Intervista in esclusiva ad Antonio Vivaldi. Federico Maria Sardelli intervista il Prete Rosso Intervista in esclusiva ad Antonio Vivaldi. Federico Maria Sardelli intervista il Prete Rosso
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Intervista in esclusiva ad Antonio Vivaldi. Federico Maria Sardelli intervista il Prete Rosso

Intervista in esclusiva ad Antonio Vivaldi. Federico Maria Sardelli intervista il Prete Rosso Intervista in esclusiva ad Antonio Vivaldi. Federico Maria Sardelli intervista il Prete RossoSarà online domenica 24 dalle ore 11 sui canali web dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia un’intervista in esclusiva ad Antonio Vivaldi con il noto direttore e musicologo Federico Maria Sardelli, autore del best seller edito per Sellerio L’affare Vivaldi. In un’intervista surreale e ironica, Sardelli dialoga, in esclusiva per l’Accademia di Santa Cecilia, con il “Prete Rosso”, autore delle celebri Quattro Stagioni, e farà luce su alcuni misteri che riguardano la sua vita e il suo lavoro.

Don Antonio, interrotto dal Maestro Sardelli durante una composizione, racconta dei suoi 400 concerti per violino, delle 98 opere, dei 120 mottetti e 6 oratori. E, inoltre, del suo lavoro di compositore, delle sue prove dell’opera in teatro, del suo rapporto con la cantante Anna Girò (o anche Giraud). Incalzato da Sardelli, tra i massimi studiosi del compositore veneziano, Vivaldi si ritiene soddisfatto delle esecuzioni dei suoi capolavori, ma sottolinea che non sopporta le deformazioni e il gusto volgare oggi imperante e invita gli esecutori a suonare rispettare quanto lui ha scritto, le sue indicazioni agogiche ecc..

Sardelli, ospite abituale dell’Accademia, anche in questa stagione concertistica – il 13 maggio – sarebbe dovuto salire sul podio dell’ensemble L’Accademia Barocca di Santa Cecilia e del Coro ceciliano per dirigere un programma interamente dedicato a Vivaldi.

Federico Maria Sardelli, nel suo romanzo storico L’affare Vivaldi – edito da Sellerio – ricostruisce un grande enigma culturale: la storia della discesa nell’oblio della musica di Antonio Vivaldi, e della sua travolgente riscoperta, tra il Settecento e l’Italia fascista.“La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così” – afferma Sardelli – “diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia.” Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell’avidità di un vescovo salesiano e l’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Gentili e Torri, musicologo dell’Università di Torino il primo, e direttore della Biblioteca Nazionale della città il secondo. Ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. Causa stavolta l’indifferenza dello Stato sotto il regime fascista.

Musicista eclettico, veneziano, Vivaldi fu uno dei maggiori esponenti della musica Barocca. Avviato alla carriera ecclesiastica dai genitori, seguì l’iter previsto fino ad essere ordinato sacerdote a 23 anni. “Il Prete Rosso” (appellativo che gli fu dato e con il quale ancora oggi continua ad essere chiamato per il colore fulvo dei suoi capelli) autore di un catalogo infinito composto da centinaia di concerti, opere e musica sacra, e aveva una facilità e velocità di scrittura sbalorditive. Si diceva che creasse e riportasse sullo spartito le note con una rapidità tale da superare in velocità il copista. La morte lo colse durante un suo soggiorno a Vienna nel 1741, a 63 anni.

Direttore, musicologo, compositore, flautista, Sardelli fonda nel 1984 l’orchestra barocca Modo Antiquo con cui svolge attività concertistica in tutta Europa sia in veste di solista che di direttore, presente nei maggiori festival di musica antica. È ospite delle maggiori sale d’Europa, come il Concertgebouw di Amsterdam o il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi. Federico Maria Sardelli è direttore principale ospite dell’Orchestra Filarmonica di Torino. È invitato come direttore in numerose altre orchestre, come il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonia de Galicia, il Maggio Musicale Fiorentino, l’orchestra della Fondazione arena di Verona, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’orchestra dei Pomeriggi Musicali. Incide per Naïve e DeutscheGrammophon. Ha al suo attivo più di quaranta incisioni discografiche, sempre in veste direttore e di solista. La sua ricostruzione e prima incisione dei Concerti Grossi op. VI di Corelli con strumenti a fiato ha costituito un evento nel panorama della musica antica. Nel Febbraio del 1997 ha ricevuto a New York, per il suo disco Vivaldi, Concerti per molti Stromenti, la nomination ai Grammy Awards, il massimo riconoscimento per l’attività discografica; Federico Maria Sardelli è un protagonista della rinascita del teatro musicale vivaldiano dei nostri tempi: sue sono le prime rappresentazioni, incisioni ed edizioni mondiali di numerose opere vivaldiane inedite. Le sue incisioni discografiche sono sostenute dalla Westdeutscher Rundfunk Köln (WDR).Nel 2005, presso il Concertgebouw di Rotterdam, ha diretto la prima mondiale dell’opera Motezuma di Vivaldi, riscoperta dopo 270 anni. Nel 2006 ha diretto la prima ripresa mondiale dell’opera L’Atenaide di Vivaldi al Teatro della Pergola di Firenze.Nel 2012 ha inciso in prima mondiale le ultime 8 scoperte vivaldiane (New Discoveries II, Naïve) e diretto in prima mondiale il nuovo Orlando Furioso di Vivaldi da lui riscoperto e ricostruito (Festival di Beaune, disco Naïve).

È membro del comitato scientifico dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi presso la Fondazione G. Cini di Venezia, per il quale ha pubblicato il volume La musica per flauto di Antonio Vivaldi (Olschki, 2002) che è stato tradotto in inglese da Michael Talbot (Ashgate, 2007). Sempre per conto dell’Istituto ha creato e dirige la collana di musiche in facsimile «Vivaldiana», edita da SPES. Numerosissime sono le sue pubblicazioni musicali e musicologiche, edite da Bärenreiter, Ricordi, SPES, Fondazione G. Cini.Nel luglio 2007 Peter Ryom lo ha incaricato di continuare la sua monumentale opera di catalogazione della musica di Antonio Vivaldi e da quel momento Federico Maria Sardelli è il responsabile del Vivaldi Werkverzeichnis (RV).Nel 2012 è apparso il suo Catalogo delle concordanze musicali vivaldiane (Fondaz. G. Cini/Olschki).

Federico Maria Sardelli è anche pittore, incisore ed autore satirico; ma questa è un’altra storia. Ha iniziato a dipingere in precocissima età. Allievo del padre Marc, ha tenuto la sua prima mostra personale all’età di 14 anni ed ha al suo attivo numerosissime esposizioni e concorsi; all’età di quindici anni è stato eletto membro ad honorem dell’Accademia delle Arti dell’Incisione. Particolarmente versato nel ritratto e nell’acquaforte, ha una vasta produzione in questi campi.

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