sportelli di libreria musicale di Giuseppe Maria Crespi, dal ritratto e dal compito di Mozart al Clavemusicum omnitonum di Vito Trasuntino, dall’Harmonice Musices Odhecaton A (il primo spartito stampato della storia) all’Armonia di flauti, per arrivare infine al ritratto di Farinelli e alla partitura autografa de Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.
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Non solo collezioni permanenti: le mostre temporanee dall’archeologia all’arte contemporanea, dall’arte antica alla cultura tecnica-industriale
Vi segnaliamo inoltre le mostre temporanee che, oltre alle collezioni permanenti, potranno essere visitate dai cittadini e dai turisti che sceglieranno di trascorrere la giornata in città:
Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna
Museo Civico Archeologico | via dell’Archiginnasio 2
Progetto scientifico a cura di: Laura Bentini, Anna Dore, Paola Giovetti, Federica Guidi, Marinella Marchesi, Laura Minarini (Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico) e Elisabetta Govi, Giuseppe Sassatelli (Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche Alma Mater Studiorum – Università di Bologna)
Periodo di apertura: prorogata fino al 29 novembre 2020
Orari di apertura mostra: lunedì, mercoledì, giovedì h 10.00-19.00; venerdì h 14.00-22.00; sabato, domenica e festivi h 10.00-20.00; martedì (non festivi) chiuso
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso (comprensivo di accesso alla Sezione etrusca del museo): intero € 14 | ridotto € 12 | ridotto € 7 possessori di Card Cultura, ragazzi dai 6 ai 17 anni compiuti non in gruppo scolastico
Tel. info e prenotazioni 051 7168807
Sito mostra: www.etruschibologna.it
A distanza di 20 anni dalle grandi mostre di Bologna e Venezia, il Museo Civico Archeologico di Bologna presenta un ambizioso progetto espositivo dedicato alla civiltà etrusca, in cui sono riuniti circa 1400 oggetti provenienti da 60 musei ed enti italiani e internazionali. Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna vuole essere un affascinante viaggio tra archeologia e paesaggi sorprendenti nelle terre degli Etruschi, in una mostra che punta sulle novità di scavo e di ricerca e sulla storia di uno dei più importanti popoli dell’Italia antica.
La metafora del viaggio dà forma e struttura all’esposizione, divisa in due grandi sezioni. La prima offre un momento di preparazione al viaggio, facendo conoscere al visitatore i lineamenti principali della cultura e della storia del popolo etrusco. Così preparato, il visitatore può affrontare la seconda sezione, dove si compie il viaggio vero e proprio nelle terre dei Rasna, come gli Etruschi chiamavano se stessi.
Un itinerario attraverso quei territori e centri di Lazio, Umbria e Toscana che già furono oggetto di attenzione, meraviglia e descrizione da parte dei viaggiatori del passato, come il diplomatico inglese George Dennis, che nel XIX secolo con il suo The Cities and Cemeteries of Etruria (1848) diede conto di cinque anni di viaggi che toccarono i siti archeologici allora conosciuti, in paesaggi profondamente diversi da come sono oggi.
Il viaggio continua nei territori etruschi della valle Padana e della Campania, forse meno noti al grande pubblico ma importanti teatri di nuove scoperte archeologiche.
La mostra infine dialoga naturalmente con la ricchissima sezione etrusca del museo, che testimonia il ruolo di primo piano di Bologna etrusca.
Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna è una mostra promossa e progettata da Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico, in collaborazione con la Cattedra di Etruscologia e Antichità Italiche di Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, realizzata da Electa e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana. Il progetto di allestimento è a cura di Paolo Capponcelli, PANSTUDIO architetti associati.
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Imago splendida. Capolavori di scultura lignea a Bologna dal Romanico al Duecento
Museo Civico Medievale | via Manzoni 4
A cura di Massimo Medica e Luca Mor
Periodo di apertura: prorogata fino al 6 settembre 2020
Orari di apertura estivi: martedì, giovedì, sabato, domenica h 10.00-18.30
Ingresso (comprensivo di accesso alla collezione permanente): intero € 6 | ridotto € 3 | ridotto € 2 giovani 18-25 anni | gratuito possessori di Card Cultura
Telefono: 051 2193916 – 2193930
Sito: www.museibologna.it/arteantica
Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei, l’esposizione curata da Massimo Medica e Luca Mor approfondisce l’affascinante e ancora poco studiata produzione scultorea lignea a Bologna tra XII e XIII secolo, restituendone una rilettura aggiornata a distanza di quasi vent’anni dalla grande esposizione Duecento. Forme e colori del Medioevo a Bologna organizzata nell’ambito di “Bologna2000 Città Europea della Cultura”. Grazie alla collaborazione della Curia Arcivescovile di Bologna e della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, e con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Dipartimento delle Arti, il progetto si configura come esito espositivo di una sedimentata ricerca filologica e documentaria, che consente di fissare una nuova tappa verso la comprensione dei modelli di riferimento nel contesto figurativo della Bologna altomedievale.
Il nucleo principale della mostra, allestita nella Sala del Lapidario, si compone delle testimonianze più rappresentative della produzione plastica superstite nella città: tre croci intagliate di proporzioni monumentali appartenenti alla variante iconografica del Christus Triumphans che vince la morte, per la prima volta eccezionalmente riunite insieme.
La comparazione ravvicinata dei manufatti offre in visione tangenze e analogie, sul piano della sintassi formale e tecnica, che rendono congetturabile l’ipotesi di un’inedita attribuzione a un’unica bottega, credibilmente di area alpina sudtirolese – il cosiddetto Maestro del Crocefisso Cini – in una fase temporale compresa tra il 1270 e il 1280.
Si tratta del Crocefisso conservato nelle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, riallestito nel corso del XIV secolo su una croce duecentesca dipinta da Simone dei Crocifissi, dell’ancora poco conosciuto Crocefisso proveniente dalla basilica di Santa Maria Maggiore a Bologna e, infine, del Crocefisso pervenuto alla raccolta d’arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Ad integrazione esterna della mostra, in un ideale percorso diffuso in città, va inoltre considerata la maestosa Crocefissione scolpita situata nella Cattedrale di San Pietro, di cui in mostra viene elaborata la ricostruzione sull’antico pontile attraverso un video in 3D a cura di Fabio Massaccesi e Cineca, in collaborazione con SAME Architecture.
Il percorso espositivo consente inoltre di misurare in dettaglio gli originalissimi effetti della rinascenza gotica sul genere della plastica lignea in rapporto alle arti preziose, che in città conobbero una straordinaria intensità di circolazione. Il dialogo fra le tecniche viene testimoniato dalla presenza di preziosi codici miniati e raffinati oggetti liturgici.
La mostra si avvale della sponsorizzazione tecnica di Cineca, Oasi Allestimenti, Radio Sata, SAME architecture.
Un ringraziamento speciale a Silvana Editoriale per la sponsorizzazione tecnica del catalogo, composto da un ricco apparato iconografico, le schede delle opere e i contributi critici di Luca Mor, Massimo Medica, Fabio Massaccesi, Silvia Battistini e Manlio Leo Mezzacasa.
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Il Camino dei Fenicotteri. I disegni dei Casanova dall’Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini | Strada Maggiore 44
A cura di Paolo Cova, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Negretti in collaborazione con Renzo Zagnoni e Gruppo di Studi Alta Valle del Reno
Periodo di apertura: fino al 6 settembre 2020
Orari di apertura estivi: martedì, venerdì h 9.00-14.00; sabato, domenica ore 10.00-18.30
Ingresso: gratuito
Tel. 051 236708
Sito: www.museibologna.it/arteantica
Giulio Casanova, Mostra di camino con fenicotteri, pesci e motivi fitomorfi, ante 1902, penna, inchiostro e acquerello su carta incollata su cartone, cm 493 x 690
Bologna, Museo Davia Bargellini
Courtesy Archivio Fotografico Musei Civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei
La brillante stagione dell’Æmilia Ars torna a risplendere grazie al progetto espositivo Il Camino dei Fenicotteri. I disegni dei Casanova dall’Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei a cura di Paolo Cova, Mark Gregory D’Apuzzo e Ilaria Negretti, in collaborazione con Renzo Zagnoni e Gruppo di Studi Alta Valle del Reno, promosso da Istituzione Bologna Musei | Musei Civici d’Arte Antica, con il patrocinio di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Comune di Grizzana Morandi, Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, Città Metropolitana di Bologna.
Raccolta nelle dimensioni quanto preziosa per la raffinata qualità esecutiva di ogni singolo pezzo esposto, la mostra è stata concepita in un’ottica di tutela e valorizzazione congiunta dei patrimoni appartenenti all’Istituzione Bologna Musei e alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, nei quali si trova depositata la memoria di quella straordinaria impresa culturale e industriale irradiatasi dalla città felsinea che fu l’Aemilia Ars. In particolare, l’iniziativa si propone di stimolare una riconsiderazione critica e un aggiornamento degli studi evidenziando il ruolo primario che il disegno di progetto svolse come linguaggio in cui si andavano a sovrapporre organicamente tutti i momenti del processo di definizione dell’idea, unendo una moderna funzionalità a un raffinatissimo decoro, in stretto collegamento con celebri botteghe artigiane locali responsabili della dimensione operativa.
Il percorso della mostra si compone di un nucleo di 17 disegni di grande pregio e rara esposizione, realizzati da tre degli artisti che si distinsero per maggiore talento nel cenacolo di Alfonso Rubbiani da cui nacque la vicenda dell’Aemilia Ars – i fratelli Achille e Giulio Casanova e Giuseppe De Col – ai quali si accompagnano 11 ferri battuti prodotti dalle officine di Pietro Maccaferri e Sante Mingazzi, appartenenti alla collezione permanente del Museo Davia Bargellini. Tutti i documenti grafici, ad eccezione di un pezzo proveniente da collezione privata qui visibile per la prima volta al pubblico, appartengono al fondo di oltre 500 disegni eseguiti a matita, china e acquerello, su carta bianca o da lucido, provenienti dalla Società Æmilia Ars e acquisiti dal Comune di Bologna nel 1936 per arricchire le civiche collezioni dopo la messa in liquidazione del campionario da parte della “Patronessa Direttrice”, la contessa Lina Bianconcini Cavazza, al termine di una delicata trattativa durata quasi due anni.
Il fulcro centrale dell’esposizione consente di apprezzare uno dei manufatti più raffinati, e allo stesso tempo poco noto al pubblico, che testimonia la migliore produzione creativa di Æmilia Ars. Si tratta del magnifico camino in terracotta maiolicata noto come “Camino dei Fenicotteri” che orna una piccola sala della Rocchetta Mattei a Riola, situata in un’ala non ancora sottoposta a restauro conservativo, e pertanto non accessibile al pubblico, dell’edificio costruito per volontà del conte Cesare Mattei come propria fantasmagorica residenza.
Oltre all’indiscutibile pregio artistico, il camino costituisce un rilevante caso di studio proprio in quanto integralmente ricostruibile nella sua autorialità progettuale grazie alla presenza di supporti documentali. In questa occasione espositiva, per la prima volta il manufatto viene infatti presentato in una riproduzione fotografica contemporanea affiancata allo splendido disegno preparatorio firmato dal decoratore-architetto e pittore Giulio Casanova (Minerbio, 1875 – Torino, 1961), eseguito a penna e inchiostro, e rifinito in acquerello su carta incollata su cartone tra il 1898 e il 1900.
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La Galleria de’ Foscherari 1962 – 2018
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14
Periodo di apertura: prorogata fino al 20 settembre 2020
Orari di apertura estivi: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 14.00-18.30; sabato, domenica ore 11.00-18.30
Ingresso (comprensivo di accesso alle collezioni permanenti MAMbo e Museo Morandi): intero € 6 | ridotto € 4 | ridotto € 2 giovani 18-25 anni | gratuito possessori di Card Cultura
Telefono: 051 6496611
Sito: www.mambo-bologna.org
Allestita nella Project Room del MAMbo, spazio che il museo dedica principalmente alla riscoperta di alcuni degli episodi culturali più stimolanti e innovativi in ambito bolognese e regionale, la mostra La Galleria de’ Foscherari 1962 – 2018 ricostruisce la nascita e lo sviluppo di un punto di riferimento per l’arte contemporanea a Bologna e non solo.
La Galleria de’ Foscherari, fondata da Enzo Torricelli, al quale si uniscono in seguito Franco Bartoli e Pasquale Ribuffo, nasce nei primi anni Sessanta e fin dall’inizio articola il proprio programma di attività su due filoni d’indagine strettamente connessi: l’attenzione alla tradizione criticamente consolidata e l’interesse per la ricerca e la sperimentazione.
Accanto a un fitto calendario di mostre che si sono sviluppate in queste due direzioni, segnando la vita culturale della città, la galleria ha portato avanti un’attività editoriale rappresentata non solo da cataloghi e monografie, ma anche da una collana di quaderni su temi specifici curata storicamente da Pietro Bonfiglioli, oggi selezionati e ristampati nella pubblicazione antologica Il Notiziario della Galleria de’ Foscherari (1965-1989), che viene pubblicato in occasione della mostra per la cura di Vittorio Boarini.
L’esposizione al MAMbo vuole essere un riconoscimento, un ulteriore contributo alla lunga e ricca storia della galleria e un omaggio alla figura di Pasquale Ribuffo, scomparso nel 2018. L’allestimento accosta un’ampia scelta di materiali storici – fotografie, documenti, cataloghi, locandine, inviti – a una selezione di opere di artisti che hanno segnato i momenti chiave nell’attività della de’ Foscherari: Pierpaolo Calzolari, Mario Ceroli, Pirro Cuniberti, Luciano De Vita, Marcello Jori, Sophie Ko, Luigi Mainolfi, Piero Manai, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Claudio Parmiggiani, Concetto Pozzati, Germano Sartelli, Mario Schifano, Vedovamazzei, Gilberto Zorio.
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ULTRABANDIERE
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | via Don Minzoni 14
A cura di Guerrilla Spam e Mattia Branca in collaborazione con CHEAP Street Poster Art
Periodo di apertura: fino al 6 settembre 2020
Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 14.00-18.30; sabato, domenica ore 11.00-18.30
Ingresso: gratuito (foyer del museo)
Telefono: 051 6496611
Sito: www.mambo-bologna.org
ULTRABANDIERE, a cura di Guerrilla Spam e Mattia Branca in collaborazione con CHEAP Street Poster Art, è visibile nel foyer del MAMbo fino al 6 settembre 2020.
Il progetto nasce nel novembre 2017 a Torino all’interno dello Spazio Popolare Neruda, un’occupazione abitativa atipica. Insieme agli abitanti sono state immaginate, disegnate e poi cucite quattordici bandiere in stoffa che raccontano storie, pensieri, sogni e ricordi dei loro autori. Questi manufatti non sono più “solo” bandiere, ma “ultra”-bandiere. Si trasformano in a altro, stratificando significati: sono arazzi, tappeti, lenzuola o tovaglie… Non più vessilli identitari ma narrazioni aperte.
Il progetto si è concluso nel 2019 con l’installazione delle bandiere all’interno del luogo in cui sono state create e a seguire l’installazione è uscita dal suo contesto naturale per essere esposta in musei e fondazioni d’arte contemporanea fino ad approdare al MAMbo a febbraio 2020.
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Francesca Ferreri. Gaussiana
Casa Morandi | via Fondazza 36
A cura di Lorenzo Balbi
Periodo di apertura: prorogata fino al 12 settembre 2020
Orari di apertura: sabato h 15.30-18.30
Ingresso: gratuito
Tel. 051 6496611
Sito: www.mambo-bologna.org/
Gaussiana è il titolo di un’opera di Francesca Ferreri, che si colloca nella sala centrale di Casa Morandi, e dà il nome all’intera mostra promossa da Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi con la sponsorship di Banca di Bologna.
Il lavoro si inserisce nel solco di una ricerca più ampia, che rintraccia nell’intreccio tra restauro e algoritmi matematici spunti poetici per un approccio scultoreo che si pone, sullo sfondo, il problema dell’incognita.
I tre elementi della scultura, che prendono vita lungo un asse longitudinale, nonostante la linearità e la struttura modulare mostrano evidenti sconfinamenti nell’organico: la leggera carta che essi sorreggono – punteggiata di scritture asemiche, a metà fra espressioni matematiche e notazioni coreografiche – suggerisce, pur nella sua esilità, il senso dell’opera.
La curva gaussiana, largamente usata nelle scienze naturali e sociali per rappresentare graficamente la distribuzione di una popolazione su di una qualunque variabile, tende, come noto, all’infinito. L’opera qui presentata raggiunge invece da entrambe le parti un ‘punto zero’, ed è la sua immediata ripartenza a rispondere in qualche modo al bisogno di infinito.
La mostra, a cura di Lorenzo Balbi, si è aperta il 23 gennaio scorso come Main project di ART CITY Bologna 2020, il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
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Nino Migliori. Stragedia
Ex Chiesa di San Mattia | via Sant’Isaia 14/a
A cura di Lorenzo Balbi
Periodo di apertura: fino al 7 febbraio 2021
Orari di apertura: venerdì, sabato h 20.00-22.00; domenica h 18.00-20.00
Ingresso: gratuito
Prenotazione: tel. 051 6496611 – https://ticket.midaticket.it/
Tel. 051 6496611 (centralino MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna)
Sito: www.mambo-bologna.org
Stragedia è un’installazione immersiva che nasce da una rielaborazione delle immagini scattate dal fotografo Nino Migliori nel 2007, durante l’allestimento dei resti del velivolo negli spazi del Museo per la Memoria di Ustica. Gli 81 scatti, corrispondenti al numero di vittime della Strage di Ustica, sono eseguiti a “lume di candela” tecnica utilizzata da Migliori dal 2006 per la serie Lumen. Stragedia interpreta l’evento tramite immagini che sconfinano nell’astratto, in cui dettagli e frammenti permettono una perdita di scala, la stessa che inevitabilmente entra in gioco quando si tratta di dare voce ad una tragedia storica.
Il progetto – ideato da Nino Migliori con Aurelio Zarrelli, Elide Blind, Simone Tacconelli, audiovisual design di Paolo Barbieri, a cura di Lorenzo Balbi – viene presentato fino al 7 febbraio 2021 nella sede della Ex Chiesa di San Mattia, a ingresso libero con prenotazione.
La mostra si è aperta sabato 27 giugno 2020, nel giorno della ricorrenza del quarantesimo anniversario della Strage di Ustica ed è promossa da Comune di Bologna, Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna | Museo per la Memoria di Ustica, Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, in collaborazione con Fondazione Nino Migliori, MiBACT – Direzione Regionale Musei Emilia Romagna, Cronopios e con il sostegno di Fondazione MAST.
In occasione della mostra, Edizioni MAMbo pubblica un catalogo a cura di Lorenzo Balbi, che contiene la riproduzione della serie completa delle 81 immagini.
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Noi siamo la Minganti. Bologna e il lavoro industriale tra fotografia e memoria (1919-2019)
Museo del Patrimonio Industriale | via della Beverara 123
Periodo di apertura: prorogata fino al 15 novembre 2020
Orari di apertura: fino al 15 settembre 2020 il museo è aperto solo su prenotazione per gruppi di 4 persone
Prenotazione: [email protected] (scrivere con almeno 3 giorni di anticipo)
Ingresso (comprensivo di accesso della collezione permanente): intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto € 2 giovani 18-25 anni | gratuito possessori di Card Cultura
Tel. 051 6356611
Sito: www.museibologna.it/
La mostra, realizzata in occasione del centenario delle Officine Minganti, racconta la storia della fabbrica bolognese come luogo del lavoro e della produzione accostando un’ampia selezione di fotografie d’epoca e una raccolta di materiali documentali.
Il percorso espositivo è caratterizzato da una selezione di fotografie provenienti sia dagli archivi della Camera del Lavoro di Bologna, della Fiom-Cgil Bologna e del Museo del Patrimonio Industriale che da donazioni di ex dipendenti. La scelta delle immagini si dipana intrecciando volutamente la memoria visiva strettamente legata alla realtà produttiva e lavorativa quotidiana, nella sua materialità e varietà all’interno dello spazio industriale, ma anche il suo svilupparsi all’esterno delle officine, nelle forme di espressione legate alle manifestazioni sindacali.
Le immagini documentano, in un arco temporale che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del Novecento, gli ambienti interni ed esterni della fabbrica, il lavoro nell’officina e negli uffici tecnico-amministrativi e la lunga lotta contro la chiusura (il declino inizia dagli anni Settanta, prosegue con l’amministrazione controllata degli anni Ottanta e arriverà alla fine con una lunga e complessa procedura fallimentare conclusasi solo nel 1997). Un ulteriore nucleo di fotografie mostra gli spazi abbandonati nei primi anni Duemila e l’odierna rifunzionalizzazione dell’area come centro commerciale.
Completano l’esposizione due spazi tematici: il primo è legato alla produzione Minganti con cataloghi e oggetti donati da ex lavoratrici ed ex lavoratori.
Il secondo è dedicato alla Virtus Minganti pallacanestro: le Officine Minganti sono state infatti il primo sponsor in assoluto della società sportiva tra il 1953 e il 1958, anni in cui furono conquistati due Campionati italiani, nel 1954-’55 e nel 1955-’56. In mostra sono visibili fotografie dell’Archivio Storico Virtus, una maglia e riviste sportive dell’epoca provenienti da collezioni private. Arricchiscono il percorso una video-installazione e alcune video-interviste a ex dipendenti, che restituiscono memoria all’aspetto umano della produzione industriale.
Noi siamo la Minganti. Bologna e il lavoro industriale tra fotografia e memoria (1919-2019) fa parte del più ampio progetto Il lavoro e la Minganti, lanciato in occasione del centenario della fondazione delle Officine in sinergia con il progetto Bologna metalmeccanic@, co-promosso dal Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, dal Museo del Patrimonio Industriale, da associazioni di ricerca storica e promozione culturale come Clionet e da Fiom-Cgil Bologna.
Significativa ed importante è stata l’attivazione di un gruppo di ex-lavoratori ed ex-lavoratrici delle Officine Minganti, costituitosi nel Comitato Minganti Storica, interessati a non disperdere l’importante memoria e cultura del lavoro che ha trovato espressione nello stabilimento metalmeccanico nel corso del Novecento.
L’esposizione è realizzata da Istituzione Bologna Musei | Museo del Patrimonio Industriale e Associazione Clionet, con il sostegno di Lavoro Più.