InAscolto: Evanescence – The Bitter Truth (Sony Music, 2021)
I Battles, maestri del Math-rock statunitense, hanno stabilito il concetto di “Arte del ripetitivo”. Tecnicamente significa ripetere lo stesso loop (regione musicale) per un determinato lasso di tempo, aggiungendo differenti strumenti o suoni o algoritmi musicali in modo di decontestualizzare l’origine della canzone stessa, seppure lasciando il loop di partenza udibile ma ormai completamente snaturato.
E perchè vi dico questo?
Lo dico perchè questo concetto di ripetitività, seppure in un modo completamente differente dalla sperimentazione sonora dei Battles, viene prodotta ogni giorno nell’industria musicale per stabilire quale suono si possa riconoscere come costante durante il ciclo di vita di un’artista o una band.
Quindi quando ti trovi davanti il quinto album degli Evanescence ti ricolleghi emotivamente alla musicalità del primo disco (quello del video di lei che se ne andava in giro sui cornicioni dei palazzi in vestaglia).
Ora, bisogna dire che in quegli anni, era il 2003, la musica era strana… le grandi produzioni compresero che c’era un’ introito dietro il Nu-Metal e/o Alternative… quindi crearono una moltitudine di band preconfezionate in un singolo di lancio, band che per lo più sono tutte finite nel dimenticatoio…
Che poi il 2003 è stato un anno importantissimo per la musica: escono due dei dischi, “De-Loused In The Comatorium” dei Mars Volta e “Wiretap Scars” degli Sparta, che concludono il ciclo vitale di una band che ha avuto la massima influenza nel panorama Post-Hardcore Statunitense… gli At The Drive In.
La scissione degli At The Drive In dà vita a una duplice e opposta ricerca da parte dei componenti delle due neonate bands, una sperimentale e introversa (Mars Volta) ed una rabbiosa ed estroversa (Sparta).
Ma perchè vi dico questo?
Vi dico questo semplicemente perchè dal 2003 di Fallen, gli Evanescence continuano a produrre la stessa identica musica… suonata in un certo modo (decisamente bene e prodotta anche meglio), ma senza alcuna valenza o contributo per il panorama Nu-Metal (ancora esiste?) o Rock mondiale.
La scelta sta a voi, accontentarvi della punta dell’iceberg e accettare di buon grado le ennesime lamentele di Amy Lee, oppure cercare il motivo per cui l’ascoltatore è sottoposto a un’indecente violazione della sua privacy uditiva data dall’ “Arte del Ripetitivo”… o meglio, del “Logorroico”.