Intervista: Giulio Bianco, polistrumentista del Canzoniere Grecanico Salentino Intervista: Giulio Bianco, polistrumentista del Canzoniere Grecanico Salentino

Intervista: Giulio Bianco, polistrumentista del Canzoniere Grecanico Salentino

Intervista: Giulio Bianco, polistrumentista del Canzoniere Grecanico Salentino Intervista: Giulio Bianco, polistrumentista del Canzoniere Grecanico SalentinoÈ disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download “DELAYED” (https://bit.ly/3FOXUfp), il nuovo album del polistrumentista GIULIO BIANCO. L’album è disponibile anche in formato fisico, in edizione limitata, su Amazon (https://amzn.to/3mM7XcA) e sul sito web ufficiale di Giulio Bianco.

“DELAYED” è un disco di musica strumentale che si propone di raccontare la solitudine forzata a cui siamo stati costretti, con un particolare focus sulla difficile condizione degli artisti italiani: ogni brano si intitola come il nome di una città in cui Giulio Bianco avrebbe dovuto esibirsi, ma a causa della pandemia i concerti sono poi stati rinviati o annullati. L’album si propone di rappresentare un viaggio sonoro, guidato dalla forza dell’immaginazione, capace di colmare la mancanza dell’esperienza dei concerti che non hanno potuto avere luogo.

L’album “DELAYED”, con la produzione esecutiva del Canzoniere Grecanico Salentino, è stato realizzato grazie al sostegno di Puglia Sounds (Programmazione P.S.Record 2020/2021, regione Puglia – FSC 2014/2020 – Patto per la Puglia – Investiamo nel vostro futuro) ed è edito da OYEZ!

«“Delayed” è musica liberatoria arrivata dalla costrizione dell’isolamento, è musica tangibile, è memoria che diventa fisica in un vortice di note lavorate come pietre, è musica tangibile – racconta Giulio Bianco –  In ognuna di loro c’è una piccola parte di me. “Delayed” è un disco strumentale che nasce da un viaggio; non racconta di città, ma di emozioni

La creazione di questo disco ha rappresentato per Giulio Bianco anche un esperimento sociale: in passato gli artisti cercavano e sceglievano la solitudine per potersi isolare e creare qualcosa di nuovo; Giulio Bianco ha voluto sperimentare in maniera tangibile come la produzione di un Artista cambi nel momento in cui la solitudine e l’isolamento gli vengono imposti.

Questa la track-list dell’album: Hamburg“Monterrey”“Rome”“Paris”“New York” e “Delhi”.

L’album è impreziosito dalla partecipazione di Giacomo Greco (synth basses, addictional production), Luca Tarantino (chitarre), Emanuele Licci (bouzuky), Mauro Durante (percussioni), Maria Stella Buccolieri (electric piano), Fernado Toma (violino, viola), Rosa Andriulli (cello) e Andrea Parisi (violino). Gli archi sono stati diretti da Fernando Toma.

“DELAYED” è un disco in cui le voci di strumenti antichi, come le zampogne, si miscelano a strumenti moderni come archi e synth, per raccontare ed evadere dalla solitudine. È un disco di musica liberatoria, a dimostrazione del fatto che dai periodi più neri può nascere l’arte nella sua accezione più positiva.

Abbiamo incontrato l’artista per una breve intervista:

L’album nasce dall’esperienza del lockdown: cosa significa la solitudine per l’artista? E come stai vivendo questo periodo inevitabilmente di transizione?

La maggior parte degli artisti storicamente ha sempre cercato la solitudine in fase creativa. Isolarsi dal mondo esterno, dalle distrazioni e dal superfluo in quei momenti credo sia necessario per dare il massimo. Il lockdown ci ha però messo davanti a una situazione anomala: l’isolamento che non è più scelta, ma imposizione. Scrivere Delayed, oltre che un’esigenza forte è stato per me anche un esperimento sociale, volevo capire come la produzione di un artista potesse essere influenzata da un isolamento imposto; ne è uscito un disco che è po’ il diario personale di un viaggio introspettivo iniziato nelle notti di marzo 2020.


Trovi che la musica strumentale sia maggiormente intima e quindi più adatta a descrivere le sensazioni dell’isolamento?

Ho da sempre definito i miei brani come “musica da aeroporto”, ma non nell’accezione di Brian Eno di “musica per sonorizzare gli spazi”. Credo fortemente che i brani di Delayed siano musica adatta ad accompagnare momenti ed emozioni. Il fatto che i brani siano strumentali ne aumenta la portata, ne annienta i confini, li rende liberi e universali. Le parole a volte possono essere un limite; un brano strumentale è più semplice che sia interiorizzato e soggettivizzato.

Hai una lungo vissuto artistico nelle varie edizioni de “La notte della Taranta”. Quanto di quell’esperienza hai portato in questo disco?

Sono molto legato alla Notte della Taranta, ci sono entrato da giovanissimo e sono stato in Orchestra per moltissime edizioni. Per me è stata una gran bella esperienza formativa che mi ha messo a contatto con realtà musicali meravigliose e mi ha fatto crescere musicalmente e umanamente.
Potremmo definire Delayed come un autoritratto, contiene tutto il mio percorso e sicuramente anche quello che ho appreso in quegli anni.

Raccontaci della fusione di strumenti antichi e moderni: come possono convivere e quale stimolo danno alla creatività?

Tecnologia e musica sono sempre andate a braccetto; quando sono arrivati i primi registratori nei primi del 900 il linguaggio musicale di alcuni strumenti è cambiato drasticamente. Gli archi ad esempio hanno introdotto il vibrato per correggere tutti quei difetti di intonazione che ad un ascolto unico e irripetibile sarebbero passati inosservati.
L’elettronica in particolare può essere applicata anche agli strumenti antichi, ma va usata con cura ed equilibro, deve essere un valore aggiunto. Per me è oramai strumento indispensabile e stimolante nella costante ricerca di nuovi linguaggi per i miei fiati.

Giulio Bianco è polistrumentista eclettico e compositore con oltre 20 pubblicazioni all’attivo, virtuoso di flauti dolci, armonica a bocca e zampogne. Da giovanissimo è stato Fiato Solista dell’Orchestra de “La Notte della Taranta” per ben 8 edizioni, partecipando a tutti i tour internazionali ed in particolare alle edizioni dirette da Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani, Ludovico Einaudi e Goran Bregovic. Dal 2008 è polistrumentista del Canzoniere Grecanico Salentino, il più conosciuto ed importante gruppo musicale di world music al mondo, nel genere riconosciuto come “pizzica” o “taranta”. Nel 2011 è fiato solista di “Taranta Project” di Ludovico Einaudi, disco live registrato in occasione dell’omonimo tour. Nel 2018 esce il suo primo disco solista: “Di zampogne, partenze e poesia” che presenta con un tour tra Italia e USA. Il 1° ottobre 2021 pubblica “Hamburg”, brano che anticipa l’album “Delayed”, in uscita in digitale e in edizione limitata in fisico, su Amazon e sul sito ufficiale di Giulio Bianco, il 15 ottobre.

www.giuliobianco.com
www.instagram.com/giuls.85/?hl=it

 

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