Imbavagliati: il cortometraggio "Giorgio" chiude la manifestazione Imbavagliati: il cortometraggio "Giorgio" chiude la manifestazione
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Imbavagliati: il cortometraggio “Giorgio” chiude la manifestazione

Imbavagliati: il cortometraggio "Giorgio" chiude la manifestazione Imbavagliati: il cortometraggio "Giorgio" chiude la manifestazioneSpazio al cinema e al giornalismo indipendente domani (domenica 20 dicembre dalle ore 16) per l’ultima giornata di “Imbavagliati”. Il primo Festival Internazionale di Giornalismo Civile, ideato e diretto da Désirée Klain, che dal 2015 dà voce a quei giornalisti che nei loro paesi hanno sperimentato il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi dittatoriali e, nonostante il giro di vite contro la stampa, hanno corso seri pericoli per raccontare, denunciare. “Diversamente Liberi” è stato il tema della sesta edizione della manifestazione contro i bavagli. Un modo per accendere una luce, in stretta collaborazione Amnesty International Italia, con testimonianze dirette, in quei paesi (sessantanove nel mondo), dove l’omosessualità è ancora un reato, in molti casi punibile anche con la morte.
In anteprima domani alle ore 16 su www.imbavagliati.it per il festival contro i bavagli, un piccolo capolavoro, dal grande significato, presentato con successo di critica e pubblico negli eventi Campari Boat In Cinema, tenutisi in concomitanza con la 77a edizione della Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia, che sarà introdotto dalla giornalista Ilaria Urbani. “Giorgio” è un film di Arianna Mattioli con Andrea Pittorino e Elena Cucci, prodotto da Garage Zeami e US Produzioni. “La diversità spaventa – scrive la regista – è incomprensibile e dunque viene negata. Partendo da questo assunto, ho cercato di immaginare quale potesse essere la reazione di una comunità alla vista di qualcuno che non sia omologabile o classificabile secondo la canonica distinzione uomo-donna”.
Giorgio è un adolescente alla scoperta della sua natura. Scende dalla giostra della sua infanzia per affrontare il mondo che lo aspetta: incontra sulla sua strada persone più o meno capaci di capirlo, pronte a tendergli una mano o a rifiutarlo, come se fosse sbagliato, inadeguato. Forte della sua volontà, va avanti lungo una via che intravede solo lui, nel fondo dello specchio della sua stanza di bambino. Lì, radiosa e sicura, c’è la donna che vuole diventare, lasciandosi dietro soltanto un bozzolo: un corpo non suo, in cui è nato e da cui vuole uscire. A tutti i costi.
A seguire, alle 16.30 l’incontro “Esteri, la Cenerentola del giornalismo/I freelance pensano a nuove strategie per informare”. La giornalista Barbara Schiavulli ci parlerà di un fenomeno unico nel panorama dell’informazione italiana e internazionale: “Radio Bullets”. Un progetto giornalistico da lei fondato e creato da giornalisti e operatori dell’informazione. Nasce alla fine del 2015 su un sogno: ritrovare la qualità di un mestiere dove indipendenza, competenza, passione e impegno siano alla base di una professione, che dovrebbe essere garanzia per chi legge. E poi, soprattutto, ci sono tante notizie che non trovano spazio nei media tradizionali. “Di esteri si parla poco – spiega la Schiavulli – invece noi crediamo che conoscere quello che ci circonda, ci permetta di capire anche il nostro paese. Per farlo ci vuole continuità, studio e tempo”.
Barbara Schiavulli è corrispondente di guerra e scrittrice. Ha seguito le vicende più calde degli ultimi vent’anni dal fronte in Iraq, Afghanistan, Israele, Palestina, Pakistan, Yemen, Sudan, Cile, Venezuela. I suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su il Fatto Quotidiano, Repubblica, Avvenire e l’Espresso. Ha collaborato con radio e TV nazionali e internazionali. Dirige Radio Bullets, una testata giornalistica online che si occupa di Esteri. Vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui il Premio Lucchetta, il Premio Antonio Russo, il Premio Maria Grazia Cutuli e il Premio Enzo Baldoni. Viaggia sempre con un trolley rosa e una stilografica.

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