Il Paraguay e le riduzioni gesuitiche a "A Sua Immagine"
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Il Paraguay e le riduzioni gesuitiche a “A Sua Immagine”

“Le ragioni della Speranza” esplora la realtà delle missioni dei gesuiti nel paese sudamericano

Il Paraguay e le riduzioni gesuitiche a "A Sua Immagine"

A Sua Immagine“, il programma di approfondimento religioso di Rai Cultura, in collaborazione con L’Opera Romana Pellegrinaggi ha realizzato nove puntate de “Le ragioni della speranza” in Paraguay alla scoperta delle missioni dei gesuiti che andranno in onda su Rai 1 alle 16.30 a partire da sabato 8 giugno.
Un lungo viaggio che parte da Asunciòn e termina al confine con il Brasile, sull’itinerario che percorsero i missionari del tempo. Immortalate dalle immagini del film “Mission” di Rolande Joffe e dalle note di Ennio Morricone, le Riduzioni, le missioni gesuite in Paraguay, fanno da scenario al commento dei passi del Vangelo di don Marco Pozza, cappellano del carcere Due Palazzi di Padova, accompagnato da don Giovanni Biallo, assistente spirituale dell’Opera romana pellegrinaggi.
30 Riduzioni, di cui 7 in Paraguay che raggiunsero quasi 150 mila abitanti che generarono nel ‘600 il più grande e geniale esperimento di cooperazione allo sviluppo mai tentato. Nel suo viaggio in Paraguay, nel 2015 Papa Francesco disse che il paese «è noto in tutto il mondo per essere stato la terra dove iniziarono le “Riduzioni”, una delle più interessanti esperienze di evangelizzazione e di organizzazione sociale della storia».
Un patrimonio culturale, artistico, religioso ancora vivo e reso autentico dalla ospitalità e la calda accoglienza del popolo paraguaiano. Autentiche pietre vive di una spiritualità più facile da sentire che da raccontare.
L’esperienza delle “Riduzioni”, dal 1609 al 1773, riuscì a creare comunità autosufficienti in grado di produrre il necessario per vivere, dove era insegnato il catechismo, s’imparavano i mestieri, si viveva la comunanza dei beni, si valorizzava la cultura del popolo Guaranì, non cancellando le differenze, dove «non c’era fame, non c’era disoccupazione, né analfabetismo né oppressione».
Una «esperienza storica – spiega Papa Francesco – che ci insegna che una società più umana è possibile.

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