Il Simposio di Platone – Il primo appuntamento del 2023 dell’Orchestra Sinfonica di Milano
È all’insegna dell’amore il primo appuntamento del 2023 della Stagione sinfonica dell’Orchestra Sinfonica di Milano, venerdì 13 e domenica 15 gennaio, (alle ore 20 e alle ore 16), le due date nelle quali è protagonista Il Simposio, forse il più famoso dialogo platonici, in cui si indaga la natura del sentimento amoroso: la Serenata per violino solista, archi e percussioni di Leonard Bernstein (ispirata proprio al succitato testo filosofico), introdotta dalla lettura di un passo del dialogo da parte di Massimiliano Finazzer Flory, abbinata alla Sinfonia n. 3 in La minore op. 56 Scozzese di Felix Mendelssohn. Protagonisti Javier Comesaña al violino e Kolja Blacher sul podio.
Il lavoro di Bernstein composto nel 1954 e scaturito dalla lettura del più famoso dei dialoghi platonici, venne inizialmente concepito come concerto solistico con orchestra d’archi un’arpa e percussioni, non potendo del resto essere ascritto alla forma-concerto, per la formazione semicameristica che accompagna il solista ma anche per il numero dei movimenti: non tre come nel genere canonico bensì cinque sono le parti di questa composizione – anche se sette (Fedro, Pausania, Aristofane, Erissimaco, Agatone Socrate e Alcibiade) sono i personaggi che riecheggiando lo scritto platonico avvicendano le proprie considerazioni, commentando ognuno ed arricchendo quanto detto dall’oratore precedente. Fulcro del discorso musicale non temi ma “modi” in cui si rapportano reciprocamente. Questo procedimento si concretizza in una catena di relazioni in continua evoluzione che interagisce continuamente con gli elementi precedenti e successivi. Nell’aprile del 1954 Bernstein scriverà: “Ho finito la Serenata … sembra terribilmente carina, almeno sulla carta. I critici italiani la odieranno, ma a me piace molto”. La Serenata ebbe infatti la sua première a Venezia l’8 agosto con l’Orchestra del Teatro La Fenice, solista il destinatario Isaac Stern (dedicatario Serge Koussevitzky in memoriam) e l’autore sul podio.
Kolja Blacher, entrato a far parte del roster musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano ricoprendo il ruolo di Direttore dell’Orchestra da Camera e protagonista della inedita serie dei “Concerti Risretti” dell’Orchestra di Largo Mahler, si misura poi con una pagina sinfonica di rara bellezza: la Sinfonia n. 3 in La minore op. 56, detta Scozzese, di Felix Mendelssohn-Bartholdy, eseguita per la prima volta nel 1842, ma il cui germe risiede in quel tour del 1829 che porta il compositore amburghese in Scozia: in questo lavoro Mendelssohn, dopo averle fatte sedimentare e avuto il tempo di assimilarle, cerca di rievocare le impressioni e le atmosfere del viaggio giovanile in modo da donare un’unità narrativa ai quattro movimenti della forma sinfonica, pretendendo infatti che i quattro movimenti (Andante con moto. Allegro un poco agitato. Assai animato – Vivace non troppo – Adagio – Allegro vivacissimo. Allegro maestoso assai) fossero eseguiti senza soluzione di continuità.
Conferenza introduttiva
Giovedì 13/01 alle ore 18.30 si terrà una conferenza introduttiva nel Foyer della Balconata dell’Auditorium di Milano. Relatori Nicola Ventura e Marco Giuseppe Calderara, intitolata “Bernstein incontra Platone. I paesaggi di Mendelssohn”: “Nel Simposio di Platone i convitati si avvicendano nell’elogio di Eros, dio dell’Amore. Nel 1954 Bernstein rilegge, attraverso la sua lente musicale, le parole dei personaggi del dialogo e le forgia musicalmente nei cinque movimenti della Serenata. Egli stesso avverte che essa non è affatto descrittiva del dialogo platonico, di cui desume unicamente le caratteristiche più generali. Nel tema di Eros esprimeva perciò la propria visione intellettuale, l’elogio che gli tributava. Mendelssohn spiegò, in una lettera del 1829, la genesi della Sinfonia Scozzese nel corso di un viaggio, inserendovi annotazioni e abbozzi sui temi musicali. La completerà tuttavia solo nel 1841/42. I temi sono esposti e sviluppati con le tecniche della variazione e del contrappunto, impreziositi dall’orchestrazione. La musica, dunque, “svela” i paesaggi scozzesi: sia con puntuale realismo descrittivo sia con suggestiva fantasia creativa.Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Biglietti
Intero: 36 € in platea, 27 € in galleria. Over 60 e Convenzioni: 27 € (platea), 21 € (galleria). Under 30 e Sostenitori: 19 € (platea), 17 € (galleria).
I biglietti sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium di Milano, oppure online su Vivaticket.
Orari biglietteria Auditorium di Milano: Martedì-Domenica, 10 – 19.
Recapiti: T. 02 83389.401, e-mail: [email protected]
Javier Comesaña, violino
Nato ad Alcalá de Guadaira, Spagna, nel 1999, dal 2017 al 2022 ha studiato presso la Cattedra di violino Telefónica della Scuola di Musica Reina Sofía con il professor Marco Rizzi. Ha ricevuto il Diploma allo studente più eccezionale della sua cattedra negli anni accademici 2018-2019 e 2020-2021. Ha iniziato i suoi studi di violino nel 2004 con Yuri Managadze e ha studiato con Sergey Teslya dal 2013 al 2017. Ha frequentato masterclass di Graf Mourja, Nicolas Dautricourt e Ilya Kaler, nonché di Christoph Poppen, Miriam Fried, Alexander Lonquich, Ingolf Turban, Silvia Marcovici, Giovanni Guzzo, Linus Roth e Ana Chumachenco presso la Scuola di Musica Reina Sofía. Ha ricevuto il primo premio al Concorso Violini per la Pace (2009), nonché il primo premio e lo speciale premio alla migliore esecuzione di Sarasate al Concorso Marcos Pedro Moreno Jiménez (2010) e al Concorso Jascha Heifetz (Lituania, 2021). Nello stesso anno, ha vinto il Prinz von Hessen-Preis, concesso dall’Accademia Kronberg, ed è stato premiato al Concorso Joseph Joachim. Ha partecipato a diversi concerti e festival nazionali e internazionali, come il Festival organizzato dalla Fondazione Spivakov a Mosca nel 2010 (dove ha rappresentato la Spagna), “Noches del Real Sitio” nel 2015 (Spagna), “Nocturnos de Cibeles” nel 2016 (Madrid) e Ticino Musica 2016, dove è stato selezionato per esibirsi nel concerto della cerimonia di chiusura, tra gli altri. Ha anche collaborato più volte con il Festival Internazionale di Musica da Camera Joaquín Turina di Siviglia, dove ha condiviso il palco con Sofya Melikyan, Simon Bernardini e Silvia Simionescu. Come solista, si è esibito con la Banda Sinfonica di Siviglia sotto la direzione di Francisco Javier Gutiérrez Juan, con il quale ha debuttato nel 2012 “The New Light”, un pezzo per violino, oboe e banda, scritto dal compositore Antonio Moreno Pozo e dedicato a lui e all’oboista Francisco Javier Gutiérrez Jiménez. Nel 2017 ha registrato il suo primo CD insieme ai vincitori del Concorso Pianistico Città di Siviglia (2016), suonando il Capriccio n. 4 di Niccolò Paganini. Nel 2022 si è esibito come solista con l’Orchestra Nazionale Spagnola sotto la direzione di David Afkham, così come con l’Orchestra e il Coro Regionale di Madrid diretti da Marzena Diakun.As studente della Scuola, si è esibito come solista con l’Orchestra Sinfonica Freixenet, sotto la direzione di Pablo González. È anche apparso con la Fundación EDP Camerata, così come nella Rising Generation Series all’Auditorio Nacional di Madrid. È stato anche diretto da Plácido Domingo, Jaime Martín, Víctor Pablo Pérez, Andrés Orozco-Estrada, András Schiff e Péter Eötvös. Inoltre, è stato membro degli ensemble Enagás Schumann della Scuola, Deloitte Mozart e Stravinsky, del Quartetto e Ensemble Prosegur Albéniz, nonché del KPMG Schubert Quintet, con il quale ha ricevuto la menzione al migliore gruppo da camera nella categoria dei gruppi con pianoforte nel 2021. Suona uno strumento Giovanni Battista Guadagnini del 1765, prestato dalla Frizt Behrens Stiftung.
Kolja Blacher, direttore
Ha studiato alla Juilliard School di New York con Dorothy Delay e poi con Sandor Vegh a Salisburgo. Ha suonato e suona in tutto il mondo con le più importanti orchestre fra cui i Berliner Philharmoniker, i Muenchner Philharmoniker, la NDR Sinfonieorchester di Amburgo, l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra sinfonica di Baltimora, collaborando con importanti direttori fra cui Kirill Petrenko, Vladimir Jurowski, Mariss Jansons, Matthias Pintscher, Markus Stenz e molti altri. Il suo repertorio spazia da Bach fino alla musica contemporanea (Berio, Lindberg, Weill, Henze, Zimmermann). Aperto a nuove esperienze, con l’Orchestra da Camera di Monaco di Baviera ha dato la prima mondiale del Concerto di Brett Dean “Electric Preludes” per violino elettrico a sei corde. Sempre più intensa l’attività di direttore/solista, collabora regolarmente con l’Orchestra Sinfonica di Melbourne, Mahler Chamber Orchestra, Orchestra Filarmonica di Hong Kong, Festival Strings Lucerna, Orchestra Sinfonica di Gerusalemme, Dresdner Philharmoniker, Komische Oper Berlino, Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, e molte altre, da San Antonio in Texas a Kuala Lumpur e Parigi. Numerose le incisioni discografiche (premiate anche con il Diapason d’or), fra le altre anche con Claudio Abbado con cui ha avuto una stretta collaborazione sin dai tempi dei Berliner Philahrmoniker e poi con la Lucerne Festival Orchestra. Nel 2013 è stato pubblicato un CD con il Concerto per violino di Schoenberg, con la Guerzenich Orchester di Colonia e Markus Stenz, premiato con il Deutscher Schallplattenpreis nel 2015. Di recente pubblicazione il CD con Serenade di Bernstein e Il Concerto in re maggiore di Haydn. Insegna oggi alla Hochschule fuer Musik Hanns Eisler di Berlino dove vive con la sua famiglia. Suona lo Stradivari Tritton del 1730, messogli a disposizione dalla Signora Kimiko Powers.