Il museo post-pandemico si discute al Museo Novecento di Firenze, con la presentazione del libro “La Nuova Museologia”
Profilazione, percorsi su misura, performance inclusive, legami con gli stakeholder del territorio in grado di contribuire alla “crescita sostenibile”, per entrare nella dimensione quotidiana dei cittadini: la Museum Social Responsibility (MSR) è il principale strumento di cui le istituzioni culturali dovranno dotarsi per affrontare le sfide imposte dal post Covid19. Fa tappa a Firenze il road show del libro di Domenico Piraina e Maurizio Vanni “La Nuova Museologia: le nuove opportunità nell’incertezza. Verso uno sviluppo sostenibile”, (Celid Edizioni, 2020). Il quinto appuntamento del ciclo – oltre dieci incontri in tutta Italia tra settembre e dicembre – è al Museo Novecento, in Sala Cinema, giovedì 21 ottobre alle 18.00. In dialogo con gli autori ci sarà il direttore del museo Sergio Risaliti (ingresso libero fino a esaurimento posti).
“Questi ultimi mesi di pandemia ci hanno obbligati a riconsiderare le strutture museali, i modelli organizzativi e la funzione educatrice dell’arte” dichiara Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. “Il distanziamento sociale ha avuto ovviamente ripercussioni e al tempo stesso ha aperto nuove frontiere sulle nuove esperienze a distanza. Viviamo in un’epoca in cui i social media realizzano prestazioni comunicative eccezionali a vantaggio dei musei e degli utenti. Strumenti ancora poco utilizzati per divulgare l’arte e sensibilizzare ai linguaggi del contemporaneo. Siamo in una fase di grande cambiamento e accelerazione che mette alla prova queste antiche istituzioni culturali. Il libro di Domenico Piraina e Maurizio Vanni entra nel vivo di queste questioni e analizza ampiamente i diversi argomenti, proponendo soluzioni a beneficio del sistema museale.”
“Se vogliamo rimettere l’individuo al centro – dichiara Maurizio Vanni, storico dell’arte e museologo, curatore di oltre 600 mostre in 30 paesi del mondo – la scelta consapevole di una progettualità etica e responsabile finalizzata al bene comune sarà una tappa obbligata. I musei diventano, perciò, luoghi di interesse pubblico che si rivolgono a tutta società, ovvero al pubblico generico, ma anche al contesto sociale (associazioni di volontariato, imprese sociali e del terzo settore) e ambientale, allo scenario formativo, agli stakeholder e alle associazioni di categoria, ricoprendo un ruolo determinante nello sviluppo dei legami, nella coesione sociale e nella riflessione sulle identità collettive proprio all’indomani della pandemia”.
La Convenzione di Faro afferma il diritto all’Eredità culturale da parte di tutti i cittadini e invita i paesi sottoscrittori a promuovere azioni per migliorare l’accesso al patrimonio culturale. “Azioni – sottolinea l’autore – che possiamo tradurre con offerte culturali tailor made in grado di coinvolgere anche chi è più lontano dalle istituzioni culturali”.
Tenendo in mente l’obiettivo della sostenibilità. “Per un museo – prosegue Vanni – è il fine a cui tendere per raggiungere l’equilibrio tra le quattro dimensioni che ne fanno parte: economica, sociale, ambientale e del benessere. Il museo che desidera percorrere la strada della MSR deve consolidare le relazioni con il territorio e in particolar modo rafforzare il network con il contesto sociale in cui opera”.
“La vera ricchezza del Museo – sottolinea Domenico Piraina, direttore del Polo Mostre e Musei Scientifici del Comune di Milano e, sempre a Milano, direttore di Palazzo Reale – non risiede soltanto nelle proprie collezioni, ma soprattutto nei visitatori che, portatori di un proprio vissuto personale e culturale, arricchiscono di significato e di senso il patrimonio culturale. Mai i visitatori devono essere visti come consumatori ma sempre come produttori di senso e, questo, contribuisce ad arricchire la visione pluralistica del patrimonio che è la realizzazione di una effettiva democrazia culturale”.
“Sono quattro i segmenti di pubblico prioritari, da attrarre e fidelizzare attraverso proposte originali e differenziate: diversamente abili (persone con disagi o patologie fisiche o mentali), terza età, famiglie con bambini e adolescenti”, aggiunge Vanni.
La chiave è “far entrare l’esperienza museo nella loro quotidianità. A prescindere dai servizi (ristorante, caffetteria, bookshop, giftshop, sale laboratoriali permanenti e zone lounge) utilissimi per stimolare una frequentazione regolare, funzionano le proposte culturali supportate da performance teatrali e musicali. Ogni visita guidata diventa un piccolo spettacolo a tema, facilmente comprensibile e divulgativo, in grado di meravigliare, stupire ed emozionare generazioni diverse di pubblico, sollecitando benessere interiore, energia positiva e buonumore nei presenti. La condivisione delle emozioni, del bene comune e del bene relazionale permette di connettere persone dallo stesso stile di vita. Adesso il museo è veramente di tutti”, conclude Vanni.
Le tappe successive del road show toccheranno Milano (Fondazione Maimeri c/o Milano Painting Academy, 26 ottobre), Padova (Spazio Eventi MAG, 28 ottobre), Palermo (Museo Archeologico Antonio Salinas, 29 ottobre), Bari (Circolo della Vela, 30 novembre), Trieste (Antico Caffè S. Marco, novembre), Milano (Bookcity, novembre), Gallarate (Museo MA*GA, dicembre).