IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO – Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990

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Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990

È l’8 giugno 1990.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990Allo stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano, è di scena Argentina-Camerun, partita inaugurale dei mondiali di calcio del 1990. L’Italia è ferma e in fibrillazione per il mondiale in casa propria atteso da anni e finalmente ai nastri di partenza.
Panacea di tutti i mali, l’inizio del torneo fa sparire di colpo ogni cosa, dal rincaro delle bollette all’indipendenza degli stati baltici, dalla riunificazione delle due germanie alla risalita dell’inflazione.
D’improvviso, conta solo cosa farà la banda dei campioni del mondo in carica capitanata da Diego Armando Maradona contro i leoni d’Africa. Proprio quelli che otto anni prima, in Galizia, fecero tremare l’Italia di Rossi, Zoff e Tardelli, futuri campioni nella notte del Bernabeu.
L’aria, da settimane, trasuda eccitazione e speranza, come se quel mondiale, con l’Italia tra le super favorite, potesse riscattare ogni stortura e traghettare ognuno in un mondo migliore. Perché appena qualche mese prima, caduto il Muro, è venuto giù un mondo intero, e che ci sarà un futuro diverso lo sanno tutti, anche se si ignora quale. E allora si spera che il mondiale sia l’amuleto che, quel futuro ignoto, possa propiziarlo il migliore tra i possibili.
La Top Ten dei singoli più venduti, quell’8 luglio rispecchia in pieno questa altalena emotiva tra gioia incontenibile come lo sventolio delle mille bandiere e la paura per un futuro nebuloso e sconosciuto.
IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990Resiste ancora al settimo posto, dopo mesi, la canzone vincitrice di Sanremo, quella Uomini soli firmata e interpretata dai Pooh che canta con un pathos raro (e probabilmente eccessivo) lo smarrimento e l’esclusione (https://www.youtube.com/watch?v=8cUFvnc_0Oc), mentre viceversa, a conferma di questa armonia di contrari, si affaccia, al nono posto, lo pseudo erotismo energico e superficiale di Bella signora di Gianni Morandi.

 

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990E, sempre per il gioco dell’altalena, mentre al secondo posto, anche lei tenacemente in Top Ten dall’inverno sanremese, troviamo la celebrazione più innocua, pubblicitaria e deleteria dell’amore, ovvero la preoccupante Vattene amore interpretata da Amedeo Minghi e Mietta (https://www.youtube.com/watch?v=4XQbR3lG00A), con il purtroppo indimenticabile “trottolino amoroso dududadada”, al sesto posto un’autentica perla, un capolavoro assoluto e immortale, vale a dire la splendida e struggente Nothing Compares To U di Sinead O’ Connor, dolorosa ballata su un sentimento d’amore doloroso e irriducibile.

Ma è l’8 giugno 1990 e sono appena iniziati i mondiali. Col botto. Perché il camerunense Omam-Biyik è salito fino in cielo e di testa l’ha messa dentro portando la sua squadra a una vittoria clamorosa contro l’Argentina.
E il giorno dopo, 9 giugno, tocca all’Italia scendere in campo.
Per questo al primo posto c’è Notti Magiche, l’inno per eccellenza, quello che più inno non si può, della splendida coppia Bennato e Nannini.

 

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 8 giugno 1990 https://www.youtube.com/watch?v=7z3a21HvHlUE sarebbe iniziata l’epica splendida e maledetta di quando le telecronache erano tutte di Bruno Pizzul, di quando c’erano i maxischermi ma soprattutto c’erano i televisori nelle corti dei palazzi, di quando Totò Schillaci aveva occhi spiritati e la buttava sempre dentro, di quando Roberto Baggio metteva a sedere mezza Cecoslovacchia, di quando allo stadio Olimpico si faceva la ola, di quando compravamo le Fiesta per avere la tuta dell’Italia e al benzinaio i pupazzetti di Bergomi, Giannini e Donadoni e poi tornavamo a casa per un’altra partita tutti insieme e l’estate era bella e appiccicosa ed eravamo felici e non lo sapevamo…

Ma voglio viverla, così quest’avventura
Senza frontiere e con il cuore in gola…

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