Il film del giorno: “Niente da dichiarare?”
Nella primavera del 1986, un capitolo significativo si apriva nella storia dell’Unione Europea, segnando la fine di un’era e l’inizio di un nuovo capitolo di integrazione. Ruben Vandevoorde, un doganiere belga noto per il suo fervente nazionalismo anti-francese, diventa il fulcro di questa narrazione. Da quel momento, la sua storia si intreccia con la chiusura delle frontiere europee e l’evoluzione delle relazioni tra Francia e Belgio.
Le Origini e il Personaggio di Ruben Vandevoorde
Ruben Vandevoorde, un doganiere dai tratti severi e sciovinisti, rappresenta un simbolo della resistenza contro l’apertura delle frontiere. La sua avversione per i francesi, alimentata da un odio anti-francese radicato, lo porta a vivere con disperazione l’annuncio della chiusura delle frontiere.
Sette Anni Dopo: La Fine di un’Epoca
Sette anni più tardi, la frontiera tra Francia e Belgio sta per essere cancellata definitivamente, segnando la fine di un’epoca di divisione. Ruben trascorre le ultime ore della frontiera dando sfogo al suo spirito nazionalista, tormentando i frontalieri francesi e creando un clima di tensione.
Mathias Ducatel: Unire le Forze per un Fine Comune
In questo contesto, Mathias Ducatel, un poliziotto francese innamorato della sorella di Ruben, emerge come personaggio chiave. Decidendo di creare una pattuglia di dogana mobile franco-belga per combattere il traffico di droga, Mathias si allea con Vandevoorde, cercando di conquistare il suo rispetto e approvazione per entrare a far parte della famiglia.
Dany Boon e la Comicità “Di Confine”
Dany Boon, maestro della comicità “di confine”, prosegue la sua tradizione di esplorare stereotipi culturali con il suo film “Niente da Dichiarare”. Analogamente al suo successo precedente, “Giù al Nord”, il regista si avventura nei territori delle barriere culturali, usando il contesto della frontiera franco-belga come scenario comico.
Limiti della Semplicità: Un’Analisi Critica
Tuttavia, nonostante il talento degli attori coinvolti, “Niente da Dichiarare” mostra i limiti della semplicità nelle favole comiche di Boon. Il film, pur cercando di ridere degli stereotipi, perde l’innocenza e la leggerezza di “Giù al Nord”, introdurrendo violenza e volgarità in una narrazione che rischia di diventare più adulta e meno universale.
Ritorno ai Primi Anni Novanta: Riflessioni sull’Abolizione delle Dogane
Boon, nel ritornare ai primi anni Novanta, racconta l’abolizione delle dogane come un periodo tanto vicino quanto lontano. Sottolinea come l’innovazione e l’evoluzione, seppur apparentemente complesse, possono abbattere con semplicità anche i pregiudizi più radicati.
Un Messaggio di Speranza e Evoluzione
In conclusione, “Niente da Dichiarare” offre uno sguardo ironico e riflessivo sull’evoluzione delle relazioni europee. Nonostante le sfide e gli ostacoli, il film invia un messaggio di speranza, sottolineando che, così come le frontiere possono essere abbattute, anche i pregiudizi possono essere superati con la giusta prospettiva e apertura mentale. Un viaggio attraverso la storia, la commedia e la riflessione che rimarrà impresso nella memoria dello spettatore.