IL JUKEBOX DEL TEMPO – Accordi & Parole del 19 ottobre
Accordi & Parole del 19 ottobre
19 ottobre, ovvero giorno numero 292 dell’anno (o 293, se bisestile) nel calendario gregoriano.
Sgoccioli del segno della bilancia, si festeggia San Paolo della Croce, oriundo piemontese, mentre in quanto a ricorrenze si festeggia l’unione, risalente al 1469, delle corone di Aragona e Castiglia con il matrimonio tra Ferdinando e Isabella, origine della futura Spagna.
Per la storia musicale di questo giorno, tanta roba succulenta.
Dalle nostre parti, pianeta Italia, il 19 ottobre del 1990, passata la sbornia dei mondiali, nonché l’illusione di vivere nel migliore dei paesi possibili, a un passo dal tracollo scatenato da Tangentopoli, prendeva la testa della classifica un brano oggi quasi dimenticato: Le donne di Modena di un quasi esordiente Francesco Baccini, singolo estratto dall’album Il pianoforte non è il mio forte, probabilmente (ma la tentazione di dire certamente è fortissima) il lavoro più bello e riuscito del cantautore genovese, troppo presto (anche per colpa di alcune sue scelte a dir poco discutibili) finito nel dimenticatoio.
Nel mare magnum dell’oblio è finito pure sto pezzo (https://www.youtube.com/watch?v=BUSyssQ0E40), a modesto avviso di chi scrive piccolo capolavoro di delicatezza, introspezione e ironia. Una partitura varia e solo apparentemente semplice a sostegno di un testo notevole, irriverente e irresistibile. Quel genere di penne di cui oggi si sente terribilmente la mancanza.
Fuori confine, letteralmente, i fuochi d’artificio.
A partire dal remoto 19 ottobre 1956 quando, mentre a livello internazionale imperversa la crisi di Suez e mentre le democrazie di quello che allora si chiamava “mondo libero” fanno i conti con una spaventosa arretratezza culturale, negli Stati Uniti, ancora divisi tra Nord e Sud e, soprattutto, ancora dentro il più bieco razzismo, Elvis Presley, che ancora non è il Re, ma già inventa il rock che verrà, sputa fuori il suo secondo album, con un singolo da paura a fare da traino come Rip It Up (https://youtu.be/wurx2zTw3YI).
Proseguendo, ventotto anni dopo, sempre il 19 ottobre, si capisce, anno 1984, epicentro del rampantismo mondiale e di un travolgente e inarrestabile neo edonismo, esce un singolo destinato a fare epoca e a incarnare, a suo modo, l’intero passaggio storico: la leggendaria Take On Me della rock band norvegese degli A-ha. Che, beninteso, il pezzo è un capolavoro. Ma il video è direttamente storia, girato con una tecnica allora avveniristica, un mix live action, con un filmato tracciato fotogramma per fotogramma per dare ai personaggi movimenti realistici e fluidi. Un’animazione sperimentale capace di dare vita a un mini film con tanto di trama. Da vedere e rivedere e, ancora oggi, fare ohhhhh (https://youtu.be/djV11Xbc914).
Sette anni dopo, 19 ottobre 1991, la musica è stata appena scossa dall’ultima grande rivoluzione della storia del rock.
È appena uscito, giusto un mese prima, il secondo album dei Nirvana, quel Nevermind trainato dal brano più importante degli anni Novanta, ovvero quella Smells Like Teen Spirit capace di trasformare la band di Seattle da fenomeno di nicchia a icona mondiale di un’intera generazione, e quel singolo in un inno immortale.
Quel 19 ottobre, all’inizio di un travolgente tour mondiale che li consacrerà a ogni angolo del globo, il mito dei Nirvana è ancora in costruzione. Tradotto, non c’è quella riverenza che di solito si dà ai miti e alle leggende che camminano.
Così durante un concerto in Texas Kurt Cobain, dopo aver fatto surf sul pubblico, viene spinto dal buttafuori, che probabilmente non lo riconosce, in mezzo alla folla di faccia. In tutta risposta Cobain prende la chitarra e colpisce il buttafuori con il calcio del fucile. E il buttafuori, che non gradisce di certo, per chiudere la faccenda tramortisce il cantante con un pugno in testa.
Il riconoscimento, e le scuse pubbliche, arriveranno dopo, quando Kurt è già nei camerini con la borsa del ghiaccio in testa.
Un equivoco gigantesco.
Ma come poteva essere altrimenti nel momento della consacrazione di una band che dall’equivoco – Smells Like Teen Spirit era stata scritta da un ricordo liceale di Cobain, quando una ragazza aveva scritto sui muri che “Kurt profumava come il deodorante Teen Spirit”, intendendo, visto che non amava affatto quella marca, che Kurt puzzasse, mentre lui la prese come una dichiarazione dell’amore – aveva tratto la sua più grande fortuna?
With the lights out, it’s less dangerous
Here we are now, entertain us
I feel stupid and contagious
Here we are now, entertain us
A mulatto, an albino
A mosquito, my libido
Yeah
Hey
Yay