Intervista: Michelangelo, dopo "Amici" è il momento del nuovo singolo "In due a lottare" Intervista: Michelangelo, dopo "Amici" è il momento del nuovo singolo "In due a lottare"

Intervista: Michelangelo, dopo “Amici” è il momento del nuovo singolo “In due a lottare”

Intervista: Michelangelo, dopo "Amici" è il momento del nuovo singolo "In due a lottare" Intervista: Michelangelo, dopo "Amici" è il momento del nuovo singolo "In due a lottare"Michelangelo Vizzini, 20 anni, è noto al grande pubblico per la sua partecipazione ad “Amici” e per le sue performance su Tik Tok. Ha recentemente pubblicato il suo ultimo singolo In due a lottare. Scopriamolo insieme grazie alla sua disponibilità.

E’ uscito il tuo brano “In due a lottare”, in cui appunto affermi la necessità di essere in due a lottare all’interno di un rapporto. Quale è la tua storia in tal senso?

Mi sono fidanzato con Emily quando avevo circa 18 anni. Ho cominciato a frequentare le ragazze dai 16 anni, quindi non ho molte esperienze precedenti. E’ lei il mio primo vero amore, la storia dura ormai da quasi due anni e mezzo.

Emily è anche l’ispirazione per questo tuo nuovo brano…

In tutte le relazioni ci sono momenti negativi, momenti “no”. Io in primis li ho vissuti, pur essendo abbastanza giovane. Ho voluto parlarne nella canzone affinché le persone potessero rispecchiarcisi, perché se si è in due a volere le cose, a lottare, tutto diventa più semplice, soprattutto se si è legati da bei ricordi.

Cosa significa essere innamorati per quelli della tua età, per i “classe 1999”?

Sebbene ci siano anche persone serie tra quelli della mia età, molti sono quelli che invece pensano solo a divertirsi e vivere il momento. Io stesso ho avuto le mie piccole esperienze, salvo poi fermarmi quando ho conosciuto Emily, la persona con cui sto bene. Non sento la necessità di cercare altro se sto bene con una persona, non fa proprio parte del mio carattere. Per molti altri miei coetanei, invece, non è così.

Si può dire che i ventenni del 2020 hanno un approccio “fast food” anche all’amore?

Beh, diciamo di sì, fa parte della giovane età e in fondo è una fase nella quale si può davvero fare ciò che si vuole della propria vita. Io ho avuto la fortuna di trovare già una persona con la quale sto bene: vale per ora e spero sarà così anche in futuro.

Una scelta chiara che hai fatto è quella di condividere la tua vita privata. Molti, magari di generazioni diverse, avrebbero avuto remore o pudore ma tu no.

Quello che provo e che vivo è autentico: perché tenerlo nascosto? Mi sembra naturale dichiararlo e farlo vedere. Certo, capisco chi magari ha il timore di essere etichettato “con quella ragazza per sempre”: del resto, anche noi siamo molto seguiti sui social e lì siamo Emily e Michelangelo, credo che i nostri follower si sentirebbero male se questo finisse! I fan sono molto importanti, ma non possono condizionare la mia vita privata.

Molti artisti prediligono Instagram come social network di riferimento, perché ritenuto più “creativo” di Facebook, che viene invece percepito come ingessato. Nel tuo caso, invece, hai optato per Tik Tok, ci spieghi questa tua scelta?

In realtà ho account su tutti i principali social network, compreso Facebook, che però uso davvero pochissimo. Diciamo la verità, la prima cosa che fa un ragazzino è scaricare Tik Tok ed eventualmente Instagram. Quest’ultimo è un canale che ti permette di promuoverti molto bene e far vedere quello che fai. Tik Tok ti dà però delle possibilità di essere visibile persino superiori: esistono i Per te. Se riesci ad entrare in questa feature hai davvero l’opportunità che il tuo pezzo possa andare, ottieni molti più ascolti su Spotify e più visualizzazioni su YouTube. Per In due a lottare ho girato insieme ad Emily alcuni video utilizzando il cellulare, in linea con quello che viene apprezzato su Tik Tok, che premia la spontaneità piuttosto che le realizzazioni professionali. Oltre 25000 persone hanno a loro volta pubblicato dei Tik Tok con il mio audio.

Analizziamo ciò che abbiamo detto su Facebook. I più giovani non lo utilizzano per il tipo di comunicazione che trovano su quella piattaforma o piuttosto perché non vogliono stare sullo stesso social dei propri genitori?

In realtà Instagram è utilizzato anche da persone di una fascia d’età più alta. Facebook è indubbiamente, però, prerogativa dei più “grandi”, che non necessitano di strumenti di visibilità ma di qualcosa di più intimo. Non per niente su Facebook non ci sono i follower ma bensì le richieste di amicizia: una terminologia che spiega anche il fine. Cantanti e influencer, quindi, prediligono Instagram perché consente di allargare il proprio pubblico in maniera più facile ed efficace.

Tu sei arrivato al successo tramite un “talent show”. Molti criticano questa formula, contrapponendola alla “gavetta” che si fa per arrivare gradualmente al successo. Quale è la tua posizione?

In realtà, indipendentemente dai talent, nella vita c’è chi ha culo e chi no! Battute a parte, anche io ho fatto tante cose prima di approdare ad Amici, per cui le due cose non sono realmente in contraddizione. Ho cantato ovunque, specie nei locali, prima di salire questo gradino. E ho ancora tanta strada da fare. Il talent ti dà una spinta, ma è solo il talento che ti può sorreggere, altrimenti cadi inesorabilmente.

Il brano è uscito da una ventina di giorni: che tipo di feedback stai ricevendo?

Mi stanno scrivendo moltissime persone che si riconoscono nel testo di questa canzone. Tra l’altro è proprio uscita a cecio, in questo periodo brutto. Il testo può essere interpretato in modi molteplici, può parlare di lottare all’interno di una coppia, così come può significare la lotta di quelle coppie che sono costrette a stare separate per il lockdown. Con Emily abitiamo a due passi di distanza, ma ciononostante non possiamo vederci più di tanto.

Quanto è importante il rapporto che si stabilisce con i tuoi fan che ti scrivono?

E’ importantissimo: faccio musica per loro. Ovviamente è una mia necessità scrivere, ma sapere che ci sono tante persone che ti vogliono bene e ti seguono è bello, ti fa venire voglia di fare di più.

Immagino che ci sia molto di questo periodo in quello che stai scrivendo…

Incide tantissimo: non riesco in pratica a scrivere di altro! E’ un periodo davvero brutto e ce lo ricorderemo nella storia. Sto scrivendo tanto e spero che alcuni progetti che ho in mente si possano realizzare, tra cui un altro singolo. Anche se non c’è ancora una data, mi auguro che sarà a breve, compatibilmente con la situazione che stiamo vivendo.

Certamente questo periodo ti condiziona molto, sia dal punto di vista discografico che per le esibizioni live. Come trovi l’energia per reagire?

Ripartiremo dai progetti che abbiamo lasciato in sospeso. E’ un po’ come ricominciare da zero, onestamente. In questa quarantena mi sto caricando di energia per ritornare al massimo.

La vita dell’artista è caratterizzata da bioritmi differenti rispetto, ad esempio, a chi lavora dalle nove alle cinque. Questa quarantena ti ha dato una regolarità che ti sarà sembrata strana…

Quando facevamo Amici era onestamente massacrante: si lavorava tutti i giorni dalle 9 del mattino alle 9 di sera. E’ davvero difficile per un artista dare il massimo ogni giorno e per tutto il giorno. Funziona così: magari non scrivi e non canti per una settimana e la successiva lo fai ogni giorno, devi imparare a farlo quando vuoi.

Se dovessi fissare in un’istantanea il tuo sogno di artista, quale sarebbe l’immagine?

L’immagine è quella di un pubblico pieno di luci, con tutti i cellulari in aria. Magari un pubblico capace di riempire l’Arena di Verona.

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