InAscolto: Paolo Benvegnù - Delle Inutili Premonizioni Vol. I (Blackcandy Produzioni, 2021) - ...si potrebbe essere felici "Solo io e te nelle stelle" InAscolto: Paolo Benvegnù - Delle Inutili Premonizioni Vol. I (Blackcandy Produzioni, 2021) - ...si potrebbe essere felici "Solo io e te nelle stelle"

InAscolto: Paolo Benvegnù – Delle Inutili Premonizioni Vol. I (Blackcandy Produzioni, 2021) – …si potrebbe essere felici “Solo io e te nelle stelle”

InAscolto: Paolo Benvegnù - Delle Inutili Premonizioni Vol. I (Blackcandy Produzioni, 2021) - ...si potrebbe essere felici "Solo io e te nelle stelle" InAscolto: Paolo Benvegnù - Delle Inutili Premonizioni Vol. I (Blackcandy Produzioni, 2021) - ...si potrebbe essere felici "Solo io e te nelle stelle"“Delle Inutili Premonizioni Vol. I” è il nuovo lavoro discografico uscito in digitale del cantautore e chitarrista milanese.
È il sesto lavoro discografico dell’autore e segue “Dell’Odio dell’Innocenza”, uscito il marzo scorso.

Il format “Canzone” del Benvegnù non cambia rispetto alle sue precedenti produzioni, rimane classica e lineare fra i cardini del cantautoriale Italiano.

Il lavoro è registrato veramente ad hoc, con chitarre calde e nutrite di un palpabile riverbero e la voce pulita/cadenziosa a completare le trame metriche.

Si presenta con dodici tracce quasi interamente voce e chitarra, un’esperienza matura e costruita su testi che porgono lievi storie di vita e discorsi dell’autore a se stesso… per ritrovare il passato o forse per suscitare incroci di memorie da parte dell’ascoltatore.

Bisogna notare che, per quanto il disco sia “stampo” del discorso cantautoriale del Benvegnù, a un ascolto sensibile rileva che la scelta stilista e le tematiche risentono di una comfort zone, che se da una parte sottolinea il sound dell’autore… dall’altra ti lascia un amarognolo déjà vu delle produzioni passate.

Notevole al mio orecchio è “Nelle Stelle” dove le dinamiche sono etere e il crescendo dei ritornelli combaciano perfettamente con le liriche zuppe di nostalgiche memorie passate.

“Parlami di come cantano i bambini/Parlami di come abbiamo fatto a trasformarci in veleno/Da vergini di dio a tiranni/In macchine rudimentali”.
Una cruda denuncia di quanto possiamo dimenticare chi siamo, diventare dei mostri urbani che gioiscono dei dolori altrui e meccanicamente scorrono nel metropolitano in una maschera di odio e paura.

Una denuncia di quanto si possa scendere sempre più in giù e rinnegare il vero essere… quando invece si potrebbe essere felici “Solo io e te nelle stelle/E tramonti sul fondo del mare/Che ci salvi la fame e la sete”.


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