InAscolto: Francesco Del Prete – Cor Cordis (Controvento, 2021) – effetti collaterali della multipoliedricità
Prodotto dall’etichetta Dodicilune, nella collana editoriale Controvento, distribuito in Italia e all’estero da IRD e nei migliori store online da Believe Digital, martedì 18 maggio esce “Cor cordis”, nuovo progetto discografico del violinista e compositore salentino Francesco Del Prete.
Nove composizioni originali per scoprire ciò che esiste oltre la superficie delle cose e dell’essere umano e per andare al di là di ciò che l’occhio vede in “prima battuta” per approdare nel “Cor cordis”, il “cuore del cuore” del microcosmo che ci circonda. In alcuni brani il musicista, che alterna il violino acustico a quello elettrico e si accompagna con loop station e suoni elettronici, è affiancato dalla voce di Arale – Lara Ingrosso, con cui condivide e cura anche la produzione musicale e artistica del disco, dal violoncello di Anna Carla Del Prete, dalla batteria di Diego Martino, dal sax soprano di Emanuele Coluccia, dal synth di Filippo Bubbico e dal trombone di Gaetano Carrozzo.
Francesco inizia il suo percorso violinistico con gli studi classici per poi appassionarsi al mondo della musica etnica in generale e jazz in particolare, passioni che lo portano a ricercare sonorità inedite e modi alternativi di utilizzare lo strumento e di svelarne i lati nascosti anche attraverso l’utilizzo dell’elettronica.
Fra le nove tracce che passano all’orecchio dell’ascoltatore (Tutte di un notevole livello tecnico, artistico e espressivo) è interessante la fusione elettronica di “Gemini” nei suoi ritmi a metà fra la ballata e il downtempo.
Completamente fuori dagli schemi “Acido Balkanico” con un cantato che segue le linee melodiche di Francesco e che a detta dell’artista è il secondo “capriccio” del disco e testimonia, con approccio e linguaggio balcanici, la passione di Del Prete per i tempi dispari.
Un linguaggio spiazzante e un esercizio stilistico notevole che mi ha fatto molto sorridere, divertire e/o commuovere e annuire allo stesso tempo. (Probabile effetto collaterale dovuto alla multipoliedricità dell’autore?)