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IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO – Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979

È il 20 gennaio del 1979 ed è appena iniziato quello che alcuni hanno definito “l’anno del vuoto”.

Cronologicamente siamo al capolinea degli anni Settanta, ma in realtà è il capolinea di tutto. Un’intera, lunga (ed esaltante, per quanto a tratti ingenua e spesso contraddittoria e irrisolta) stagione di lotte e di speranze è stata definitivamente archiviata e sepolta sotto quintali di piombo, orrore e violenza diffusa.

E un’intera nazione è stata ferita mortalmente, e per sempre, dal sequestro e dall’omicidio di Aldo Moro, un corto circuito storico, politico e sociale capace di cambiare irreversibilmente, in peggio, infinitamente in peggio, il paese, la politica, la gente.

Come al solito al termine di un uragano, restano cocci e scorie di follia capaci solo di portare altri orrori, altre violenze, altri massacri inutili. Polverizzato per sempre lo spazio della discussione e del confronto, resta un terreno per samurai di opposte fazioni che si affrontano alla cieca aumentando sempre più la potenza di fuoco. Non a caso, degli anni di piombo il 1979 sarà quello che conterà più vittime sul campo.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979Quel 20 gennaio si apre con la notizia della morte di Giuseppe Larussa, agente di custodia ucciso da Prima Linea, neonata organizzazione terroristica composta per lo più da ex brigatisti e da ex militanti di Lotta Continua, fondata originariamente con l’obiettivo di essere l’avanguardia rivoluzionaria del composito movimento del ’77 e di opporre un certo atteggiamento “spontaneista” al rigido dogmatismo delle Brigate Rosse. Il gruppo avrà vita breve, sufficiente tuttavia a mietere un numero impressionante di vittime. L’omicidio dell’agente Larussa non è il primo delitto politico dell’anno. Dieci giorni prima, a Roma, durante uno scontro tra militanti di estrema sinistra e militanti di estrema destra, aveva perso la vita il giovanissimo Alberto Gianquinto, appena diciassette anni, militante della sinistra radicale. Poche ore dopo, probabilmente per rappresaglia, era stato ucciso un diciannovenne dell’estrema destra, Stefano Cecchetto.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 Qualche giorno dopo, il 24 gennaio, le Brigate Rosse uccideranno a Genova, davanti alla sua abitazione, il sindacalista Guido Rossa, reo di aver denunciato, l’autunno precedente, un collega di fabbrica sorpreso a depositare alcuni volantini delle BR. Il 29 gennaio sarà il turno del sostituto procuratore della repubblica Emilio Alessandrini, ucciso da un commando di Prima Linea di cui fa parte anche Marco Donat Cattin, figlio del noto esponente democristiano.

In questo clima a dir poco drammatico, la politica è allo sbando. L’inflazione tocca la cifra record del 22% e non si intravedono segnali di ripresa all’orizzonte. L’omicidio Moro ha affossato per sempre il progetto del compromesso storico, lasciando l’intero arco costituzionale nel più assoluto immobilismo. Il tutto mentre i più torbidi misteri e le più oscure manovre si infittiscono facendo scendere la più tetra delle coltri sull’intera storia repubblicana. A cavallo di quel triste 20 gennaio, verranno per la prima volta alla luce le connivenze dell’area di governo con la loggia massonica di Licio Gelli (la cosiddetta P2, la cui scoperta effettiva avverrà però soltanto due anni più tardi, nel 1981). Sarà un terremoto che in meno di una settimana porterà alle dimissioni del presidente del CSM e, soprattutto, di quel governo di unità nazionale presieduto da Andreotti e costituitosi l’indomani del rapimento di Aldo Moro. Due mesi più tardi, a marzo, verrà ucciso il giornalista Mino Pecorelli. Ennesima pagina oscura del più torbido dei periodi della storia della repubblica, un ingorgo (ovviamente) mai chiarito che intreccia il caso Moro, il generale Dalla Chiesa e i rapporti tra Andreotti e Cosa Nostra.

Tra dodici mesi inizieranno gli anni Ottanta, ma quell’età scintillante di opulenza troppo facile e illusioni troppo enormi è ancora lontanissima. Per la Milano da bere insomma, c’è tempo, e per adesso si naviga nel nulla e nel terrore. Solo la musica pare fare eccezione e precorrere clamorosamente i tempi. E non da questo momento. Da un paio d’anni, infatti, una certa obbligata seriosità è stata del tutto mollata a favore di una sregolatezza gioiosa e disinvolta, leggera e sbarazzina. La musica elettronica, la disco music e la dance hanno fatto prepotentemente irruzione nel quotidiano con tutto il loro armamentario di lustrini, paillettes, luci stroboscopiche, colori sgargianti e acconciature eccentriche, mescolandosi senza soluzione di continuità al pop, al rock, al soul, al folk.

Il risultato è una sorta di sinfonia dell’oblio, che ritrova colore e vitalità nel sottosuolo delle discoteche in opposizione al grigiore opprimente delle strade. Di lì a poco, sarà lo specchio dei tempi, per adesso li precorre.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979La Top Ten del 20 gennaio 1979 vede infatti al primo posto i Bee Gees, una sorta di incarnazione di tutto questo, anche se con una canzone che, pur eseguita negli inconfondibili falsetti, non ha l’andatura dance dei loro più grandi successi. Si tratta di un pop cadenzato lievemente spruzzato di soul, ovvero Too Much Heaven, realizzata dalla band appositamente per contribuire a un fondo UNICEF. Un impegno sociale portato avanti attraverso una solidarietà “buona” e conciliante, niente a che vedere con l’impegno di lotta e battagliero del decennio che si sta chiudendo. Anche in questo senso, il singolo in testa alla classifica è specchio inequivocabile dei tempi.

 

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979Così come lo è il brano in seconda posizione, canzone manifesto della disco music a cavallo tra i due decenni e del nuovo disimpegno, ovvero la leggendaria Le Freak della band americana Chic, con cui raggiunsero la testa della classifica anche negli Stati Uniti (https://www.youtube.com/watch?v=aXgSHL7efKg). Si racconta che il pezzo sia stato scritto da Rodgers ed Edwards come reazione, dopo che non erano stati fatti entrare al privé dello Studio 54, a New York, dove era prevista l’esibizione di Grace Jones. Leggenda o meno, il racconto è un ulteriore indizio del passaggio dei tempi: la rivendicazione della diversità, dell’essere “freak”, non ha più alcuna connotazione sociopolitico, ma è puro edonismo postmoderno, un neodecadentismo ostentato e compiaciuto sull’orlo del precipizio.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 Come la dance, nel nuovo quadro che si va delineando sono immancabili le canzoni per bambini, sigle di programmi per l’infanzia, soundtrack dei cartoni animati e via dicendo. Non solo perché anche i bambini si apprestino a diventare una categoria di consumatori ben definita, ma anche perché di quelle canzoni se ne appropriano beatamente gli adulti, a ogni occasione possibile, come manifesto di una condizione che vuole, pretende di essere immemore e dimentica del presente, e lo ostenta a suon di balli e trenini. Così, in sesta posizione ecco la sigla della serie tv, destinata a fare epoca, Woobinda, suonata e cantata da Zara e Le Mele Verdi (https://www.youtube.com/watch?v=fFO5tZ0B9v4), mentre al quarto posto staziona la mitologica Goldrake (https://www.youtube.com/watch?v=8RqMlHE-4j8), testimoni d’eccezione della prima generazione di “nativi televisivi”.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979Affinché il quadro sia completo, manca solo l’operazione nostalgia. Nello specifico la nostalgia del periodo “ante 68”, gli anni ingenui e spensierati a cavallo tra Cinquanta e Sessanta, che spopolerà per tutti gli anni Ottanta e che qui già arriva grazie all’uscita nelle sale di un cult come Grease, con John Travolta e Olivia Newton-John. Clamoroso successo al botteghino bissato dalla fortuna del 45 giri Summer Nights (https://www.youtube.com/watch?v=A_J2bcNx3Gw), che il 20 gennaio 1979 vediamo affacciarsi in decima posizione. Un’idealizzazione color pastello, ingenua e superficiale (ma irresistibile), di un tempo probabilmente mai esistito, e che già profuma, in tutto e per tutto, di riflusso.

C’è dell’altro? Sì, molto, moltissimo altro. In particolare c’è, come spesso ripetiamo, che per fortuna in ogni epoca, nel fango più tetro come nel sole più splendente, esistono i capolavori. Che se ne fregano beatamente di essere nel 1979 o nel 2024. Loro esistono e basta. Per fortuna.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979A questo proposito, in questo benedetto 20 gennaio 1979, in terza posizione troviamo qualcosa come Una donna per amico dell’immortale Lucio Battisti, una delle ultime gemme create in collaborazione con Mogol (https://www.youtube.com/watch?v=jHjS1vRYjtY), primo singolo dell’album omonimo, ovvero il disco che rappresenta il maggior successo commerciale della grande carriera del cantautore reatino.

All’ottavo posto invece, ecco spuntare la splendida Dedicato, scritta da Ivano Fossati per la voce dolente, graffiata ed esplosiva di Loredana Bertè (https://www.youtube.com/watch?v=S1gGPuYMmN8). Un pop rock deliziosamente sporco, un incedere blues irresistibile tra rabbia e sfrontatezza diventato, giustamente, un evergreen della storia della musica italiana.

IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979 IL JUKEBOX DEL TEMPO PERSO - Correva l’anno, il mese, il giorno… 20 gennaio 1979Che poi sì, certo, anche i capolavori sono inevitabilmente figli del loro tempo. E inevitabilmente in queste due perle il 1979 lo sentiamo eccome. Ad esempio, nel modo in cui Battisti gioca e scherza con le sonorità dance tanto di moda nel periodo, o come Fossati contamina cantautorato e pop sulla piena linea delle sperimentazioni di fine decennio. Ma sono dettagli. La sostanza è che i capolavori non hanno età e che queste due perle, vivaddio, ci sono state, ci sono e ci saranno. Al di là delle fiamme che gli divampano attorno e al di là di quanto c’è scritto sul calendario.

Ai suonatori un po’ sballati

Ai balordi come me

A chi non sono mai piaciuta

A chi non ho incontrato

Chissà mai perché…

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